Design, la Puglia prova a rilanciarsi tra innovazione e sostenibilità

Una miriade di piccole e medie imprese che investono su sostenibilità e innovazione cercano di ritagliarsi uno spazio commerciale e una visibilità sempre più importanti

Design, la Puglia prova a rilanciarsi tra innovazione e sostenibilità
Design, la Puglia prova a rilanciarsi tra innovazione e sostenibilità
di Giuseppe MARTELLA
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Sabato 6 Maggio 2023, 07:47 - Ultimo aggiornamento: 10:23

Un mondo in movimento che dovrebbe fare di più. Questo lo stato dell'arte del design pugliese, una miriade di piccole e medie imprese che investono su sostenibilità e innovazione cercano di ritagliarsi uno spazio commerciale e una visibilità sempre più importanti.

Un settore che vede l'Italia issarsi ai vertici in Europa per numero di aziende specializzate, quasi 16mila quelle conteggiate nel 2021, il 16.2% del totale nel Vecchio Continente, meglio di Francia e Germania, e per addetti, 63mila gli occupati complessivi, pari al 19.1%. Un fatturato da 2.9 miliardi di euro. Numeri ai quali la Puglia, che occupa il 12esimo posto su scala nazionale, partecipa con una quota di valore aggiunto pari all'1.7% e una occupazione che copre l'1.9% di quella nazionale. Cifre importanti che disegnano uno scena attiva lungo tutto il territorio regionale. E che con le necessarie spinte potrebbe ambire a risultati ancora più importanti.

I numeri

Al recente Salone Internazionale del Mobile, appuntamento tra i più importanti a livello mondiale per le imprese che si occupano di design, interior e arredamento, aperto a Milano dal 18 al 23 aprile scorsi, sono state 28 le aziende pugliesi ospitate. Tra queste la Kubico di Galatina, popoloso centro in provincia di Lecce, 51 anni di tradizione nella progettazione e realizzazione di oggetti di design esportati in Italia e all'estero.

«Nessuno si scandalizzi sottolinea Enrico Surdo, fondatore dell'azienda nel 1972 nel sentire che la Puglia sia ancora agli albori in questo settore.

Mancano le strutture per produrre oggetti di design su scala industriale, sintetizzati e costruiti in serie. In un mondo nazionale e internazionale nel quale continua pure latita l'innovazione corale e si rivede spesso qualcosa di già visto». Sperimentazione continua e la voglia di andare sempre incontro alle esigenze del cliente. «Chi produce design, però dice ancora Surdo - si trova costretto a battagliare da un lato con la produzione su larga scala e con la commercializzazione online. Un ipotetico cliente, già aprendo il telefono, si trova dinanzi a offerte di ogni tempo. E mancando la cultura attorno al design si fermano spesso al primo oggetto, invogliato anche dai prezzi. In questa situazione è fondamentale sulla qualità assoluta in modo da andare a centrare la necessità e il gusto». Idea, progetto e realizzazione del prodotto "chiavi in mano", oppure puntando alla realizzazione di parti di esso. «La sfida è quella di puntare sempre a realizzazioni di eccellenza puntando su diversi materiali e al confronto con aziende che lavorano in altre parti d'Italia e del mondo conclude Surdo e per questo situazione come il Salone del Mobile risultano essere di importanza strategica».

La sfida

Una sfida verso le collezioni di design iniziata una decina di anni fa. E che sta iniziando a dare soddisfazioni sempre più tangibili. È la storia recente di Pimar, sede a Cursi, nel centro della provincia di Lecce, fondata nel 1980 come impresa di cava della pietra leccese, insignita del titolo di "Azienda Storica" da Unioncamere, e che dal 1993 ha iniziato a occuparsi anche di architettura e ristrutturazioni. «Quella di puntare sul design è stata una scelta quasi casuale - dice Giorgia Marrocco, figlia del fondatore Salvatore e amministratore delegato alla guida di Pimar assieme agli altri due fratelli in quanto i nostri progettisti erano sempre più nell'interior e nel design di prodotto per l'arredamento». Una visione di ampio respiro, la capacità di comprendere che affidarsi a competenze di livello assoluto fa la differenza. «E così sempre più frequenti sono state le collaborazioni con progettisti di design di prestigio internazionale alle quali abbiamo affidato la realizzazione delle nostre collezioni in modo da avere un prodotto finale bello, di qualità continua Giorgia Marrocco ma anche fruibile e non fine a sé stesso». Investire sulla formazione sempre di più: a questo dovrebbero puntare le aziende che puntano a un design di qualità. «È imprescindibile puntare sulla qualità, che non è soltanto quella dei materiali, ma anche delle idee e delle persone, dei maestri d'arte e degli operai, di chi si occupa della comunicazione e della logistica. L'uomo fa tutta la differenza del mondo la chiosa così come puntare a fare rete sul territorio per potere conquistare sempre più spazio. A tale riguardo importanti sono state le risposte dal Salone Internazionale di Milano, segno evidente che i valori assoluti d'impegno ripagano».

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