Di Maio e le liti con il congiuntivo: la gara con Di Battista è aperta

Luigi Di Maio
Luigi Di Maio
di Mario Ajello
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Domenica 15 Gennaio 2017, 11:03 - Ultimo aggiornamento: 17 Gennaio, 20:07

Con il Dibba la battaglia a chi molesta di più il congiuntivo è aperta. Nella gara con il ragionier Filini - quello che offrendo il servizio a Fantozzi, in una mitica partita di tennis, gli urlò: Batti lei! - il Giggino aspirante premier pentastellato invece ha già vinto. Perché tre volte di seguito ha provato a dirla giusta, per tre volte si è corretto e per tre volte - come se dopo il batti lei Filini avesse detto battesse lei o batterebbe io - gli è risultato impossibile azzeccare la forma del verbo.
 

 

Di Maio su Twitter: «Se c'è il rischio che soggetti spiano massime istituzioni dello Stato...». Si accorge dell'errore e corre al riparo, ma scrivere spiino gli risulta complicato e dunque: «Se c'è il rischio che massime istituzioni venissero spiate...». Non poteva dire vengano spiate? Al secondo tentativo, non gli riesce. Ma magari, nel terzo, fa strike. E si rimette all'opera, stavolta su Facebook forse sperando in qualche correttore automatico, che invece non interviene (complotto?) e il risultato è (o sarebbi?) questo: «Se c'è il rischio che due soggetti spiassero...». Sbaglia di nuovo e verrebbe da dirgli: riprova, sarai più fortunato.

Ma il rischio è che, in attesa della riuscita, la legislatura finisca . Nessuno rinfaccia a Giggino di non essere Demostene o Cicerone. Ma dovrebbe sforzarsi di esprimersi come si deve. Se non altro, per evitare il rischio ironicamente paventato sul web: «Se vincerebbe Di Maio, staressimo rovinati». Un grande psicologo esperto nei meccanismi del comando, Laurence Peter, nel 1969 inventò il celebre Principio di Peter: «In una gerarchia, ciascuno sale fino a raggiungere il proprio livello di incompetenza». Ma in questa ascesa, non bisogna esagerare a colpi di gaffe.

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