Alitalia verso il commissariamento
Nuovi scenari nei cieli della Puglia

Alitalia verso il commissariamento Nuovi scenari nei cieli della Puglia
di Nicola QUARANTA
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Mercoledì 26 Aprile 2017, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 10:15
Alitalia in bilico. Il signornò dei lavoratori della compagnia lascia in pista un grande punto interrogativo sul futuro dell’azienda, il cui declino rischia di pesare e riflettersi anche sull’organizzazione e sulla gestione dei servizi di Aeroporti di Puglia e sui collegamenti stessi con la regione. La preoccupazione, dunque, per le eventuali ripercussioni sugli scali di Bari e Brindisi, tiene alto il livello di attenzioni per le sorti della società. All’indomani dell’esito del referendum sul preaccordo per il salvataggio della compagnia (il “No” ha vinto nettamente, affermandosi con 6.816 voti, contro 3.206 “sì”, vale a dire con il 67%), la situazione sembra già precipitare. Alitalia, infatti, ha intrapreso la strada verso il commissariamento.
L’annuncio è stato dato dallo stesso presidente della compagnia, Luca Cordero di Montezemolo. La decisione del Cda è formalizzata nella formula di rito comunicata dall’azienda: «Il Consiglio di Amministrazione di Alitalia ha preso atto con rammarico della decisione dei propri dipendenti di non approvare il verbale di confronto firmato il 14 aprile tra l’azienda e le rappresentanze sindacali. L’approvazione del verbale avrebbe sbloccato un aumento di capitale da 2 miliardi, compresi oltre 900 milioni di nuova finanza, che sarebbero stati utilizzati per il rilancio della Compagnia. Data l’impossibilità di procedere alla ricapitalizzazione, il Consiglio ha deciso di avviare le procedure previste dalla legge e ha convocato un’assemblea dei soci per il 27 aprile (seconda convocazione 2 maggio) al fine di deliberare sulle stesse». Procedure, queste ultime, previste dalla legge Marzano, contenente misure per la ristrutturazione industriale di grandi imprese in stato di insolvenza. Entrata in vigore il 21 febbraio 2004, la legge prevede l’accesso ad una procedura di amministrazione straordinaria con un commissario che ha 180 giorni di tempo, più una possibile proroga di 90 giorni, per il piano di ristrutturazione.
Alitalia rientra a pieno titolo nei requisiti per l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria stabiliti dalla legge, che fissa sia l’importo minimo del debito sia il numero dei lavoratori coinvolti. Ovvero, un numero non inferiore a 500 dipendenti e debiti, inclusi quelli derivanti da garanzie rilasciate, per un ammontare complessivo non inferiore a 300 milioni. Lo scenario all’orizzonte, dunque. E assai probabile che l’impresa chiederà al ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda - con istanza motivata e corredata di adeguata documentazione, presentando contestuale ricorso per la dichiarazione dello stato di insolvenza al tribunale del luogo in cui l’impresa ha sede principale - l’ammissione alla procedura di amministrazione straordinaria, tramite la ristrutturazione economica e finanziaria. In tal caso, con proprio decreto, il ministro potrebbe provvedere all’ammissione immediata dell’impresa alla procedura di amministrazione straordinaria. Il decreto determinerebbe lo spossessamento del debitore e l’affidamento al commissario straordinario della gestione e dell’amministrazione dei beni dell’imprenditore insolvente. Il decreto dovrà essere comunicato immediatamente al Tribunale. Questa, quindi, una delle possibili vie di uscita.
Ma il governo stesso guadagna tempo. È saltato, infatti, il vertice al Mise in un primo momento fissato per la giornata di oggi, al quale avrebbero dovuto prendere parte anche i sindacati. «I cittadini italiani hanno messo circa 7 miliardi e 400 milioni nei progetti di salvataggio della compagnia, credo che sia sufficiente», il monito del ministro Calenda, sottolineando che la soluzione non può essere quella di «mettere altri miliardi pubblici e mantenere un’azienda in perdita». Quanto agli scenari, il ministro ha aggiunto: «La cosa più plausibile è che si vada verso un breve periodo di amministrazione straordinaria che si potrà concludere nel giro di 6 mesi o con una vendita parziale o totale degli asset di Alitalia oppure con la liquidazione». Aggiungendo: «Se ci saranno aziende interessate a rilevarla questo è tutto da vedere, è prematuro. Negozieremo con l’Ue un aiuto pubblico sotto forma di prestito».
A seguito dell’esito negativo della consultazione referendaria sul verbale di confronto siglato da Alitalia e dalle organizzazioni sindacali, la Compagnia ha già precisato che il programma e l’operatività dei voli Alitalia non subiranno al momento modifiche. Al momento, appunto. Ma la preoccupazione cresce anche in Puglia, dove peraltro, nuove società low cost (Turkish Airlines e Easyjet in testa) sarebbero pronte a dividersi con Ryanair la fetta delle ulteriori risorse che la Regione intende mettere sul piatto della programmazione per sviluppare la concorrenza sui cieli pugliesi. Inevitabilmente immobile, anche rispetto alla previsione di nuove rotte, l’ex compagnia di bandiera italiana. E alla luce della bocciatura del piano industriale, rischia di perdere ulteriormente il passo della concorrenza.
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