I Consorzi battono cassa: cartelle da 14 milioni per le opere di bonifica

I Consorzi battono cassa: cartelle da 14 milioni per le opere di bonifica
di Vincenzo DAMIANI
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Lunedì 25 Giugno 2018, 05:30

Poco meno di 14 milioni di euro (13,8 milioni per la precisione), linfa vitale per i quattro consorzi di bonifica commissariati per poter riattivare il piano di pulizia e manutenzione di canali e infrastrutture. È questa la somma totale delle 162.639 cartelle recapitate agli agricoltori baresi, tarantini, brindisini e leccesi per la riscossione del tributo 630 relativo all’anno 2015 (entro fine anno verranno notificate le cartelle per gli anni 2016 e 2017). Senza questa somma in cassa, sarà praticamente impossibile poter compiere quelle opere di bonifica - reclamate dagli agricoltori stessi - che aiuterebbero a riportare la situazione quasi alla normalità.
Da Bari in giù ci sono 2.300 chilometri di canali che attendono di essere riportati a nuova vita, questo perché per circa 10 anni la manutenzione si è fermata, o quasi. La storia inizia nel 2003: con una legge la Regione Puglia decide di cancellare il pagamento del tributo 630, in cambio si impegna a destinare una cifra forfettaria. Nell’area della Capitanata decidono autonomamente di continuare a versare il contributo: i consorzi foggiani, nel 2017, saranno gli unici a salvarsi dal commissariamento perché “efficienti”. I soldi versati dalla Regione dal 2003 al 2013, infatti, si riveleranno insufficienti, a malapena basteranno a garantire la gestione ordinaria dei consorzi. Così, l’attività di pulizia si paralizza. Il governo Vendola mantiene la situazione inalterata, sino al 2015 quando vengono emesse nuovamente le cartelle riferite all’anno 2014. Inizia la diatriba tra agricoltori e consorzi, con i primi che ritengono di non dover pagare finché la manutenzione non sarà effettuata. La storia si è trascinata sino ad oggi. Però, nonostante le resistenze, mediamente ad oggi i consorzi di bonifica sono riusciti ad incassare circa il 70% del totale delle cartelle emesse. Ma non basta, tanto che in settimana – tra mercoledì e venerdì – il commissario Alfredo Borzillo incontrerà i Comuni e gli agricoltori di Bari, Taranto, Brindisi e Lecce per spiegare le ragioni del tributo 630 e l’importanza del suo pagamento.
La Puglia negli anni tra il 2003 e il 2015 ha accumulato un enorme ritardo rispetto ad altre Regioni italiane e, persino, rispetto allo stesso consorzio foggiano: oltre alla manutenzione e alla pulizia, adesso occorrono onerosi investimenti per rifare quasi del tutto le infrastrutture. Ad esempio, solamente nel territorio barese ci sono 1.200 chilometri di tubature che hanno tra i 40 e i 50 anni e che generano perdite importanti.

Stornara e Tara. Ma quanto pesa il tributo 630 sulle casse degli agricoltori? Analizziamo la situazione consorzio per consorzio. Per quanto riguarda il 2015, il consorzio Stornara e Tara (Taranto) ha emesso 14.507 cartelle di pagamento, per un totale da incassare pari a un milione e 640mila euro. I contribuenti totali sono 90.978, ma oltre 76mila agricoltori, per il 2015, non pagheranno perché sono sotto il minimo dei 12 euro all’anno. Dei 14.507 avvisi emessi, nel 44,43% dei casi si tratta di “bollettini” tra i 12 e i 30 euro, nel 16,13% tra i 30 e i 50 euro, nel 17,26% tra i 50 e i 100 euro. Mediamente, il contributo per ettaro è di 18,94 euro, 113 euro per ditta.

Arneo. Ci spostiamo sul consorzio Arneo-Nardò, che abbraccia anche il territorio brindisino e una parte di quello tarantino: le cartelle emesse sono 74.198 per un totale da incassare di 5 milioni e 266mila euro. Qui, il contributo medio per ettaro sale, è di 29,76 euro (70,98 euro per ditta). Dei quasi 75mila agricoltori, il 65% pagherà una cifra oscillante tra i 12 e i 30 euro a testa, il 14% da 30 a 50 euro e l’11% tra 50 e 100 euro. A dover pagare oltre 10mila euro sono solamente in 25, dai mille ai 10mila euro sono 533.

Ugento-Li Foggi. Per il consorzio di bonifica Ugento-Li Foggi (Salento): cartelle emesse 52.731, per un totale di 3 milioni e 918mila euro. Il contributo medio per ettaro è di 42,81 euro (74,31 euro per ditta). Degli oltre 52mila contribuenti, il 50,48% è chiamato a versare una somma tra i 12 e i 30 euro, il 17,70% tra i 30 e i 50 euro, il 17,96% tra i 50 e i 100 euro. Sono in otto a dover sborsare oltre i 10mila euro, e 371 tra i mille e i 10mila euro.

Terred'Apulia. Infine, il consorzio Terre d’Apulia (Bari): i contribuenti sono 21.203, invece in 107.554 non pagheranno nulla per il 2015 perché al di sotto dei 12 euro.

Il contributo medio per ettaro di 18 euro, 140 euro per ditta. Delle 21mila cartelle emesse, nel 39,99% dei casi riguarda pagamenti tra i 12 e i 30 euro. Un altro 15,60% degli agricoltori pagherà dai 30 ai 50 euro, un 16,93% tra i 50 e i 100 euro. Ad aver ricevuto un avviso di pagamento superiore ai 10mila euro sono solamente in sette, 406 invece quelli che sono chiamati a versare una somma oscillante tra i mille e i 10mila euro.

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