Le multe ai tre primari del Policlinico di Bari per i troppi straordinari durante il periodo Covid saranno state anche annullate, ma il problema della carenza dei medici resta. Anzi, in Puglia entro il 31 dicembre 2024 si acuirà: secondo i calcoli del sindacato Anaao-Assomed, infatti, nel prossimo anno sono previste 1.767 uscite, tra pensionamenti e cessioni varie, contro le 1.287 assunzioni. Il saldo quindi sarà negativo di quasi 500 unità in appena 14 mesi. La situazione peggiore è prevista per l’Asl di Lecce, dove vengono calcolate 339 uscite contro le 209 assunzioni in programma; ma anche Bari dovrà fare i conti con piante organiche ulteriormente assottigliate, per via dei 373 pensionamenti che verranno solo parzialmente rimpiazzati da 238 nuovi ingressi. Nell’Asl di Taranto, invece, sono previste 222 cessazioni e 200 assunzioni, quasi un pareggio; a Brindisi 134 uscite e 100 ingressi; a Foggia 196 cessazioni e 141 assunzioni. E poi ci sono gli Irccs e gli ospedali universitari: al Policlinico di Bari previste 205 uscite e 165 ingressi; al Riuniti di Foggia 136 pensionamenti contro 103 assunzioni; all’Irccs De Bellis 17 cessazioni e 8 nuove unità di personale medico; infine per l’Irccs Giovanni Paolo II 18 cessazioni e 16 assunzioni.
La denuncia del sindacato
Insomma, secondo il monitoraggio dell’Anaao Assomed la situazione negli ospedali non potrà che peggiorare, mettendo ulteriormente in crisi il servizio sanitario regionale. Tutto questo nonostante il piano assunzionale licenziato dalla giunta Emiliano. Facile immaginare quali potranno essere i carichi per i medici ospedalieri: se oggi vengono definiti “insostenibili”, tra due anni si rischia il collasso. E non potranno che essere inevitabili le conseguenze sul piano assistenziale, a cominciare dalle liste di attesa. Da anni in Consiglio regionale si discute su come ridurre i tempi di attesa per visite ed esami medici, ma sino a quando proseguirà l’emorragia di personale la soluzione difficilmente potrà essere individuata.
A preoccupare maggiormente è il fatto che questo appare ormai un trend consolidato: nel 2021 la sanità pubblica pugliese ha già perso il 3,29% dei suoi medici, oltre la media nazionale del 2,9% ed è tra i dati peggiori in Italia. Una fuga che non si arresta se si pensa che dal 2009 al 2017 la Puglia ha dovuto rinunciare al 3,5% del personale medico ospedaliero, in particolare dal 2010 – anno di massima occupazione con 6.926 specialisti – al 2017 il numero di professionisti si è ridotto di 275 unità. E’ il calcolo fatto dalla Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso) elaborando e incrociando i dati dell’Inps, del Conto Annuale del Tesoro e dell’Onaosi. Ma, a quanto pare, il peggio deve ancora arrivare. Certo la Puglia è in “buona” compagnia: in Italia, nel 2021, hanno abbandono il settore sanitario pubblico 2.886 medici ospedalieri, il 39% in più rispetto al 2020, per una media nazionale del 2,9%. Ma è una continua emorragia, perché ai 2.886 del 2021 si sommano i circa 1.500 che sono andati via nel 2020 e i 3.100 medici che hanno “salutato” nel 2019, prima del Covid. In tre anni, quindi, oltre 7mila medici hanno preferito passare nel privato, entrare a fare parte delle cooperative o accettare le proposte all’estero. E’ la gran parte di questi camici bianchi è formato da giovani professionisti, coloro che dovrebbero rappresentare il futuro della sanità italiana. Il problema appare più evidente al Sud e la Puglia, dopo Sicilia (5,18% di medici andati via nel 2021) e Calabria (3,8%), si piazza al terzo posto, segue la Campania con il 3,1%.