Piano anti xylella: Bruxelles sospende la procedura d'infrazione

La batteriosi che ha colpito gli ulivi
La batteriosi che ha colpito gli ulivi
di Maria Claudia MINERVA
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Sabato 25 Febbraio 2017, 06:16 - Ultimo aggiornamento: 18:41
Dopo diverse bocciature la Puglia è riuscita a superare quasi indenne l’esame del Comitato fitosanitario europeo in programma ieri a Bruxelles. I risultati dell’audit svolto dagli ispettori Ue dal 14 al 22 novembre sono stati illustrati ieri davanti agli esponenti degli altri Stati membri che hanno accolto positivamente il giudizio espresso a conclusione dell’ispezione.
Il vento nuovo che ha spinto la Regione ad avviare fin dalla scorsa estate un’intensa attività di monitoraggio - con l’ausilio dell’Arif, che ha reclutato e messo a disposizione 270 agenti fitosanitari incaricati di effettuare campionamenti a tappeto su tutto il territorio a rischio batteriosi - ha soffiato in direzione giusta, tanto da riuscire a a convincere l’Europa del cambio di passo nelle misure di contrasto all’epidemia che ha già divorato gli ulivi del Salento e rischia di conquistare nuove aree verso il Nord.
Per i commissari europei, ciò che ha fatto la differenza rispetto agli audit svolti negli anni scorsi, che si sono sempre conclusi con voti insufficienti, è stata soprattutto la repentinità nella gestione dei nuovi focolai individuati nelle zone cuscinetto e contenimento. Come quello di Ostuni, rinvenuto grazie all’intensa attività di monitoraggio e subito fermato con il taglio sia dell’ulivo infetto che delle piante sane nel raggio dei cento metri; idem per quello di Martina Franca.
 
Motivo per cui gli ispettori hanno concluso che la Regione ha gestito i focolai rintracciati nel 2016 in ottemperanza agli obblighi previsti dalla Decisione di esecuzione Ue numero 789 del maggio 2015.
I progressi significativi compiuti dalla Puglia hanno portato quindi l’Europa a decidere di sospendere la procedura di infrazione. Un risultato quasi insperato, che fa tirare un sospiro di sollievo al governatore Michele Emiliano e al ministro alle Risorse agroalimentari Maurizio Martina, preoccupati entrambi delle possibili conseguenze, e non solo economiche, che la multa europea avrebbe potuto provocare, soprattutto in Puglia già messa a dura prova dall’epidemia. Sarebbe stato come aggiungere danno alla beffa, ma per fortuna questo pericolo per ora è stato scongiurato.
Per ora. Perché la Regione in cambio della sospensione dell’infrazione dovrà dimostrare di mantenere fede alcuni impegni, ribaditi nella seduta di ieri. Primo fra tutti: continuare con il monitoraggio anche per tutto il 2017, solo così potrà infatti individuare per tempo eventuali nuovi focolai e circoscriverli per tempo in modo che non capiti più quello che è accaduto nelle zone del leccese e di parte del brindisino dichiarate infette ed endemiche al batterio.
Secondo obbligo, sul quale il Comitato fitosanitario europeo si è dimostrato irremovibile riguarda la cartellonistica stradale, cioè una serie di segnali che dovranno indicare i territori colpiti dalla batteriosi. Su questo punto la Regione finora ha preso tempo, anche perché contro i cartelloni, già ai tempi della gestione del commissario per l’emergenza Giuseppe Silletti, era stato sollevato un polverone di polemica, soprattutto dalle amministrazioni locali per le quale l’indicazione della presenza della malattia con segnaletica stradale sarebbe stato come marchiare negativamente i territori con tutte le conseguenze annesse e connesse in termini di impatto sull’indotto turistico, tanto più che la zona infetta ricade quasi tutta nel Salento. Il terzo richiamo che Bruxelles ha fatto alla Puglia è legato, invece, all’importanza di rimuovere piante infette individuate nel 2015 e 2017 prima che il vettore ricominci a volare in aprile 2017. Questo per evitare che l’infezione possa raggiungere altre parti della Puglia.
Nel corso della seduta del Comitato fitosanitario Ue si è discusso anche di reimpianto di nuove varietà d’olivo e dello sblocco del divieto sulla commercializzazione della vite. Ma le decisioni su questi punti sono già oggetto della trattativa avviata dalla Regione con la Commissione europea che si concluderà il mese prossimo con l’incontro tra il governatore pugliese Emiliano e il commissario Ue alla Salute Andriukaitis.
Intanto, nell’attesa di una decisione comunitaria sulla deroga al reimpianto - per la quale Andriukaitis si sarebbe dimostrato propenso - Coldiretti, con il presidente nazionale Roberto Moncalvo, fa pressing perché la situazione si sblocchi. Ieri Moncalvo è andato anche nei campi a Presicce, nel Salento, per vedere de visu i progressi del progetto di ricerca avviato presso la Masseria del Feudo, dove nei mesi scorsi sono stati innestati 1.000 ulivi secolari con 250 varietà, di cui 220 italiane. «L’apertura dell’Ue rappresenta una speranza di ripresa economica e produttiva proprio dove la patologia ha azzerato un intero patrimonio olivicolo - precisa Moncalvo -. Una volta ottenuta la deroga al divieto di reimpianto dovranno essere attivati tutti gli interventi utili a sostenere gli olivicoltori nell’attività di reimpianto e per ristorarli delle perdite subite, in termini di patrimonio olivicolo e riduzione di oltre il 50% della produzione di olive, oltre a garantire la moratoria sui mutui e la sospensione dei contributi».
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