Ostia, seggi blindati per il balottaggio: marcia dei politici a rischio flop

Ostia, seggi blindati per il balottaggio: marcia dei politici a rischio flop
di Simone Canettieri e Sara Menafra
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Sabato 11 Novembre 2017, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 11:27

A Ostia la politica si spacca. E litiga come non mai. Alla manifestazione di oggi pomeriggio contro la mafia il Pd non ci sarà, la sinistra sì. Il M5S, sindaca Virginia Raggi in testa, sarà al gran completo, per il centrodestra è prevista solo l'adesione di Forza Italia. Il rischio flop è dietro l'angolo: i residenti di Ostia non sembrano interessati all'iniziativa, il Campidoglio ha inviato anche una mail ai tutti i dipendenti del X municipio affinché partecipino all'evento dando loro appuntamento - forse per contare gli assenti - proprio davanti alla sede dell'ex circoscrizione lidense. «Così ci vogliono schedare», polemizzano i funzionari. Lo Stato invece manda segnali chiari: martedì è previsto a Ostia un comitato per l'ordine e la sicurezza straordinario in vista del ballottaggio di domenica 19 novembre. I seggi saranno blindati. E presidiati dalla polizia per fare in modo che non ci siano ombre sul voto. Dopo il primo turno, infatti, proprio Raggi aveva denunciato la presenza degli esponenti del clan Spada nelle vicinanze dei seggi. Dopo l'aggressione di una troupe Rai e l'arresto di Roberto Spada la musica è destinata a cambiare.

LA POLEMICA
L'attenzione è tutta su oggi pomeriggio: alle 15.30 partirà il corteo per la legalità con capolinea la palestra, teatro dell'aggressione, gestita dal clan. Raggi, la giunta e la sua maggioranza saranno in prima fila, sono previsti anche parlamentari grillini. A lanciare la manifestazione era stato don Franco De Donno, il parroco rosso che con una lista civica ha preso l'8,6%. Voti preziosi destinati ad andare tra le braccia di Giuliana Di Pillo, la candidata pentastellata, in corsa contro Monica Picca (centrodestra). E non è un caso la presenza attesa nel pomeriggio di Mdp, Sinistra e Insieme (il movimento di Pisapia) pronti a strizzare l'occhiolino ai pentastellati anche dentro le urne. Il Pd, invece, non ci sarà: prenderà parte alla manifestazione di giovedì, promossa da Fnsi e Libera perché «non aderiamo ufficialmente a iniziative promosse da altri partiti, come questa lanciata dal blog di Grillo», risponde il segretario romano dem Andrea Casu. Sullo sfondo c'è appunto il soccorso rosso nei confronti dei grillini. Ettore Rosato, capogruppo Pd alla Camera, attacca la sinistra: «Che Fratoianni decida di sostenere il M5s a Ostia è nella facoltà di un partito, è una scelta legittima: M5S e destra sono uguali». La Regione sarà presente, invece, con un rappresentante della giunta Zingaretti. All'iniziativa di oggi hanno aderito anche Pietro Grasso e Laura Boldrini. Per il presidente del Senato sarà un'adesione «ideale» e non fisica. Stesso discorso per la presidente della Camera. Sposa l'iniziativa odierna e quella di giovedì Rosy Bindi, numero uno della Commissione antimafia.

IL VERTICE
La riunione del comitato ordine pubblico e sicurezza proprio ad Ostia, al quale è stato inviato anche il capo della dda di Roma, Michele Prestipino, servirà a mettere in campo due iniziative diverse. Prima di tutto, controlli rafforzati fuori e dentro i seggi elettorali, per evitare la presenza di esponenti della criminalità locale e, in particolare degli Spada, nei pressi dei seggi. All'esterno ci saranno soprattutto pattuglie ben visibili, mentre all'interno delle sezioni elettorali il controllo sarà affidato esclusivamente a personale in borghese, affiancato ai vigili urbani. Ma in prospettiva, la prefettura potrebbe accelerare controlli ed interventi sul cosiddetto racket delle case popolari, una vera compravendita di abitazioni in realtà di proprietà del comune e destinate solo a famiglie disagiate, ma sulle quali avrebbero messo le mani proprio gli esponenti della famiglia Spada. In primo grado, giusto un mese fa, alcuni di loro sono stati condannati per estorsione con l'aggravante del metodo mafioso a pene che vanno dai cinque ai tredici anni. È la terza sentenza ad aver applicato l'articolo 7 alla famiglia sinti da tempo stanziata sul litorale ma, dicono ancora le informative di polizia e carabinieri, il meccanismo non è stato affatto interrotto. Davanti ad un'esplicita richiesta da parte del Campidoglio, Viminale e prefettura sono pronti ad avviare controlli ed interventi.