Tap, protesta il fronte del "no": «I 5 stelle al governo fermino l'opera o si dimettano»
E Conte convoca M5s e sindaco. Salvini: l'Italia ne ha bisogno

La protesta davanti alla nave Adhemar de Saint Venant
La protesta davanti alla nave Adhemar de Saint Venant
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Lunedì 15 Ottobre 2018, 11:05 - Ultimo aggiornamento: 16:42

Attorno al cantiere Tap a San Foca l'atmosfera torna rovente, e il dossier sul gasdotto è ancora una volta sotto i riflettori nazionali. Nelle prossime ore potrebbero riprendere i lavori al cantiere nei pressi della marina di Melendugno, in particolare cominceranno le attività di realizzazione del microtunnel nel tratto marittimo. Nel pomeriggio manifestazione congiunta dei No Tap salentini e brindisini al porto di Brindisi (Costa Morena), dove si trova la nave Adhemar de Saint Venant che lavorerà al largo di San Foca (nella foto di Max Frigione un momento della protesta).
Ma soprattutto, alle 19 a palazzo Chigi il premier Giuseppe Conte incontrerà parlamentari e consiglieri regionali pugliesi del M5s e il sindaco di Melendugno Marco Potì. Ci sarà anche la ministra per il Sud Barbara Lezzi. Tra i convocati figurano Diego De Lorenzis, Leonardo Donno, Dino Mininno, Soave Alemanno. Tra i consiglieri regionali, Antonella Laricchia e Antonio Trevisi, mentre più folta è la pattuglia dei consiglieri comunali delle aree interessate all'opera. Tra questi ultimi, dal Salento stanno arrivando a Roma per prendere parte all'incontro Sergio Zaminga, Paolo Pulli, Giampaolo Falco, Massimo Scarpa, Francesca Sodero e molti altri. Potì sarà accompagnato dal vice sindaco di Melendugno Simone Dima.

La protesta. «Non arretreremo di un passo» ha spiegato il portavoce dei No Tap, Gianluca Maggiore, durante la protesta a Brindisi. «Qui ci sono degli impegni politici presi – ha spiegato – e vanno rispettati. C’è una forza di governo che, come uscito ampiamente su moltissimi media, ha contatti con chi finanzia il gasdotto, e c’è una forza di governo che è andata al governo con la parola "onestà". Chiariamo un attimo cosa vogliamo fare. Se non siete in grado di fermare un’opera, perché illegale e non ha nulla di strategico e perché ve lo chiede la popolazione che vi ha eletto, dimettetevi».
 

 


I lavori. I No Tap avevano già protestato la settimana scorsa davanti alla Capitaneria di porto di Otranto contro le ordinanze emesse da quest'ultima. Nella prima viene reso noto che «dal 1 ottobre al 31 dicembre 2019 Tap inizierà le attività di costruzione per la sezione marina del progetto, e in continuità von quanto già effettuato in fase ante-operam provvederà all'esecuzione dei rilievi e monitoraggi ambientali», attività che «verranno svolte mediante l'utilizzo di unità navali a tal fine autorizzate, nelle aree di mare territoriale, più esattamente lungo la rotta della condotta». Nelle porzioni di mare individuate dall'ordinanza, sarà volta per volta vietato nel raggio di 200 metri dalla nave «intralciare le attività delle unità impegnate, navigare, ancorare e sostare, praticare la balneazione, effettuare attività di pesca, svolgere immersioni». Le attività di monitoraggio delle navi verranno comunque sospese nel periodo estivo. La seconda ordinanza è relativa all'installazione di palancole all'uscita del tunnel, a 25 metri di profondità e a un chilometro e mezzo dalla costa: si tratta di paratie metalliche, che hanno il compito di mitigare i lavori sul punto d'uscita; in questo modo la torbidità delle acque prodotta dalla talpa viene spostata al largo per tutelare la flora marina, con confinamento della zona di scavo. In questo caso l'interdizione (500 metri dalle navi) terminerà a dicembre. I lavori saranno effettuati - come detto - dalla nave Adhemar de Saint Venant.

Il governo. Conte aveva incontrato Potì (e, separatamente, i rappresentanti pugliesi dei cinque stele) già a inizio agosto. Il dossier Tap è nelle mani esclusivamente di palazzo Chigi, che sta effettuando la valutazione costi-benefici dell'opera. Le posizioni dei due alleati di governo gialloverde sono di fatto opposte: il M5s in campagna elettorale ha promesso lo stop definitivo al cantiere, la Lega ritiene invece l'infrastruttura strategica. Numerosi gli elementi sul piatto di palazzo Chigi, tra cui gli elevati costi (dovuti in larga parte alle azioni risarcitorie degli investitori) che lo Stato dovrebbe sostenere in caso di addio al Tap: si parla di almeno 20 miliardi.

Salvini. «Oggi dovrebbero ripartire i lavori per la Tap in Salento che abbasserebbe del 10% i costi dell'energia per famiglie e imprese. Anche lì il tira e molla. Io rispetto il contratto e la sensibilità degli alleati, ma l'Italia ha bisogno di più infrastrutture, strade e ferrovie e di viaggiare», ha detto il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini parlando all'assemblea nazionale di Confimi Confindustria. «Non so come si possono mettere in discussione la Pedemontana veneta e lombarda o il terzo valico.
Non credo alla decrescita felice. Quando decresci non sei felice».

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