Pd, processo a Emiliano per l’apertura ai pentastellati

Pd, processo a Emiliano per l’apertura ai pentastellati
di Nicola Quaranta
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Domenica 20 Maggio 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 19:10
BARI - Nel giorno in cui il Partito democratico raggiunge in extremis una mediazione in assemblea nazionale tra i sostenitori di Maurizio Martina e l’area che fa capo a Matteo Renzi, rinviando discussione e data del congresso, così da evitare in questa fase una drammatica spaccatura, tiene banco tra i democratici l’eco delle parole con le quali il governatore della Puglia Michele Emiliano ha commentato il contratto di governo tra Lega e Cinque stelle, . Un coro di stupore. E di accuse nei confronti di Emiliano, per l’apertura manifestata tra le righe del suo pensiero: «Mi auguro che questo programma di governo, che nella sostanza, e con alcuni distinguo, è compatibile con il programma della Puglia, venga interpretato in modo adeguato», le dichiarazioni del governatore finite sotto processo da parte dei Dem. 
«Un signore che inneggia al programma di Governo di Lega/M5s, che fa campagna per loro, che accusa il Governo Pd di essere corrotto e responsabile delle morti in Ilva, ma non ha la dignità di andarsene perché altrimenti perde la poltrona deve essere mandato a casa. Indecente», tuona il ministro dello sviluppo economico Carlo Calenda. «Che il Contratto 5Stelle-Lega piaccia a Emiliano, tanto da poterlo sottoscrivere svela, finalmente, e se mai ci fossero stati ulteriori dubbi, il suo vero volto politico e umano. Anche definirlo trasformismo sarebbe attribuirgli una qualche dignità», attacca la senatrice Teresa Bellanova. «Se c’è una cosa in cui lo considero un vero fuoriclasse – aggiunge la Bellanova - è proprio questa: le dichiarazioni a mezzo dichiarazioni. Diciamo il feticismo della comunicazione. Anche perché così può tranquillamente evitare di dare conto della sua azione di governo. Che allo stato degli atti semplicemente non è».
 
«Quanto al destino del Partito Democratico - conclude la senatrice - mi sembra un pò eccessivo che un signore filo 5Stelle e contemporaneamente filo leghista e non so cosa altro, pur di continuare a occupare la scena mediatica, possa addirittura vestire i panni del nostro salvatore. Può stare tranquillo. Credo che nessuno, a questo punto, sia così incosciente da mettersi nelle sue mani». 
E giù altre reazioni: «È davvero stupefacente che Emiliano affermi di condividere il contratto di governo tra M5S e Lega», dice la senatrice del Pd Simona Malpezzi, aggiungendo tra le altre cose: «Io mi auguro che non l’abbia letto e che le sue siano dichiarazioni superficiali. Se così non fosse mi chiedo come lui possa militare nel Pd. Quel contratto con il nostro partito non ha nulla a che vedere». Sulla stessa linea la deputata Alessia Morani, che sullo stesso tema su Twitter scrive: «Quindi mi pare di capire che Emiliano è d’accordo a fare il condono fiscale, a discriminare i bambini stranieri negli asili nido e contemporaneamente ad abolire l’obbligatorietà dei vaccini. Solo per fare alcuni esempi, andiamo di bene in meglio». 
Il governatore non ci sta; replica, conferma e precisa: «I punti che coincidono fortemente con il programma della Puglia - dice - sono sostanzialmente il reddito di cittadinanza, una idea di rigore in materia giudiziaria su cui convince l’irrigidimento delle pene per i reati contro la pubblica amministrazione, un’attenzione particolare nei confronti delle piccole e medie imprese, il calo della pressione fiscale. Invece sono assolutamente sconcertato per il punto programmatico che impedisce un’accoglienza piena dei migranti a parità dei diritti con gli italiani. Questa teoria “prima gli italiani” non solo è incostituzionale ma contraria a tutte le convenzioni sui diritti dell’uomo. Mi auguro che nella versione definitiva questa impostazione un pò leghista delle politiche migratorie sia mediata da una politica di diritti più chiara». In difesa di Emiliano, scende in campo Francesco Boccia, capogruppo Pd in commissione speciale alla Camera: «È vero, nell’accordo Lega-M5S ci sono proposte sbagliate e lontane dalla nostra idea di società, che rischiano di portare il paese allo sbando, oltre a una palese assenza di politiche per il mezzogiorno, ma ci sono anche iniziative sul sociale e di contrasto alle povertà che meritano attenzione e che si avvicinano a esperienze già fatte dal centrosinistra, a partire dal reddito di dignità fatto in Puglia. Dire questo non significa esaltare nessuno ma esprimere il proprio punto di vista, ed è quello che ha fatto Emiliano». 
Dello stesso tenore, la difesa di Domenico De Santis: «Emiliano ha semplicemente evidenziato che nel “contratto” Salvini-Di Maio vi sono cose condivisibili con il programma di governo della Regione Puglia. Per esempio hanno interamente copiato il Reddito di cittadinanza pugliese, sia nella formulazione sia nella scelta di utilizzare il Fse come fonte di finanziamento». 
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