Vaccini, Puglia ad alto rischio: «Siamo sotto la soglia di guardia»

Vaccini, Puglia ad alto rischio: «Siamo sotto la soglia di guardia»
di Vincenzo DAMIANI
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Domenica 23 Aprile 2017, 17:18

È in Puglia che si registra il calo più significativo di vaccinazioni e i medici lanciano l’allarme: «Siamo sotto la soglia di sicurezza, rischio elevato». Mentre il Consiglio regionale si appresta a votare una legge per obbligare le famiglie a sottoporre a profilassi i propri figli, gli scienziati guardano con preoccupazione ai dati e a quanto potrebbe accadere se non si inverte il trend. Qualche esempio: la copertura vaccinale contro il morbillo è all’84,9%, mentre la soglia minima fissata dall’Organizzazione mondiale della salute è al 95%. La Puglia è ben dieci punti sotto, una delle prestazioni peggiori in Italia: nei giorni scorsi l’Unione europea ha richiamato il nostro Paese proprio su questo fronte, mentre il governo statunitense ha avvertito i suoi cittadini: “Se viaggiate in Italia vaccinatevi contro il morbillo”. Ma non è l’unico vaccino che viene snobbato dalle famiglie pugliesi: l’esavalente, il farmaco che protegge i bambini da 6 malattie diverse (la difterite, l’epatite B, le infezioni da Haemophilus Influenzae tipo B, la pertosse, la poliomielite e il tetano), raggiunge una copertura del 93%, quindi sotto il 95% di due punti. Anche la vaccinazione contro l’influenza non ha riscosso molto successo: i dati – per ora parziali – dicono che solamente il 59% della popolazione a rischio si è sottoposta alla profilassi, molto al di sotto dell’obiettivo minimo del 75%, seppure in miglioramento rispetto alla passata stagione invernale. La situazione in Puglia è critica e i medici non lo nascondono: “Siamo sotto la soglia di sicurezza – avvisa la professoressa Cinzia Germinario, dirigente dell’Osservatorio epidemiologico pugliese – tutte o quasi le tipologie di vaccinazioni non raggiungono l’asticella di sicurezza. Purtroppo, la copertura si è abbassata drasticamente ed è un problema”. La professoressa punta l’indice contro “una certa campagna mediatica che ha influenzato negativamente” e che potrebbe far riaccendere focolai di “malattie che ormai erano state debellate quasi del tutto”. E’ il caso del morbillo, ma non solo. Germinario, però, non vuole farsi tirare per la giacchetta e preferisce restare fuori dalle polemiche politiche che si sono innescate sulla legge che il Consiglio regionale si appresta a votare. “Il dramma – dice – è che la questione è stata trasformata in una battaglia politica, mentre dovremmo far parlare le evidenze scientifiche. Le polemiche tra partiti non mi interessano, legge o non legge dovremmo concentrarci su un altro punto: i bambini vanno vaccinati, che vadano o meno al nido”. Il ddl, che porta le firme di Fabiano Amati (Pd) e Sabino Zinni (Emiliano sindaco di Puglia), prevede – tra le altre cose - la vaccinazione obbligatoria per tutte le persone sino a 17 anni, una linea ancora più dura rispetto a quella dell’Emilia Romagna che, invece, ha approvato una norma che obbliga la vaccinazione di tutti i bambini che frequentano gli asili nido, pena l’esclusione. La proposta autorizza l’esenzione dalla vaccinazione solamente per i casi in cui siano accertati pericoli concreti per la salute dei minori e sanzioni da 250 a 2mila 500 euro a carico dei responsabili delle strutture educative che, “avendo accertato il mancato adempimento agli obblighi vaccinali, si astengano dal disporre il divieto d’accesso del minore alle strutture e/o la mancata comunicazione alle autorità deputate a emanare o richiedere gli atti che l’ordinamento appresta per superare tali inadempimenti".

La proposta di legge è approdata in commissione e presto verrà portata in Consiglio: al momento, il ddl sembra poter contare sulla maggioranza del parlamentino pugliese, solamente il Movimento5Stelle e Direzione Italia, con motivazioni diverse, si oppongono.

E ieri gli otto consiglieri regionali pentastellati hanno voluto precisare la loro posizione: “Il tema centrale – dicono - è informare o imporre. Un dibattito che si potrebbe allargare a tanti campi della società civile: dalla politica, alla sanità al mondo dell’informazione. C’è chi, sentendosi detentore di verità assolute, preferisce imporre senza informare e c’è chi preferisce spiegare e indurre a compiere delle azioni consapevoli. Nell’immaginario collettivo di solito i buoni genitori o i buoni insegnanti sono quelli che prediligono il secondo approccio, in politica pare che la cosa vada diversamente. Il M5S – chiariscono - non è contro i vaccini e dispiace che qualcuno abbia banalizzato un dibattito talmente articolato e le lunghe esposizioni (durate ore) espresse venerdì nel corso delle audizioni”.

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