Elezioni2018, affluenza al 74%. Regionali Lazio, ha votato il 69%

Elezioni2018, affluenza al 74%. Regionali Lazio, ha votato il 69%
9 Minuti di Lettura
Sabato 3 Marzo 2018, 19:50 - Ultimo aggiornamento: 5 Marzo, 01:52

L' affluenza ha retto e sarà uno degli elementi di analisi delle elezioni politiche 2018. Il dato sulla partecipazione è stato pari a circa il 73% (quando mancano alcune centinaia di comuni), pochi punti percentuali in meno rispetto al 76,4% registrato alle politiche del 2013, anche se è bene ricordare che in quell'occasione le urne furono aperte per due giorni. Ma da sottolineare è anche la estrema vicinanza dell'affluenza di oggi con quella archiviata nel 2014 in occasione delle europee, che aveva raggiunto il 58,7%.

La percentuale dei partecipanti al voto evidenzia un incremento anche nelle regionali, vale a dire Lombardia e Lazio, alle prese con l'elezione dei nuovi governatori. Il dato non ancora definitivo in Lombardia ha fotografato un' affluenza intorno al 74,6% (1.516 i comuni chiamati al voto), più contenuto rispetto al 76,7%. Nel Lazio (378 comuni) ha votato poco meno del 70% degli aventi diritto, dato di qualche punto inferiore rispetto al 72% del 2013. In Lombardia la città con il più alto livello di affluenza l'ha registrata Brescia (oltre l'80%) seguita da Monza e Brianza (poco meno dell'80%), seguita da Bergamo (a quasi il 79%).

Nel Lazio la percentuale di votanti più alta è stata registrata a Roma, con oltre il 77%, seguita da Viterbo (poco più del 77%) e Rieti (quasi il 73%). A livello regionale la classifica dei territori che hanno avuto un' affluenza più alta vede ai primi posti il Veneto (che sfiora il 79%), l'Emilia Romagna, con il 78,5%, la Toscana (quasi il 78%). Tra le regioni con un' affluenza più ridotta figurano la Sicilia, fotografata a poco oltre il 63%, preceduta dalla Calabria (63,7%%), dalla Sardegna (65,2%) e dalla Campania (67,7%%). Molto simile l'andamento registrato nei capoluoghi di regione, con Bologna (80%), Perugia (78%) e Padova (oltre l'80%)%). Nelle retrovie la partecipazione al voto di Palermo (62,5% circa), di Benevento (73%)%) e Cagliari (67%)%).

Il dato dell' affluenza al voto - diversamente da quanto sembrava rispetto ai dati precedenti alla chiusura, vale a dire le scadenze delle 12 e delle 19 - è in linea con altre scadenze istituzionali di rilievo, come ad esempio il referendum costituzionale del 4 dicembre del 2016. Anche se in quell'occasione si è raggiunta una percentuale del 65%, conteggiando però elettori residenti in Italia e all'estero. Un altro dato utile per comprendere meglio la tendenza sull' affluenza al voto sono le elezioni amministrative del 2015, che ha visto alle urne il 64,92% degli aventi diritto al primo turno, mentre alle Regionali si è toccato un più risicato 53,9%. Quella volta, sia per le comunali che per le regionali, i votanti al primo turno (che si tenne il 31 maggio), fecero segnare un incremento costante dalle ore 12 alle 23, passando da una percentuale del 20,27% a una più sostanziosa 64,92. Stessa tendenza alle regionali, per le quali alla scadenza delle ore 12 aveva visto la partecipazione al voto del 15,75% di aventi diritto. Tornando alle elezioni politiche del 2018, è bene ricordare che il numero di elettori ha riguardato 50,7 milioni di italiani, di cui oltre 46 milioni aventi diritto a votare anche per il Senato.



 

 

Sono 46.604.925, di cui 22.430.202 uomini e 24.174.723 donne, gli elettori chiamati alle urne per il rinnovo della Camera e l'elezione di 618 deputati. Meno numeroso il corpo elettorale per quanto riguarda il Senato, in quanto l'età minima richiesta per il voto è fissata in 25 anni e non nel raggiungimento della maggiore età: 42.871.428, di cui 20.509.631 uomini e 22.361.797 donne, per eleggere 309 senatori.

Gli elettori della circoscrizione Estero, che hanno già votato per corrispondenza, sulla base dei dati dell'elenco definitivo, sono, per la Camera 4.177.725 e per il Senato 3.791.774: eleggeranno, rispettivamente, 12 deputati e 6 senatori. Le schede elettorali provenienti dall'estero sono tutte giunte in Italia, ha confermato il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, che passa ora il testimone alla Corte d'Appello di Roma per lo spoglio e lo scrutinio del voto. «Le complesse operazioni elettorali si sono concluse con successo», ha commentato il Direttore Generale per gli italiani all'estero della Farnesina Luigi Vignali, che era ieri ad accogliere nel pomeriggio un volo speciale dal Venezuela a Fiumicino. «Ringrazio i nostri 200 Uffici all'estero per l'incredibile impegno che ha permesso agli italiani di votare, anche in situazioni di crisi. Mi recherò nei prossimi giorni proprio in Venezuela, per valutare come sostenere concretamente i nostri connazionali in quel Paese» ha aggiunto Vignali.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha votato poco dopo le 8:30, nella sezione 535 della scuola Giovanni XXIII del quartiere Libertà a Palermo. Nel capoluogo si registrano ritardi nell'apertura di alcuni seggi a causa di un errore che ha causato la ristampa delle schede di 200 sezioni. Subito dopo il voto il Capo dello Stato è uscito dalla sezione elettorale dimenticando di ritirare il documento d'identità che il presidente di seggio ha subito provveduto a consegnare agli uomini della scorta.

Il premier Paolo Gentiloni si è recato a votare al seggio numero 27 di Roma verso le 9.45. Accompagnato dalla moglie ha trovato una discreta fila ed ha votato poco dopo le 10. Il premier ha scambiato qualche parola con gli altri elettori in fila.

Ha votato al Liceo Berchet di Milano Laura Boldrini, presidente della Camera. Ricordando che è il giorno del silenzio, ha comunque invitato la gente a recarsi alle urne. «Mi auguro -ha detto- che gli italiani vadano a votare e che vada tutto bene».


Il segretario del Pd Matteo Renzi ha votato nella sezione 10 del seggio allestito nel liceo Machiavelli di Firenze, in via Santo Spirito, in Oltrarno. Renzi era accompagnato dalla moglie, che vota in un altro seggio. Renzi è entrato e ha potuto votare subito: quando è arrivato alle 9.20 non c'erano altre persone in fila alla sezione, affollata invece di fotografi e giornalisti.

Cori da stadio per il candidato premier del Movimento 5 Stelle, Luigi Di Maio, davanti alla scuola di via Pertini a Pomigliano d'Arco (Napoli) dove si è recato a votare nel seggio numero 18 del plesso «Sulmona». Al grido «presidente, presidente», una folla di cittadini ha accolto l'arrivo di Di Maio rendendogli difficoltoso il tragitto fino al seggio. «È sempre un'emozione essere qui - ha detto Di Maio - c'è gente che per cinque anni ha lottato per cambiare le cose, che hanno fatto un vero percorso con noi». Il candidato premier si è messo in fila insieme ad un gruppo di cittadini e di supporter che gli chiedevano di scattare selfie insieme.

Silvio Berlusconi è stato contestato stamani all'interno del suo seggio elettorale a Milano da una ragazza a torso nudo che gli ha urlato "Berlusconi, il tempo è scaduto". Nel 2013 Berlusconi, sempre nel seggio di via Scrosati a Milano, era stato contestato da tre attiviste delle Femen con le stesse modalità. Poi il leader di Forza Italia ha detto che per votare ci vuole «un tempo molto lungo quindi temo ci saranno molte code anche stasera e sono preoccupato che ci possa essere una situazione in cui ci sono persone che non arrivano a votare».

Il presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, è andato alle urne a Fiuggi, in provincia di Frosinone, dove con la famiglia trascorre le vacanze e spesso i giorni di fine settimana quando è libero da impegni politici. Tajani, designato premier dal leader di Forza Italia Silvio Berlusconi nel caso di un successo del centrodestra e del primo posto di Forza Italia nella coalizione, si è presentato al seggio numero 7 di viale degli Studi insieme alla moglie. Ad accompagnare il presidente del Parlamento europeo c'erano anche i candidati di FI alla Camera e al Senato, Mario Abbruzzese e Giuseppe Incocciati.


Il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, candidato governatore del centrosinistra, ha votato al suo seggio nei pressi di piazza Mazzini, a Roma. Lasciando il seggio non ha rilasciato dichiarazioni nel merito: «Oggi è silenzio elettorale - si è limitato a dire - oggi parla il popolo». A quanto riferiscono i responsabili del seggio dove ha votato Zingaretti, al momento da loro l'affluenza sarebbe scarsa.

La sindaca di Roma Virginia Raggi ha votato al seggio elettorale allestito presso la scuola di via delle Maestre Pie Filippini 5, nel quartiere Ottavia. La sindaca ha fatto un appello ad andare a votare.


Il sistema elettorale
Per la prima volta la legge in vigore è il cosiddetto 'Rosatellum', sistema misto con un terzo dei seggi, 232 a Montecitorio e 116 a palazzo Madama, assegnato con metodo maggioritario; e due terzi, rispettivamente 232 e 116, con il proporzionale. Nel primo caso in ogni collegio viene eletto un solo candidato, quello che ottiene più voti. Nel secondo caso a ciascuna lista o coalizione di liste sono assegnati i seggi in proporzione ai voti ottenuti, calcolati a livello nazionale e poi redistribuiti nelle singole circoscrizioni territoriali, divise in collegi plurinominali con liste bloccate. 

Al riparto dei seggi concorrono le liste che abbiano superato il 3 per cento a livello nazionale, mentre quelle non avranno ottenuto almeno il 3%, ma più dell'1%, concorreranno alla cifra elettorale nazionale di ciascuna coalizione. Questa operazione -spiega il Viminale- presuppone, pertanto, la necessità che tutte le sezioni abbiano concluso le operazioni e abbiano inviato i dati. La mancanza, anche di una o più sezioni, che (per i motivi più vari) non abbia concluso e trasmesso i risultati, non rende possibile la determinazione della cifra nazionale e, quindi, il conseguente riparto.

Caos a Roma
Situazioni critiche sono state segnalate in alcune sezioni elettorali di Roma. In un seggio di via Valerio Publicola, Municipio VII, il presidente di seggio non si è presentato e verso le 19 è stato designato un nuovo presidente. In alcuni seggi di via Gentile, oltre all'assenza dei presidenti, è stata segnalata la mancanza di schede e verbali. 


«A meno di 12 ore dall'apertura dei seggi per le elezioni politiche e regionali stiamo ricevendo dai nostri rappresentanti di lista numerosissime segnalazioni di assenze di presidenti e scrutatori di cui ancora non sono stati trovati i sostituti e di seggi dove non sono ancora arrivati i necessari materiali, addirittura senza le urne - dichiara in una nota il Pd Roma - Anche alla vigilia dell'appuntamento più importante della vita democratica del nostro Paese, il M5S alla guida di Roma offre così l'ennesima dimostrazione della sua totale incapacità di gestire la cosa pubblica». 

Le tessere elettorali
Gli uffici anagrafici di Roma Capitale hanno rilasciato più di 55.000 duplicati delle tessere elettorali per i cittadini che l’abbiano smarrita, esaurita, deteriorata o non ritirata. Dalla convocazione dei comizi hanno rilasciato tessere ed attestazioni 457 operatori con apertura straordinaria degli sportelli, a partire dal 26 febbraio, in orario pomeridiano anche prefestivo e festivo. 

L'amministrazione ha provveduto, inoltre, a spedire 35.000 etichette per le tessere elettorali di coloro che hanno effettuato il cambio di domicilio e per la modifica della composizione delle sezioni.
Ammonta a 20.000 il numero di nuove tessere per cambi residenza da altri Comuni o per i diciottenni. Per i cittadini italiani residenti nel territorio di Roma Capitale, al compimento del 18° anno di età, l'Ufficio Elettorale ha provveduto alla spedizione della tessera direttamente presso la loro abitazione. Le tessere dei nuovi iscritti sono state spedite tramite raccomandata ai rispettivi domicili. Dopo un tempo di giacenza di 10 giorni, termine entro cui il cittadino ha diritto al ritiro, l'Amministrazione ha potuto ritirare le tessere e predisporre un attestato sostitutivo.

© RIPRODUZIONE RISERVATA