Cani e gatti da abbattere, bufera sulla legge regionale

Cani e gatti da abbattere, bufera sulla legge regionale
di Stefano MARTELLA
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Giovedì 1 Giugno 2017, 11:35
«Stupisce e indigna leggere la proposta di legge regionale firmata dall’assessore Leonardo Di Gioia, secondo la quale la Regione Puglia potrebbe autorizzare un piano per abbattere cani e gatti inselvatichiti, proposta che mira a tornare indietro, di quasi trent’anni, all’epoca in cui i randagi si potevano sopprimere». Con queste parole Michela Vittoria Brambilla, ex ministro del Turismo sotto il IV governo Berlusconi e fondatrice della Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, si scaglia contro la proposta di legge regionale 67 del 2 maggio 2017, riguardo le “Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio”.
La pietra dello scandalo riguarda soprattutto un articolo del provvedimento: il 31 comma 4, che recita testualmente: “il Presidente della Giunta regionale, sentito l’Ispra, può autorizzare il controllo di qualsiasi specie di fauna selvatica, nonché dei cani e dei gatti inselvatichiti, che, moltiplicandosi eccessivamente, arrecano danno alle colture agricole, al patrimonio faunistico, alle attività e produzioni zoo-agroforestali ed ittiche, ai beni storico-artistici. Il controllo può essere autorizzato anche ai fini di una migliore gestione del patrimonio zootecnico per la tutela del suolo, per motivi sanitari e per la tutela della salute pubblica nonché della selezione biologica”. In poco tempo le associazioni animaliste sono insorte, costringendo il presidente Michele Emiliano ad intervenire su Facebook con un post rassicurante, in cui escludeva categoricamente l’esistenza di una legge del genere.
Eppure, il disegno di legge c’era. Firmato e timbrato dall’assessore regionale all’Agricoltura, Leonardo Di Gioia. Se ne è discusso ieri mattina nella seduta congiunta delle Commissioni consiliari II e IV. Quindi Emiliano ha specificato, tramite una seconda nota su Facebook, che il «disegno di legge riprende alla lettera la legge regionale in vigore da quasi 20 anni, senza che nulla sia accaduto. Si tratta infatti di casi talmente remoti e riguardanti specie animali pericolose, tra cui gli inselvatichiti da non essere mai accaduti. La Regione Puglia è la stessa – ha sottolineato Emiliano - che ha fatto le barricate per evitare l’abbattimento dei lupi in conferenza stato-regioni, non potremmo mai comportarci in maniera difforme dai nostri principi».
Da più versanti le prese di posizione non sono tardate ad arrivare. Dopo l’intervento della Brambilla è arrivato quello dell’associazione Enpa: «Di Emiliano conosciamo e apprezziamo l’impegno contro lo sterminio dei lupi - si legge sulla nota diramata dall’associazione animalista - delle associazioni professionali agricole, di alcune in particolare, conosciamo al contrario la pulsione ossessiva per un controllo pervasivo della fauna selvatica; un controllo che non risolve affatto i presunti problemi causati dai selvatici alle colture, ma serve solo ai cacciatori per sparare».
Sulla questione è intervenuto anche il consigliere regionale di Sinistra Italiana, Cosimo Borracino: «Quel che ci lascia perplessi è l’aver voluto inserire in questa disciplina che riguarda la caccia un riferimento ai cani e ai gatti che, certamente, non appartengono alla categoria della fauna selvatica, ma rimangono a tutti gli effetti animali d’affezione – ha commentato Borracino - riteniamo davvero impensabile che si possa anche solo ipotizzare che cani e gatti possano essere uccisi o abbattuti da cacciatori che, in tal caso, potrebbero essere passabili di denuncia per bracconaggio, per “uso dell’arma su specie non consentite”, e per uccisione o maltrattamenti di animali». Il capogruppo M5S, Gianluca Bozzetti, e i consiglieri Rosa Barone e Marco Galante, puntano il dito contro «la superficialità su un tema così delicato. La Giunta farebbe bene a ritirare il ddl ed a ripresentarlo quando si saranno chiariti le idee, visti i tanti passaggi ambigui che hanno scatenato le proteste delle associazioni animaliste quali Enpa e Lav». hanno sottolineato i pentastellati
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