Assalto a ospedali e guardie
Medici, è battaglia sui “filtri”

Assalto a ospedali e guardie Medici, è battaglia sui “filtri”
3 Minuti di Lettura
Sabato 6 Gennaio 2018, 22:24 - Ultimo aggiornamento: 22:25
Influenza e virus parainfluenzali mettono a letto i pugliesi e in ginocchio gli ospedali, ma intanto scoppia il caso Lecce con una diatriba triangolata tra direttore generale, medici di famiglia, medici di guardia medica. Le bordate partono dalla guardia medica in servizio nella “Cittadella della salute” di Lecce che puntano il dito sui medici di famiglia. La ragione? Secondo il loro punto di vista i medici di famiglia non sono presenti quanto dovrebbero e, ciliegina sulla torta, minacciano di segnalare ai Nas le condizioni igienico-sanitarie della guardia medica.
«Quest’anno l’influenza sta mettendo sotto scacco tutto il sistema – dice Mario Giugno portavoce dei medici della guardia medica della “Cittadella della salute” – e i pazienti accusano i medici di famiglia di non recarsi a domicilio per le visite. Sono tante le telefonate che riceviamo in questo senso. Noi chiediamo alla direzione generale della Asl di Lecce una maggiore dotazione organica e la sensibilizzazione dei medici di famiglia affinché non si verifichino queste situazioni. Per questo siamo d’accordo con il direttore generale che ha diramato una nota in questo senso dimostrando sensibilità verso il problema. Dobbiamo metterci la mano sulla coscienza e dare tutti una mano, ma il filtro devono farlo i medici di famiglia. Per le carenze igienico-sanitarie segnaleremo tutto ai Nas».

Giugno descrive una situazione da brivido, con la sala d’attesa affollata e le persone con i nervi tesi al punto da costringere i medici a chiamare il 113 quando il clima si surriscalda, oltre alle problematiche già evidenziate. Questo il nuovo fronte caldo che si aggiunge alle polemiche che si sono aperte in questi giorni, proprio sulla linea di confine delle guardie mediche e dei medici di famiglia.
Ma se la guardia medica della “Cittadella della salute” si dichiara in sintonia con il direttore generale della Asl di Lecce, Silvana Melli, che ha acceso un faro sull’attività dei medici di famiglia, sull’altra faccia della medaglia c’è il fotofinish dell’indignazione della categoria. Gli strali tutti per il direttore generale Melli, e per una sua nota diretta ai direttori di distretto. In sintesi il direttore Melli ha chiesto un’opera di sensibilizzazione dei medici di famiglia in relazione alla criticità del momento (aumento delle patologie cardiorespiratorie). Quindi? Tuoni, fulmini, saette e chat soffocate dai post. La nota non è piaciuta ai medici di famiglia perché lascerebbe intendere che non colgono la difficoltà del momento. «Quanto è stato scritto è offensivo in quanto sensibilizzare un medico di medicina generale vuol dire fargli capire una gravità del momento che noi affrontiamo da quasi quarant’anni», replica Antonio Chiodo, presidente Snami Puglia, che insiste: «La nota della direzione generale risulta inopportuna in sede di associazionismo medico in quanto è prevista la reciproca sostituzione tra componenti dei gruppi e delle reti. Il medico di medicina generale, in questo frangente, sta operando oltre le proprie possibilità, anche al di fuori dei propri orari istituzionali, assicurando la propria disponibilità persino con il cellulare che non è uno strumento professionale, ovvero ufficiale. Semmai, le carenze di organico sono da individuare in altri servizi propri del lavoro subordinato e non di quello convenzionato».
Respinta al mittente ogni ipotesi di “latitanza” della categoria, dunque, anche dal presidente dell’Ordine dei medici di Bari, Filippo Anelli, che precisa: «A Genova è stata chiesta una mano ai medici di famiglia e in pochi giorni è stato allestito un ambulatorio per i codici bianchi e verdi. Quando si deve dare una mano siamo pronti e non può essere diversamente: noi siamo medici. Purtroppo in Puglia si continua a governare con le circolari e non stando sul campo, ma noi facciamo il nostro dovere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA