Estate in bilico, paletti più rigidi per gli eventi:
dalle sagre alla Taranta

Estate in bilico, paletti più rigidi per gli eventi: dalle sagre alla Taranta
di Valeria BLANCO
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Domenica 16 Luglio 2017, 17:54 - Ultimo aggiornamento: 17 Luglio, 19:37
“Safety” e “security”. È racchiuso tutto in queste due parole - che significano “incolumità” e “sicurezza” e che sono contenute nella circolare del capo della Polizia, Franco Gabrielli, del maggio scorso - il rischio più che concreto che una miriade di piccoli e grandi eventi, pugliesi ma non solo, venga cancellato. Già, perché dopo il caos di piazza San Carlo a Torino - in cui è bastato un falso allarme per provocare un morto e oltre 1.500 feriti nella notte della finale di Champions League - le misure di sicurezza per ogni tipo di evento pubblico sono state rafforzate. E soprattutto, mentre della sicurezza si continueranno ad occupare le forze dell’ordine, tutta la parte di “safety”, con l’enorme responsabilità e l’aggravio di costi che ne deriva, è in capo agli organizzatori nel caso di concerti o eventi privati di altro tipo. Una mannaia arrivata a falcidiare i tanti piccoli e grandi appuntamenti dell’estate pugliese, con qualche sagra già saltata - in provincia di Lecce quella del pesce fritto di Ugento - e decine di eventi a rischio come, per fare solo qualche esempio, la storica Sagra da “Far’nedd” di Castellaneta. Nel Brindisino, il problema si sta cercando di aggirare cambiando le location di alcuni eventi e “trasferendoli” in luoghi in cui è più facile (e meno oneroso) monitorare sia l’accesso che il deflusso della gente.
Rientrano nel concetto di “safety”, infatti, la capienza delle aree dell’evento con il calcolo del massimo sovraffollamento consentito; il monitoraggio degli accessi da effettuare eventualmente tramite addetti adeguatamente formati e, in alcuni casi, provvisti di metal detector; i piani di emergenza ed evacuazione, la predisposizione delle vie di accesso e di deflusso; la possibilità di vietare la vendita di bevande in vetro. La necessità di uno o più di questi dispositivi sarà decisa di volta in volta dagli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni e ovviamente terrà in conto la differenza di pericolosità che passa tra il grande concerto che attira migliaia di persone e la piccola sagra di paese dove al massimo si presenterà qualche centinaio di avventori. Nondimeno, la necessità di rafforzare la sicurezza degli eventi comporta spesso un aggravio di costi per gli organizzatori che, in qualche caso, preferiscono rinunciare.
Il rischio è quello di avere un’estate più povera e persino “orfana” di quegli appuntamenti - come è il caso di alcune storiche sagre - entrati ormai di diritto nel calendario identitario dell’estate pugliese. Non dovrebbe essere in bilico invece l’atteso concertone della Notte della Taranta, in programma a fine agosto. Tuttavia, per le misure di “safety” e “security” da applicare nella piazza di Melpignano bisognerà attendere il vertice ad hoc in Prefettura.
A lanciare l’allarme è stata l’Unipli, unione delle Pro Loco d’Italia. E a livello locale, nel corso di una riunione in prefettura a Lecce, la preoccupazione per i costi eccessivi è stata espressa da Cesare Liaci, vicepresidente del distretto Puglia Creativa e organizzatore di eventi. «Con la nuova direttiva ci sono nuove spese sulle spalle degli organizzatori, come ad esempio quella per gli steward, che la Questura può richiedere per particolari eventi, o quella per la predisposizione di varchi, oppure ancora per l’apposizione delle barriere New Jersey. Uno dei problemi è la genericità della direttiva, che non distingue tra piccoli e grandi eventi e lascia molto alla discrezionalità». In qualche caso i costi lievitano così tanto che non solo realizzare l’evento diventa antieconomico, ma proprio - nel caso di serate che non prevedono il pagamento del biglietto d’ingresso, ad esempio - l’organizzatore non si può permettere i costi.
Nonostante le rassicurazioni offerte dal prefetto di Lecce, Claudio Palomba, sul fatto che non si intende “militarizzare” nessun evento e soprattutto sul fatto che nelle richieste sarà utilizzato il criterio del buon senso, qualche problema resta. La sagra del pesce fritto cancellata a Ugento potrebbe essere solo la prima di una lunga serie, la prima avvisaglia di un malessere ben più ampio.
Invita a non fare allarmismo il presidente provinciale delle Pro Loco leccesi, Rocco Sparascio, che rassicura: «Quello di Ugento è un caso isolato. L’estate salentina avrà tutti i suoi eventi». Però qualcosa, almeno nella mentalità degli organizzatori, deve cambiare: «Il consiglio - aggiunge Sparascio - è di anticipare l’invio della documentazione necessaria per ottenere l’ok senza ridursi, come si faceva finora, a una settimana prima dell’evento. Solo in questo modo si potrà far fronte nella maniera migliore alle richieste ulteriori da parte di chi garantisce la sicurezza senza dover spendere un capitale».
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