Una volta scavallata la sessione di Bilancio, i nodi irrisolti della Regione iniziano a venire al pettine. Tanto quelli di natura amministrativa, condensati nella magmatica proposta di legge “omnibus”, che accorpa i 62 articoli stralciati dalla manovra più altri 43 emendamenti presentati dai gruppi. Tanto quelli politici, con la pressione dei gruppi di maggioranza nei confronti di Michele Emiliano perché si metta mano alle commissioni, che erano state congelate fino al nuovo anno per evitare la rottura con il gruppo di Azione.
Mentre lo scenario pugliese si è andato ingarbugliando, in Regione tarda ad arrivare l’intergruppo più volte annunciato che avrebbe dovuto siglare l’unione tra i calendiani e i civici di maggioranza di Per la Puglia, che resta «in fase istruttoria».
I dipartimenti tra i temi caldi nell'omnibus
Nell’indecisione generale, il Pd ha deciso di prendere in mano uno dei dossier più scottanti, quello della Salute, che rischia di mandare all’aria equilibri consolidati tra la Regione e le Asl dei territori. Tra gli articoli della manovra rimandati all’omnibus figurano infatti alcune norme non da poco su cui nei giorni scorsi i dem hanno chiesto delucidazioni all’assessore alla Sanità, Rocco Palese, e il dirigente del settore, Vito Montanaro. Sul tavolo anzitutto la questione dei dipartimenti in capo alle Asl. Tre quelli previsti dalla legge, molti di più quelli nati nelle singole aziende pugliesi con una moltiplicazione di funzioni e compensi spesso difficile da spiegare. La norma, presentata da Fabiano Amati (Azione) e Francesco Ventola (Fdi), prevede che tutti quelli eccedenti vengano soppressi salvo comprovate esigenze e comunque l’autorizzazione della giunta, cui si darebbero 60 giorni di tempo per provvedere.
Della questione d’altronde si era già parlato prima dell’estate, quando rastrellando le spese generali l’assessorato stesso aveva inviato alle Asl una circolare in cui chiedeva i resoconti sulle attività dei dipartimenti.
Commissioni e nodi politici
E sul tavolo della maggioranza c’è anche il “fuoco amico” del M5s, che chiede l’abrogazione della mini-sanatoria edilizia ottenuta cancellando la doppia conformità per gli edifici costruiti irregolarmente. E anche di recedere sulla legge che riguarda l’inserimento delle dune costiere nelle concessioni balneari. Di argomenti da affrontare il vertice di coalizione convocato per oggi alle 16 da Michele Emiliano, ne avrebbe dunque parecchi. A partire dalla posizione dei calendiani, non invitati all’incontro, su cui il braccio di ferro in maggioranza è sempre più violento. Messa da parte la competizione interna, Pd e Con sono sulla stessa linea: sbarrare la strada ad Azione. I dem vogliono riprendersi la commissione Bilancio e pareggiare i conti con gli ex compagni di partito. I civici per impedire ad Amati e compagni di partito. Con invece è preoccupata che unendosi ai calendiani, Per la scavalchi numericamente diventando il secondo gruppo più forte della coalizione, potenziale calamita anche per altri transfughi. «Alla ripresa non ci sembra uno scandalo fare riunione di maggioranza - smorza il capogruppo del Pd Filippo Caracciolo -. Mi sembra naturale riunirci per assemblare la volontà della coalizione attorno ad alcuni punti, a partire dall’omnibus. Nei giorni scorsi - prosegue il consigliere - l’incontro con Palese e Montanaro è servito a chiarire una serie di emendamenti normativi con un potenziale stravolgimento di una norma esistente. Ma intanto resta anche il tema scottante delle commissioni. Nei giorni scorsi è stato il gruppo di Con a sollecitare senza mezzi termini la convocazione degli organismi consiliari, più che mai decisi a rompere l’incantesimo che da mesi tiene ferma la rimodulazione delle presidenze. Con ha infatti la necessità di vedersi riconosciuta la guida della Seconda commissione (Affari generali) che andrà ad Alessandro Leoci. Ma anche il Pd aspetta con impazienza che azione gli renda la Bilancio. La quadra in questo caso è stata trovata per un avvicendamento interno, che vedrà impegnati Michele Mazzarano e Lucia Parchitelli. Mentre alla prima i dem vogliono il tarantino Enzo Di Gregorio, reduce dalla sfortunata partita dei Giochi del mediterraneo. «La nostra scelta sui nomi è unanime - conferma Caracciolo - ora chiediamo che siano rispettati gli impegni». E Azione? «Si parlerà anche di questo - conclude il capogruppo Pd - . Chiederemo al presidente se permane la sua decisione di mantenerli in maggioranza o meno, noi abbiamo già chiarito le nostre perplessità, anche nelle loro ripercussioni sui territori».
© RIPRODUZIONE RISERVATA