Farmaci, il nodo della spesa: “sforamento” di 260 milioni

Farmaci, il nodo della spesa: “sforamento” di 260 milioni
di Oronzo Martucci
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Aprile 2018, 07:12 - Ultimo aggiornamento: 11:37
BARI - In Puglia la spesa per l’assistenza farmaceutica convenzionata è diminuita del 3,37 per cento nel periodo gennaio-novembre 2017 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un risparmio di 19.676.000 euro in cifra assoluta (passando da 583.551.778 euro a 563.875.773 euro). Si tratta sicuramente di un successo delle iniziative di contrasto alla spesa farmaceutica ritenuta fuori controllo negli ultimi anni. Ma bisogna considerare che le compartecipazioni di spesa a carico dei cittadini continuano a essere consistenti e in Puglia sono passate da 120.918840 euro del 2016 a 121.675.847 euro del 2017, con una variazione percentuale dello 0,6 per cento e un valore assoluto di 757.007 euro. E la spesa complessiva continua a far registrare uno scostamento assoluto considerevole rispetto al tetto di spesa imposto dallo Stato.
La quota di compartecipazione sul prezzo di riferimento è stata di circa 76,8 milioni nel 2017, con un aumento del 2,9 per cento, mentre la parte relativa al ticket fisso per ricetta (1 euro per ricetta) è stato di 44 milioni e 876 mila euro, in diminuzione del 3 per cento. Tale diminuzione è anche conseguenza del minor numero di ricette rilasciate dai medici convenzionati, in riduzione dell’1,2 per cento nel 2017 (sono passate da 41.642.262 a 41.139.329, in cifra assoluta 502.933 in meno).
In ogni caso la spesa farmaceutica convenzionata resta ben superiore ai parametri fissati dal governo che devono essere al di sotto del 7,96 per cento del tetto di spesa del fondo sanitario regionale assegnato a ogni singola regione. Infatti a fronte di un fondo sanitario di 6.791.909.628 euro assegnato alla Puglia per il periodo gennaio-novembre 2017 l’incidenza percentuale è stata dell’8,79 per cento (a fronte del 7,96 programmato). Peggio della Puglia a proposito ha fatto solo l’Abruzzo, con una incidenza percentuale del 9,12. Tra le regioni ordinarie da segnalare l’Emilia Romagna con una percentuale del 5,89 per cento.
Per i farmaci innovativi non oncologici che accedono al fondo messo a disposizione dal ministero della Salute, la Puglia ha speso 74.005.864 euro, con uno scostamento in aumento rispetto ai fondi assegnati di 19.267.276 euro.
Per i farmaci innovativi oncologici la spesa è stata di 26.733.649 euro, con uno scostamento in diminuzione di 282.808 euro rispetto ai fondi assegnati.
La distribuzione diretta dei farmaci di fascia A (quelli a totale carico della Regione) è costata alla Puglia 399.469.278 euro, in diminuzione di 25.961.784 euro rispetto al 2016 (con una riduzione percentuale del 6,1 per cento).
 

Per gli acquisti diretti dei farmaci di fascia A e H (farmaci ospedalieri, non vendibili in farmacia) la Puglia ha speso 799.533.400 euro, il 9,90 del fondo sanitario regionale assegnato per il periodo gennaio-novembre 2017, con uno scostamento assoluto rispetto alla spesa programmata con il tetto imposto (6,89 per cento) di 204.401.441 euro. Solo la Sardegna e il Friuli Venezia Giulia hano uno scostamento percentuale negativo superiore a quello della Puglia. Bisogna però evidenziare che nessuna regione ha rispettato il tetto di spesa programmato, con l’unica eccezione della Valle d’Aosta (6,62 per cento). Tra le Regioni ordinarie meglio di tutte ha fatto la Lombardia con una spesa in percentuale del 7,04 e uno scostamento in cifra assoluta rispetto al tetto programmato di 25.779.000 euro.
Il quadro generale della somma tra la spesa farmaceutica convenzionata e quella per gli acquisti diretti vede ancora una volta la Puglia in situazione di sofferenza con una incidenza del 18,69 per cento sul fondo sanitario regionale assegnato per il periodo considerato (gennaio-novembre 2017) a fronte della percentuale consentita del 14,85 per cento. Il questo caso lo scostamento assoluto è stato di 260.575.768 euro. Peggio della Puglia ha atto solo la Sardegna in termini percentuali (18,77 per cento). Anche per quanto riguarda la spesa per acquisti diretti e convenzionata bisogna ricordare che nel periodo considerato solo le Regioni Piemonte, Veneto, Valle d’Aosta e la Provincia autonoma di Bolzano sono rimaste nei parametri assegnati. Tutte le altre non hanno rispettato il tetto di spesa. Insomma stare nei parametri è difficile, quasi impossibile, non solo per la Puglia.
© RIPRODUZIONE RISERVATA