L’incontro alla festa della Polverini
«Rocco, in aula hai numeri incredibili...»

L’incontro alla festa della Polverini «Rocco, in aula hai numeri incredibili...»
di Francesco G.GIOFFREDI
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Venerdì 16 Giugno 2017, 13:41

Renata Polverini è nata il 14 maggio. Renato Brunetta, invece, da prof di economia ha un debole per chi sa tuffarsi con allure un po’ secchiona in numeri, tabelle e commi. E il sito di Openpolis, che monitora le performance dei parlamentari, dev’essere finito nel menu dei “preferiti” di Silvio Berlusconi. Cosa hanno da spartire queste tre circostanze col ritorno di Rocco Palese in Forza Italia, con tanto di lacerante addio al mondo fittiano? Molto.
Ricominciamo da lei, dalla Polverini: da qualche anno, la deputata forzista organizza a Roma una festa bipartisan per celebrare il suo compleanno. Lo scorso maggio c’era anche Rocco Palese, che alla Camera è ormai celebre e apprezzato trasversalmente per le sue doti da stacanovista: sempre presente (per il 99%, dice Openpolis), torrenziale nella produzione di interrogazioni ed emendamenti, un maratoneta chino a ogni ora su faldoni e leggi. Alla festa - a un certo punto - è sbucato anche Berlusconi, che non ha perso l’occasione per agganciare il deputato salentino. «Caro Rocco, ho mille motivi per proporti di venire con noi. Ho qui con me i tuoi numeri sull’indice di produttività alla Camera (le tabelle di Openpolis, ndr) e sono incredibili... E poi mi ha colpito il vederti parlare in aula sempre a braccio. Incontriamoci». Detto, fatto. Una, due, tre volte, a Roma e ad Arcore. E sembrano lontani anni luce i tempi in cui, era il 2010, fu Fitto a dover marcare stretto l’ex premier per sponsorizzare la candidatura di Palese alla presidenza della Puglia: Berlusconi all’epoca era quantomeno dubbioso, si narra persino di giudizi sferzanti sull’allora capogruppo del Pdl in Consiglio regionale. Troppo “primo della classe”, troppo argentata la chioma, troppo salentino l’eloquio, troppo regimental le cravatte, insomma troppo distante dal canone berlusconiano. Oggi però l’ex premier ha un disperato bisogno di uomini di fatica e rigore, oltre che di giovani affamati. «Farai parte della squadra che lavorerà al nuovo partito», ha assicurato il (fu) cavaliere a Palese, con la sua proverbiale stretta di mano. E un ruolo chiave l’ha giocato senz’altro Brunetta: il presidente dei forzisti alla Camera non ha mai spezzato il filo con il deputato salentino, spesso sintonizzati sugli stessi temi e sui medesimi approcci.
Il resto, com’è naturale, l’ha fatto il travaglio interiore di Palese. Riduttivo etichettarlo come fittiano: al leader di Direzione Italia è (era?) legato da un rapporto umano ultra trentennale, ben oltre la politica. Palese, medico 63enne ed ex democristiano, era un fittiano prima di Raffaele - si potrebbe dire: era amico di Salvatore, papà dell’ex ministro e governatore pugliese tragicamente scomparso nel 1988. E dell’enfant prodige di casa ha poi seguito l’evoluzione e le tappe politiche, sempre al suo fianco, per esempio da assessore regionale al Bilancio tra il 2000 e 2005, quando il 30enne Raffaele ha governato la Puglia. I due non si sono separati nemmeno nel drammatico momento dell’addio a Forza Italia: un atto di vera amicizia e lealtà, perché di quell’operazione Palese non ha mai condiviso granché. Ma è sempre stato lì, seduto in prima fila al fianco di Adriana (la moglie di Fitto) durante le kermesse dei Conservatori&riformisti e di Direzione Italia, «perché non può non essere così» per chi è (era?) una specie di zio aggiunto per i tre figli della coppia di Maglie. Ultimamente la distanza tra i due cominciava però a diventare quasi tangibile, Palese giocava perlopiù da battitore libero su molti temi, forse in fondo soffrendo per le scarse o nulle attestazioni di stima pubbliche. Viceversa ieri furbescamente snocciolate da Berlusconi, e magari condite da qualche promessa di ruoli di spicco in Fi.
Sillabare però quel «Raffaele, me ne vado» per Rocco dev’essere stato un tormento, quasi una pena, un pugno allo stomaco da vertigine. Raccontano pure che Fitto, l’algido Fitto, non abbia avuto nemmeno la forza d’arrabbiarsi ([PALLINOBLU]come è stato di recente per altri addii[/PALLINOBLU]) e si sia chiuso in un funereo silenzio. È la politica, spesso spietata.
 

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