Alleanza Carfagna-Di Maio per il Mezzogiorno, c'è il protocollo: si punta sulle Zes e sull'internazionalizzazione

Alleanza Carfagna-Di Maio per il Mezzogiorno, c'è il protocollo: si punta sulle Zes e sull'internazionalizzazione
​Alleanza Carfagna-Di Maio per il Mezzogiorno, c'è il protocollo: si punta sulle Zes e sull'internazionalizzazione
di Oronzo MARTUCCI
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Venerdì 14 Maggio 2021, 05:00

«South is back, il Sud è tornato»: con queste parole il ministro per il Mezzogiorno, Mara Carfagna, ha concluso la conferenza stampa, alla quale ha partecipato anche il ministro degli Affari esteri Luigi Di Maio, durante la quale è stato presentato un protocollo di intesa sottoscritto tra i due ministeri con l’obiettivo di rafforzare e aiutare il processo di internazionalizzazione delle imprese che operano nel Mezzogiorno.

Il protocollo

 

Sono state individuate alcune linee di azioni da mettere in campo per rafforzare tale collaborazione. La prima linea di azione riguarda la promozione delle Zone economiche speciali (Zes). Nel protocollo sottoscritto da Carfagna e Di Maio si prevede di “valorizzare questo nuovo strumento di governance nelle attività di promozione svolte all’estero attraverso la rete diplomatico-consolare e la rete degli Uffici Ice e dei Desk e Unit per l’Attrazione degli Investimenti Esteri (Aie) di Ice-Agenzia, mediante lo studio e la realizzazione di materiale promozionale ed esplicativo sulle specifiche opportunità (a cura del Ministro per il Sud tramite i Commissari Straordinari responsabili delle singole Zes, eventualmente elaborati con il supporto e l’assistenza del Ministero dello sviluppo economico e di Invitalia S.p.a.) destinato a imprese e investitori esteri”.

È prevista anche la “realizzazione di una guida Invest in Southern Italy / Business in Southern Italy che illustri le opportunità di investimento nelle regioni meridionali e valorizzi il contesto del Mezzogiorno dal più ampio punto di vista geografico, ambientale, culturale”.

Carfagna: «Raccontare un nuovo Mezzogiorno»

 

Il ministro Mara Carfagna ha confermato l’intenzione di rafforzare le Zes. «Puntiamo ad attrarre investimenti al Sud e miriamo all’internazionalizzazione delle piccole medie-imprese meridionali. Un ruolo cruciale nel raggiungimento di questo obiettivo lo svolgeranno i nostri ambasciatori, consoli e diplomatici che avranno anche il compito di raccontare un nuovo Mezzogiorno, quello che stiamo provando a costruire grazie anche alle grandi opportunità che per l’Italia e il Sud si aprono con il Pnrr», ha detto il ministro per il Sud.

«Abbiamo lavorato moltissimo per inserire all’interno del Piano nazionale di ripresa e resilienza una linea di intervento che finanzia con oltre 600 milioni di euro l’infrastrutturazione delle Zes, a cui abbiamo affiancato anche un’azione di riforma che entrerà nell’imminente decreto semplificazioni. Con questa riforma della governance delle Zes il Commissario sarà l’interlocutore unico di chi vorrà venire a investire in queste aree del Mezzogiorno, rafforzandone i poteri, dando strutture di supporto e snellendo le procedure amministrative attraverso il rilascio di una Autorizzazione unica proprio da parte del commissario», ha aggiunto.

Le Zone economiche speciali

 

Le Zes sono state istituite con un decreto del 20 maggio 2017 (governo Gentiloni) convertito in legge il 2 agosto dello stesso anno che ha per titolo “Interventi urgenti per il rilancio del Mezzogiorno”. Le Zes sono state previste solo come aree funzionalmente collegate ai porti del Mezzogiorno e alle Autorità di sistema portuale.

Ma non sono mai partite concretamente. I vari governi ogni volta si sono accorti che era necessario introdurre nuove semplificazioni, prevedere tagli alle imposte per attrarre gli investitori, rafforzare le infrastrutture portuali e retroportuali.

La Puglia ha ottenuto due Zes su otto del Mezzogiorno: una con riferimento all’Autorità di sistema portuale dell’Adriatico meridionale (con i porti di Bari, Brindisi, Manfredonia, Barletta e Monopoli); l’altra con riferimento all’Autorità portuale dello Jonio (con riferimento al porto di Taranto). La Zes adriatica non ha ancora ottenuto la nomina del commissario governativo, ma nei giorni scorsi ha elaborato e approvato un kit localizzativo destinato ai Comuni nei quali ci sono Zone economiche speciali. Il kit, contenente semplificazioni e tagli alle imposte locali, dovrà essere approvato dai Consigli comunali di ogni territorio e quindi condiviso dalla Regione, la quale a sua volta dovrà concedere altre semplificazioni e riduzioni di imposte per rafforzare l’attrattività dei territori.

La Zes jonica ha ottenuto nel dicembre dello scorso anno la nomina del commissario Giampiero Marchesi, ma il Comitato di indirizzo non ha ancora approvato il Kit localizzativo da proporre ai Comuni della provincia di Taranto (e Francavilla Fontana in provincia di Brindisi) che rientrano nel perimetro della Zes Jonica. In ogni caso sia il commissario Marchesi che il Comitato di indirizzo e il presidente dell’Authority Sergio Prete stanno lavorando a definire il kit localizzativo. Il cui contenuto non potrà essere granché diverso da quello della Zes adriatica, visto che il coordinamento delle decisioni spetta alla Regione Puglia.

E la Regione Puglia non potrà proporre incentivi diversi per le due Zes che ricadono sul suo territorio. Entrambe le Zes pugliesi hanno da tempo ottenuto l’istituzione di Zone franche doganali intercluse (Zfd), all’interno delle quali ospitare investitori internazionali che potranno beneficiare di un regime fiscale che taglia dazi e Iva su merci destinate ai paesi extra europei. Un valore aggiunto per l’intero territorio.

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