Il fronte no Tap fa quadrato: «La salute dei salentini
non si scambia con i ristori»

Il fronte no Tap fa quadrato: «La salute dei salentini non si scambia con i ristori»
di Mauro BORTONE
4 Minuti di Lettura
Mercoledì 25 Ottobre 2017, 19:25
Non si barattano ambiente e salute col denaro. Né si può attribuire un prezzo che quantifichi gli impatti che un progetto come quello del gasdotto potrebbe produrre sul territorio. Dal fronte No Tap arriva il no alle compensazioni che la multinazionale e Snam sarebbero disposte a mettere sul piatto. E parte un messaggio chiaro agli amministratori che, invece, hanno deciso di sedersi a Roma per aprire un’interlocuzione con il governo.
Una mossa che, se all’inizio nel fronte No Tap aveva lasciato il beneficio del dubbio sulle buone intenzioni, ora viene riletta come inappropriata. È lo stesso Gianluca Maggiore, portavoce del comitato “No Tap” ad evidenziare come il viaggio dei sindaci a Roma sia parso «un velleitario tentativo mediatico, una manovra politica per una visibilità in vista delle prossime elezioni». E poi rincara la dose: «Lo dimostra il fatto che è diventata ben presto una manovrina che sta perdendo pezzi e smalto».
C’è, poi, il capitolo compensazioni. Gli attivisti che da tempo avevano stigmatizzato i circa 15 milioni di euro proposti (cifra confermata da Tap in un convegno all’Università di Firenze), perché legati ad un appalto che la società ha vinto per realizzare il gasdotto e che sarebbero vincolati e non trattabili. «Come abbiamo già detto – afferma Maggiore – la somma che Tap e Snam si dicono pronte ad investire è irrisoria. Si tratta di briciole. Basti pensare che un comune come Melendugno può ottenere quella cifra in una decina d’anni dalla sola tassa di soggiorno».
Ma c’è di più. Maggiore sottolinea un elemento discriminante rispetto alla posizione dei 13 sindaci che hanno sollecitato e ottenuto l’incontro col governo: «Qui non è questione di soldi e non esistono ristori adeguati o trattative in grado di poter bilanciare ambiente e salute dei salentini». Insomma, l’idea di trattare la decarbonizzazione di Cerano con Tap viene respinta al mittente. C’è poi un riferimento alle dichiarazioni del sindaco di Squinzano Mino Miccoli, che ha chiesto sicurezza per la propria famiglia in una fase calda come questa con la trattativa che significa anche esporsi: «Voglio ricordare che chi sta subendo reali intimidazioni da anni siamo noi che lottiamo contro questo progetto: nel 2012 al sindaco Marco Potì è stata bruciata l’auto, al dirigente dell’ufficio tecnico è stata incendiata la barca e io stesso subisco minacce da quattro anni».
Per il sindaco di Martano, Fabio Tarantino, sulla vicenda delle compensazioni si stanno «mischiando troppi aspetti» e si sta cadendo in un «grosso tranello». Poi aggiunge: «Si vuole dare un valore economico al paesaggio che invece non lo ha. Non sono quantificabili i danni che possono sorgere da Tap. Se l’opera è inutile e dannosa, non bastano e non servono compensazioni e non mi metto neanche a discutere se siano quindici o trenta milioni di euro, perché non si può impostare una trattativa economica che baratti il diritto alla salute e la tutela dell’ambiente”.
Poi Tarantino fa riferimento ai sindaci che hanno partecipato al tavolo delle compensazioni: «Mi chiedo quale sia la loro capacità di rappresentare un territorio visto che si sono chiamati in causa da soli: c’è una forte carenza di legittimazione. Quanto alla decarbonizzazione del Salento deve essere un obiettivo che la Regione Puglia persegue a prescindere da Tap. Il tavolo in Provincia? Non sono stato invitato, ma non ci sarei comunque andato perché reputo un viaggio a vuoto quello dei miei colleghi a Roma. Invito tutti i comuni salentini e soprattutto il sindaco di Trepuzzi, che viene da una zona che ha subito e subisce per la vicinanza di Cerano le polveri degli stabilimenti industriali di quella zona. Lo invito a non seguire la logica del Cavallo di Troia, ovvero a essere più cauto nelle dichiarazioni e a non barattare il concetto di responsabilità del governo dei territori con la possibilità di fare da apripista politico al suo partito».
Anche il sindaco di Melendugno, Marco Potì, che prima del viaggio romano della delegazione salentina aveva lanciato un accorato appello all’unità, oggi punta l’attenzione su Giuseppe Taurino: «Ho letto che il primo cittadino di Trepuzzi ha dichiarato come Tap ormai sia in fase di realizzazione: si fida troppo delle informazioni del Mise e non conosce gli aspetti di questo progetto. Forse gli hanno chiesto una mano visto che ci sono elezioni politiche e candidature in arrivo».
Per Potì le compensazioni sono semmai “umiliazioni”: «Non si può discutere di Cerano cedendo sul gasdotto – precisa – perché le vertenze su ambiente, energia e salute vanno trattate obbligatoriamente dal governo e indipendentemente da Tap. Siamo una delle province in cui si muore di più di neoplasie, quindi esiste un problema che non si risolve caricando ulteriormente il territorio con quest’opera». E su un futuro invito al tavolo dei sindaci in provincia, Potì replica: «Valuterò, ma è evidente che se ci siede a trattare di compensazioni non partecipo»
© RIPRODUZIONE RISERVATA