Sulla nuova giunta il fattore tempo: braccio di ferro Emiliano-Schlein. Tutti i movimenti in Regione

Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano
Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano
di Massimiliano IAIA
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Venerdì 19 Aprile 2024, 07:27

All’inizio della settimana, il governatore Michele Emiliano si era preso 48 ore di tempo per riflettere sulla definizione della nuova giunta. Ma la gestazione del nuovo esecutivo, dopo l’uscita annunciata la scorsa settimana dal leader M5s Giuseppe Conte, si sta rivelando più lunga del previsto. Diverse sono le variabili intervenute nel frattempo: innanzitutto, la mano tesa dal presidente verso i pentastellati, sperando in un ripensamento a breve termine. Si spiega in quest’ottica la scelta di tenere per ora “congelato” il posto dell’assessorato al Welfare, che dal 2020 a oggi è stato occupato da Rosa Barone, in quota M5s appunto. Ci sono stati inoltre, in questi giorni, i diktat di Azione («Le nostre condizioni per sostenere la maggioranza? La rotazione simultanea di tutti i dirigenti, di tutti i capi dipartimento, e di tutti i direttori generali delle Asl», aveva detto Fabiano Amati) e di Sinistra Italiana, che “blinda” l’assessora all’Ambiente Anna Grazia Maraschio, l’unica componente della giunta in quota SI, facendo riferimento proprio all’atteso cambio di nomi («Maraschio non venga percepita come uno degli elementi problematici della giunta dal punto di vista etico»).

Il braccio di ferro

Ma più di tutti, in questo momento, è in corso un braccio di ferro tra Emiliano e la segretaria Pd Elly Schlein, che aveva chiesto un «rinnovamento netto».

La leader spinge per andare oltre «la mera sostituzione di chi è andato via». Secondo Schlein non basta rimpiazzare le due assessore che hanno detto addio (oltre a Barone, le dimissioni di Anita Maurodinoia, dopo essere stata indagata nell’inchiesta che ha portato agli arresti domiciliari il marito Sandro Cataldo).

L’accordo, al limite, si raggiungerebbe con un maxi rimpasto con almeno cinque nuovi assessori. Dopo la riunione della direzione dem pugliese, il presidente aveva assicurato: saranno accolte «le richieste provenienti dal Pd di un netto cambio di fase». Il capogruppo del partito al Senato Francesco Boccia ieri è tornato sull’argomento: «Schlein - spiega - si è battuta per cambiare il Partito Democratico in un congresso molto chiaro ed è conseguente. Devono saperlo tutti i gruppi dirigenti locali che pensano di poter ovviare ad alcuni principi. E questo vale a maggior ragione per la Puglia». E poi ha incalzato: «Emiliano sa benissimo che cosa ha chiesto la segretaria Schlein e io penso che sarà conseguente, darà una risposta all'altezza della sfida». Boccia fa infine rilevare: «A differenza di altri, non indichiamo i nomi degli assessori, per noi è importante fissare i principi».

Invece proprio l’individuazione dei nomi diventa un aspetto tutt’altro che irrilevante per Emiliano. Ma per Emiliano il rebus sui nomi non è una questione da poco. Si parte dagli uscenti: oltre alle due assessore già citate, l’intera pattuglia “rosa” sarebbe sostituita qualora si decidesse appunto di rimpiazzare Maraschio. Ma sembrerebbe segnato, salvo clamorose sorprese dell’ultima ora, anche il destino di Rocco Palese (Sanità) e Gianni Stea (Personale).

Ma per far posto a chi? In questo caso si aprono scenari importanti per i futuri equilibri della maggioranza. Tra i papabili in ingresso, si fanno i nomi di Debora Ciliento e Lucia Parchitelli, ma sarebbe della partita anche Francesco Paolicelli. E per la sanità potrebbe esserci un avvicendamento tra Palese e il dirigente del dipartimento Salute Vito Montanaro.

Intanto ieri Antonella Laricchia (Movimento 5 Stelle) e Giacomo Conserva (Lega) hanno portato all'attenzione della Seconda Commissione regionale proposte di legge per procedure più trasparenti e meritocratiche per la nomina e la designazione di incarichi di competenza regionale. «Abbiamo aspettato già troppo e ora è il momento di agire per dare un cambio di passo concreto al sistema delle nomine regionali, i cui disastri sono sotto gli occhi di tutti», ha detto Laricchia, che è stata l’unica consigliera del M5s a rimanere all'opposizione anche quando il resto del gruppo in Consiglio regionale era in maggioranza. «Parliamo di una norma di estrema attualità per introdurre una nuova procedura più trasparente e meritocratica per la nomina e la designazione di incarichi di competenza regionale. Nel testo viene dato un criterio chiaro per la distinzione tra le nomine di competenza del Consiglio e quelle di competenza della Giunta, fino ad ora troppo generico». Vengono «introdotte - aggiunge la consigliera - procedure molto più trasparenti rispetto a quelle adottate finora, prevedendo ogni anno la pubblicazione dell'elenco delle nomine di competenza regionale che andranno fatte l'anno dopo, in modo da procedere all'emanazione di Avvisi pubblici e c'è la possibilità di presentare candidature concessa ad almeno cento cittadini iscritti nelle liste elettorali dei comuni della Puglia».

Anche Fratelli d’Italia ha commentato favorevolmente le proposte di legge: «Siamo sempre stati molto sensibili all'argomento ritenendo che il trasformismo sia un fenomeno, che in questi anni con Emiliano, si è nutrito proprio di nomine e incarichi per chi passava alla corte del governatore. Abbiamo assistito, denunciando sia in Consiglio regionale sia con comunicati stampa, a un vero e proprio mercato delle vacche: politici, tecnici e professionisti che in cambio di un nomine, posti di lavoro, consulenze e prebende per sé o per familiari e amici erano pronti non solo a passare con Emiliano, ma anche ad assicurare voti e liste elettorali». «Per questo motivo - concludono - il 9 novembre scorso avevamo presentato una nostra pdl per abolire, entro il 31 dicembre del 2024, otto agenzie e fondazioni controllate dalla Regione Puglia: Asset, Arti, Pugliapromozione, Arif, Adisu, Arpa, Ager e Apulia Film Commisison».

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