Palese abbandona Fitto e torna da Berlusconi
«Lavorerò per il Sud e per un nuovo centrodestra»

Berlusconi e Palese insieme nel 2010, ai tempi della campagna per le regionali
Berlusconi e Palese insieme nel 2010, ai tempi della campagna per le regionali
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Giovedì 15 Giugno 2017, 15:49 - Ultimo aggiornamento: 16 Giugno, 13:41
Per la galassia fittiana è una specie di terremoto, peraltro in una fase delicata come cristallo: Rocco Palese è un pezzo pregiato che saluta e se ne va in Forza Italia, all’improvviso (o quasi: qualche spia s’era accesa sul pannello di controllo). Per i berlusconiani è un acquisto di prima fascia: non a caso è sceso in campo proprio l’ex premier per sedurre, incontrare, pressare lo “stachanov della Camera” e infine per celebrare il “colpo di mercato” (calcisticamente parlando). Tra gli addetti ai lavori un po’ tutti sapevano che Palese, deputato salentino fino a ieri mattina fedelissimo di Raffaele Fitto, era corteggiato con insistenza dal quartier generale di Forza Italia; e altrettanto note erano le perplessità del parlamentare sul progetto “autonomista” fittiano di Direzione Italia, in fondo mai condiviso. Uno scetticismo in questi due anni tuttavia sempre soffocato dalle ragioni del cuore, dal feeling personale, dallo spirito d’appartenenza, da un legame di fatto familiare o comunque con radici profonde e storiche: riduttivo, forse, bollare Palese come un “fedelissimo” di Fitto. È sempre stato qualcosa di più e d’altro, l’unico - per esempio - che poteva contraddire il leader. Almeno fino a ieri: «Renato Brunetta - annuncia una nota del partito berlusconiano - ha accettato la richiesta pervenutagli da Rocco Palese, vicepresidente della Commissione Bilancio, di aderire al gruppo Forza Italia».
Cosa è successo? Retroscena a parte (ci sono il pezzo qui in basso e quello di pagina 5), Palese ieri ha consegnato la sua verità a una nota dai toni pacati, ma gonfi d’entusiasmo - senza voler poi aggiungere altro: «Mi ha molto lusingato la circostanza che il presidente abbia seguito per mesi la mia attività parlamentare, che sapesse delle migliaia di emendamenti e delle decine di ore, anche notturne, passate in Commissione ed in aula a difendere istanze ed esigenze della Puglia e del Mezzogiorno dagli scippi dei Governi della sinistra. Mi ha onorato che mi abbia offerto di entrare nella squadra di lavoro che si occuperà del rilancio di un grande progetto politico nazionale, quello di Forza Italia e del centrodestra unito, nel quale ho sempre creduto e al quale sono orgoglioso di poter partecipare lavorando oggi in una squadra a diretto contatto con un grande leader come Berlusconi su temi a me cari come la finanza pubblica, il welfare e lo sviluppo del Mezzogiorno».
Ovviamente tra i forzisti, a Roma e ad Arcore, si stappa lo champagne per aver indebolito le truppe del (politicamente) detestato Fitto e per aver puntellato con un innesto di prima fascia “l’operazione centro” lanciata da Silvio Berlusconi: rafforzare l’area dei moderati pescando da fittiani e alfaniani. Sempre una nota degli azzurri spiega che l’ex premier «ha appreso con soddisfazione la notizia» e che ha «proposto a Palese di mettere la sua esperienza e il suo impegno parlamentare in materia di finanza pubblica al servizio di Forza Italia, per lavorare al rilancio dei temi programmatici e del progetto politico del movimento sul territorio, con particolare riferimento alle politiche di sviluppo del Mezzogiorno, incentrate sulla crescita, sul welfare e sulle infrastrutture».
Ma il robusto passato fittiano? Il deputato salentino sostiene di «non rinnegare nulla, anzi: le ultime esperienze politiche nelle quali ho creduto e per le quali ho lavorato, sperando che potessero portare alla costruzione di un unico progetto e soggetto politico di moderati di centrodestra, mi hanno confermato che l’unico in grado di tenere insieme le varie anime del centrodestra è Berlusconi». C’è chi introduce maliziosamente elementi di dubbio: Palese con Fi potrà garantirsi una più agevole ricandidatura nel collegio salentino, rispetto al sovraffollamento di parlamentari uscenti fittiani. Versione seccamente smentita: «Non sono a caccia di poltrone, lavoro come ho sempre lavorato per portare a casa risultati concreti per la gente e, spesso, negli anni scorsi, ho accettato anche candidature in posizioni “non utili” al solo scopo di portare voti alla lista o al partito. Ma oggi ritengo che troppo spazio sia stato lasciato vuoto, che troppi consensi e troppa fiducia siano stati sprecati, che troppi voti del centrodestra siano stati persi, che troppe energie siano state erroneamente disperse». E ancora un sms agli ex compagni di mille (e spesso trentennali) battaglie: «Confermo rispetto e gratitudine nei confronti di chi continua a seguire un percorso politico diverso che, come è risaputo, non mi ha mai visto pienamente convinto. Per evitare equivoci e strumentalizzazioni, pur avendo da qualche tempo maturato la mia decisione, ho preferito comunicarla alla chiusura delle urne delle elezioni amministrative».
Parole di soddisfazione sono arrivate da Nunzia De Girolamo e dalla consigliera regionale tarantina Francesca Franzoso. Non dai vertici regionali di Fi, né da altri rappresentanti istituzionali del partito pugliese. Anche tra i berlusconiani, evidentemente, è fibrillazione da candidature. E Palese rischia d’essere un ospite inatteso e ingombrante.
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