Trivelle nel mare di Leuca
Il Salento si mobilita:
«Bloccare subito il decreto»

Trivelle nel mare di Leuca Il Salento si mobilita: «Bloccare subito il decreto»
di Maria Claudia MINERVA
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Martedì 5 Settembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 12:39

Il decreto con cui il ministero dell’Ambiente - di concerto con il ministero dei Beni culturali e del Turismo - ha autorizzato la Global Med a procedere con le prospezioni nello specchio d’acqua al largo di Santa Maria Di Leuca ha creato non poco scompiglio tra le comunità interessate ai sondaggi che la società vorrebbe realizzare per scandagliare il fondale alla ricerca di petrolio. «Siamo pronti a dare battaglia» ha sentenziato il presidente della Provincia di Lecce, Antonio Gabellone, annunciando un secondo ricorso dopo il primo ancora in corso - affidato a ben tre studi legali: quelli degli avvocati Daniele Montinaro, Luigi e Antonio Quinto a Lecce, e quello di Aldo Lo Iodice a Bari - presentato nel 2014, insieme ai sindaci di 14 Comuni salentini, nel momento in cui la richiesta della società americana venne ufficialmente formalizzata.
Impegno, quello del presidente Gabellone, immediatamente condiviso dai sindaci dei Comuni coinvolti (Tricase, Gagliano del Capo, Ugento, Racale, Alessano, Castrignano del Capo, Taviano, Andrano, Diso, Otranto, Morciano di Leuca, Patù, Tiggiano, Gallipoli, Alliste, Salve, Santa Cesarea Terme, Castro, Corsano), già pronti a dare inizio alla crociata per difendere il territorio dalle indagini con la tecnica Air gun, uno strumento che genera onde compressionali emettendo bolle di aria compressa nell’acqua.
Ma contro l’Air gun si schiera anche Legambiente Puglia: «Siamo fortemente preoccupati – rivela il presidente Francesco Tarantini - – per il nuovo via libera concesso dal ministero dell’Ambiente alla ricerca di petrolio al largo di Leuca attraverso l’Air gun. Questa occasione ci spinge a chiedere nuovamente ai parlamentari pugliesi e alla Regione di farsi promotori di una legge che vieti questa tecnica, estremamente pericolosa e impattante per l’ecosistema marino, oltre che la redazione di un Piano delle Aree per le attività di prospezione, ricerca e coltivazione degli idrocarburi, da sottoporre a valutazione ambientale strategica, per avere un quadro degli effetti cumulativi delle attività petrolifere in corso, visto che la Puglia continua a far gola alle società petrolifere».
Intanto, all’indomani della notizia del via libera del ministero, l’onorevole Rocco Palese, vicepresidente della Commissione Bilancio alla Camera, ha presentato un’interrogazione al ministro dell’Ambiente, chiedendo al contempo un’audizione nella competente Commissione della Camera. «Basta prevaricazioni e colpi mortali all’economia, alla natura e all’ecosistema del Salento e alla Puglia - incalza Palese -. Non accetteremo passivamente nuove decisioni assunte dal Governo sulla testa e a scapito del nostro territorio, ci opporremo con ogni mezzo alle trivelle e ad ogni altro metodo di ricerca di idrocarburi a ridosso della costa salentina e a danno del turismo e dell’ecosistema marino. Il Governo deve rivedere e riformulare la valutazione di impatto ambientale con cui avrebbe dato parere positivo al progetto».
 
Sulla questione trivelle anche la senatrice salentina del M5s, Daniela Donno: «Come da copione, il Governo non si smentisce e, con la complicità degli ultimi giorni di agosto, sferra l’ennesimo attacco all’ambiente e alle nostre coste pugliesi, sempre più assalite dall’implacabile ingordigia di multinazionali senza scrupoli. Oltre al palese rischio ambientale, esiste un altro preoccupante pericolo, quello legato al profilo storico-archeologico.

Lo stesso Mibact, infatti, nonostante abbia dato l’ok, tiene a specificare la necessità di sospensione immediata delle ricerche se durante le indagini sismiche dovessero spuntare sui fondali potenziali presenze archeologiche o anomalie sospette. Un territorio che vive di turismo - conclude la senatrice - non può subire una simile aggressione. Siamo stufi di queste continue intrusioni che non sono altro che il chiaro preludio di installazioni in mare e di opere senza capo né coda. Intanto, la flora e la fauna marina verranno distrutte irreversibilmente mentre Emiliano sta a guardare questo disastroso e perdurante abuso del nostro paesaggio».

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