Xylella, dai sindaci stop ai pesticidi:
è rivolta in tutta la Puglia

Xylella, dai sindaci stop ai pesticidi: è rivolta in tutta la Puglia
di Maria Claudia MINERVA
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Domenica 13 Maggio 2018, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 21:53

Contro i pesticidi ormai è guerra senza esclusione di colpi. Mentre una rete con più di 140 associazioni, aziende, comuni cittadini preparano l’opposizione al decreto Martina con tre ricorsi, il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, apre il “fuoco”, passando dalle parole a ai fatti con un’ordinanza a scopo cautelativo per preservare da contaminazioni il suolo e l’acqua. Un provvedimento «contingibile e urgente» con il quale «vieta su tutto il territorio comunale, a scopo cautelativo e in via precauzionale, di utilizzare in agricoltura pesticidi e prodotti fitosanitari estranei alle normali prassi agricole, quindi nei modi e nelle forme previste dal decreto». Il provvedimento - riferisce una nota - intende «tutelare l’ambiente e la salute pubblica, preservare da possibili contaminazioni il suolo, l’acqua, i prodotti agricoli, salvaguardare infine la biodiversità. Chi viola il divieto è soggetto alla sanzione amministrativa di 500 euro».
Ma ormai la mobilitazione sta contagiando tutte le amministrazioni comunali delle province di Lecce, Brindisi e Taranto. Sulla scia di Mellone anche altri sindaci sono pronti a vietare l’uso di pesticidi nei loro Comuni. Il primo cittadino di Nociglia, Massimo Martella, venerdì scorso ha già deliberato l’adesione all’iniziativa “Città libere da pesticidi” portata avanti da “Borghi Autentici” e per domani ha già pronta l’ordinanza identica a quella di Nardò. Pronti a vietare i trattamenti chimici anche i sindaci di Neviano, Melendugno, Galatina, ma il fronte si ingrossa a vista d’occhio. Ora il fronte è la lotta agli insetticidi, lotta ai trattamenti chimici contro il vettore della xylella. La gente ha paura e i primi cittadini scendono in campo per tutelare la loro salute.
L’ordinanza di Mellone ricorda, infatti, che «il decreto obbliga all’uso di erbicidi come il glifosato, rispetto ai quali, a più riprese e da fonti autorevoli sono stati denunciati i gravi rischi per la salute umana, oppure all’uso di insetticidi, indicando in maniera specifica alcuni neonicotinoidi. Com’è noto, queste sostanze - spiega - possono rimanere nel suolo e nelle falde acquifere per lungo tempo e possono accumularsi nelle piante, comprese quelle a destinazione alimentare umana e animale. Non possono essere imposte per legge. Attenderemo le disposizioni dell’Osservatorio fitosanitario della Regione Puglia, cui il decreto demanda la decisione sulle modalità operative sui singoli territori, ma nel frattempo vogliamo eliminare ogni rischio e agire tempestivamente a tutela dell’ambiente e della salute». E non è solo «questione di disobbedienza - sottolinea Mellone -, ma semplicemente un atto di difesa ragionevole del territorio. C’è molta agitazione tra gli agricoltori, soprattutto chi ha scelto di investire sul biologico, tra gli operatori del turismo, che temono un danno d’immagine, tra i cittadini, che hanno paura del cibo contaminato. Capisco perfettamente che in gioco c’è la sopravvivenza dei nostri ulivi e delle altre piante a rischio, ma non è pensabile che per questo si obblighi all’uso scriteriato dei pesticidi, con rischi altissimi per l’equilibrio ambientale».
Gli fa eco Martella, sindaco di Nociglia: «Che senso ha l’uso di pesticidi in una provincia (Lecce) come la nostra, già da anni dichiarata infetta? Un decreto inaccettabile». E allora ecco le ordinanze, anche se bisogna mettere in conto il rischio che possano essere impugnate. «Astrattamente il potere per queste ordinanze i sindaci ce l’hanno, bisogna però capire se quel potere è stato esercitato correttamente per un problema di contingibilità e di urgenza» spiega, infatti, il professor Ernesto Sticchi Damiani, avvocato amministrativista.
 
Sulla questione pesticidi interviene il parlamentare salentino della Lega, Roberto Marti: «Lo scatto d’orgoglio della Puglia e del Salento non possono rimanere inascoltati. L’opposizione spontanea al Decreto Martina, calato dall’alto senza nessuna buona prassi di ascolto e partecipazione e senza tenere in alcun modo conto degli effetti cumulativi di tanti veleni sul territorio, non poteva lasciare indifferenti. Ed è apprezzabile e da prendere ad esempio la scelta di sindaci come Martella e Mellone di schierarsi a difesa della popolazione e del territorio».
Intanto, sull’obbligo dei trattamenti chimici previsti dal decreto Martina, il consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Erio Congedo, lancia un appello alla Regione: «Prima di approvare con propria delibera le indicazioni dell’Osservatorio fitosanitario regionale e dare così il via ai trattamenti si attenda il consiglio monotematico su xylella, convocato per il 23 maggio prossimo.

La Regione Puglia, pertanto, agisca con cautela e nell’interesse pubblico».

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