Xylella, nuovi tagli: giù 1.500 piante
anche nei 100 metri

Xylella, nuovi tagli: giù 1.500 piante anche nei 100 metri
di Maria Claudia MINERVA
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Giovedì 1 Febbraio 2018, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 16:39
Ostuni, Ceglie Messapica e Carovigno: sono i tre comuni, tra le province di Brindisi e Taranto, interessati, da qui a qualche giorno, alla massiccia operazione di tagli di piante colpite dalla xylella fastidiosa. L’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia la settimana scorsa ha provveduto a inviare i decreti ingiuntivi ai proprietari dei terreni interessati che ora dovranno procedere con gli abbattimenti. Si tratta di circa 1.500 piante, comprese quelle che si trovano nel raggio di cento metri degli alberi malati, così come impone la Decisione di esecuzione europea numero 789 del 2015, che dovranno essere sacrificate per evitare che l’infezione prenda il sopravvento. Tra le piante da estirpare anche ulivi secolari.
Una cosa è certa: i proprietari dei fondi dovranno fare in fretta per impedire la propagazione del contagio, giacché si tratta di focolai che si trovano nella fascia contenimento e cuscinetto a ridosso della zona indenne. Il decreto ingiuntivo obbliga, a meno che qualcuno non faccia opposizione presentando un ricorso alla giustizia amministrativa, all’espianto dietro corresponsione di un ristoro economico che va dai 130 euro, più spese per i tagli (in tutto sui 180 euro ad albero) ai 150, più spese per i tagli (intorno ai 230 euro) per gli ulivi secolari. Se qualche proprietario si dovesse rifiutarsi di abbattere - ma stando a quanto sostengono dall’Osservatorio fitosanitario c’è già stato un incontro nei territori nel periodo di Natale e i contadini vogliono tagliare le piante malate per paura che l’infezione possa dilagare a macchia d’olio - gli alberi saranno sradicati dagli uomini dell’Arif ma in danno dei proprietari che, non soltanto dovranno sostenere economicamente tutta l’operazione, ma saranno poi esclusi da qualsiasi bando nazionale o europeo per ottenere contributi in seguito al danno subito a causa della batteriosi.
Le piante da abbattere sono state tutte individuate grazie al monitoraggio portato avanti dagli uffici dell’Osservatorio fitosanitario regionale insieme alle squadre di agenti dell’Arif, che si è concluso a dicembre. Varietà tutte suscettibili al batterio che rappresentano un pericolo per il contagio. Finora, però, non si è potuto procedere con i tagli per via dei vincoli di natura paesaggistica che hanno legato le mani alla Regione, finché poi il governo di Emiliano non ha approvato la legge che ha fatto cadere i vincoli in virtù dell’emergenza e dell’urgenza di trattamento che impone la pericoloso fitopatia che ha già divorato tantissimi ulivi, soprattutto nel Salento.
Il 12 dicembre scorso, infatti, il Consiglio regionale, considerate le lungaggini burocratiche che coinvolgevano anche la Soprintendenza, i Comuni, la Forestale e la stessa Regione, ha licenziato a maggioranza una modifica alla legge regionale 4/2017 “Gestione della batteriosi da xylella fastidiosa nel territorio della regione Puglia”, introducendo un articolo aggiuntivo, il dodicesimo della norma in cui viene introdotta una deroga alle disposizioni normative e regolamentari vigenti in materia di vincoli forestali, ambientali, idrogeologici e paesaggistici, per procedere alla estirpazione delle piante colpite da xylella fastidiosa e di quelle immediatamente adiacenti nel raggio di cento metri (la cosiddetta zona cuscinetto).
Una norma necessaria proprio per evitare l’aggravarsi della situazione dovuta alla procedura di infrazione irrogata dall’Unione Europea allo Stato italiano, che ora facilita il compito del Servizio fitosanitario della Regione Puglia, considerato che proprio grazie a quella deroga è stato possibile procedere con maggiore rapidità con l’esecuzione delle misure di lotta obbligatoria (sradicamento delle piante infette) in quelle aree vincolate che prevedevano, appunto, il rilascio di pareri, nulla osta o autorizzazioni varie.
 
Si ricomincia, dunque, con i tagli.
Dapprima tra Ostuni, Ceglie Messapica e Carovingo, poi si continuerà anche in altri Comuni, tra cui Oria, dove alcune piante finora non sono state abbattute per via dei ricorsi. Ma a dicembre la sentenza del Tar Lazio ha chiuso definitivamente la vicenda dando ragione al piano di abbattimenti dell’ex commissario Giuseppe Silletti, messo in atto per bloccare la xylella che invece ora, proprio a causa degli impedimenti, ora minaccia il nord della Puglia.
Nel frattempo, dal mese prossimo dovrebbe ripartire il nuovo monitoraggio, anche nella zona indenne, un provvedimento che garantisce di agire in tempo nel caso di nuovi focolai. Intanto, nella zona infetta gli agricoltori scaldano i motori per il reimpianto: già moltissime le prenotazioni della favolosa, la cultivar risultata tollerante più del leccino alla batteriosi
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