Neve, rincari fino al 350% sui prezzi degli ortaggi: volano bietole e cipollotti

Neve, rincari fino al 350% sui prezzi degli ortaggi: volano bietole e cipollotti
di Maria Claudia MINERVA
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Mercoledì 11 Gennaio 2017, 06:41 - Ultimo aggiornamento: 11:48
Il gelo sembra allentare, sebbene lentamente, la sua morsa, ma gli effetti prodotti dalla neve caduta in Puglia in questi giorni già si fanno sentire sulla tavola delle famiglie, sotto forma di rincari, con il prezzo degli ortaggi aumentato in media del 200 per cento. Per alcuni ortaggi anche di più, come per la bietola che ha avuto un’impennata del 350% e i cipollotti il cui costo è aumentato del +233%. Meno cari, si fa per dire, gli spinaci, aumentati “solo” del 223%, o la lattuga del +170%. Seguono le zucche (+157%) e i cavoli (+150%).

E questo è solo un antipasto di quello il consumatore potrebbe trovare andando a fare la spesa al mercato ortofrutticolo o nei supermercati dove si vendono gli ortaggi. A lanciare l’allarme è Coldiretti, che mette in guardia contro le facili speculazioni legate al maltempo che in questi giorni ha paralizzato il Sud e in particolare la Puglia.
Ormai la stima parla di danni incalcolabili, decine di milioni di euro, nei campi: ad oggi sono tantissime le aziende agricole che hanno perso le produzioni di ortaggi invernali prossimi alla raccolta, dai carciofi alle rape, dai cavolfiori alle cicorie, dai finocchi alle scarole, per effetto del gelo che ha bruciato le piantine «ma anche - sottolinea la Coldiretti - gravi i danni si sono verificati sugli agrumeti così come per i vigneti di uva da tavola che hanno ceduto sotto il peso della neve».
 
Oltre alle verdure pronte per la raccolta, si contano serre danneggiate o distrutte, aziende e stalle isolate che non riescono a consegnare il latte quotidiano e le verdure. «Il risultato - precisa la Coldiretti - è che sono crollate del 70% le consegne dalla Puglia di ortaggi sia perché bruciati in campo sia perché i mezzi non possono ancora circolare liberamente per rifornire adeguatamente i mercati lungo tutta la Penisola. Alcune referenze - riferisce ancora la Coldiretti - non sono più presenti nei banchi dei mercati all’ingrosso e in quelli del dettaglio mentre per altre le disponibilità sono ridotte ai minimi termini, dai finocchi ai carciofi, dai cavoli alle zucchine con inevitabili riflessi sui prezzi».
Secondo le rilevazioni del Centro ortofrutticolo di Roma tra gli aumenti più pesanti rispetto alla stessa settimana dello scorso anno spiccano, come si è detto, il +350% delle bietole, il +233% dei cipollotti, il +225% degli spinaci, il +170% della lattuga, il 157% delle zucche, il 150% dei cavoli. Ma sono già diverse le segnalazioni di consumatori pugliesi che andando a fare la spesa si sono ritrovati a pagare un carciofo due euro o un chilo di rape 6 euro. Rincari non giustificabili.

«Alcuni prodotti, come mele, pere e kiwi, sono già raccolti da tempo – avverte Coldiretti – e non sono dunque giustificabili eventuali rincari». Il consiglio è di fare attenzione agli speculatori. «Il rischio più grosso - sottolinea il presidente della Coldiretti Puglia, Gianni Cantele - è che spaccino per italiano, facendo lievitare il prezzo di conseguenza, prodotti agricoli importati dall’estero. Occorre, quindi, evitare che vengano spacciati prodotti stranieri come nazionali per giustificare aumenti non dovuti. La Puglia è uno dei principali fornitori di prodotto ortofrutticolo, ma il gelo e la neve di questi giorni hanno distrutto tutto. Da Foggia a Taranto, fino al salento, moltissime produzioni di eccellenza, anche sotto serra, hanno subito danni, a causa delle temperature troppo rigide e della neve che ha rovinato le colture». Per poter garantire la distribuzione de prodotti, essendo andati distrutti quelli pugliesi, i mercati del centro e del nord Italia si approvvigioneranno dall’estero ed è questo il passaggio che fa scattare il rischio di speculazioni, perché si venderà prodotto straniero come se fosse nostrano, con i prezzi che lieviteranno alle stelle».

Una pratica che già viene messe in atto anche quando non c’è penuria di prodotto italiano, figuriamoci ora, che la morsa del freddo ha raso al suolo tutta la produzione invernale». Non ci sono consigli per i consumatori, se non l’invito a tenere a mente che in Puglia la neve ha distrutto tutto, per cui non è possibile che ci siano prodotti nostrani sul banco dell’ortofrutta. «Questo significa che qualsiasi rincaro non è giustificabile - conclude Cantele - perché quello che si vende è un prodotto che arriva dall’estero. L’unico consiglio che mi sento di dare è di stare attenti, altrimenti rischiamo danno e beffa».
Sulla questione rincari anche Confagricoltura: «Le manovre speculative sui prezzi dei prodotti freschi sono ingiustificabili anche perché le quotazione sui campi non hanno subito alcun aumento»
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