Manuel Bortuzzo, la fidanzata sentita più volte: «L'ho visto cadere». Caccia a gang di pugili

Manuel Mateo Bortuzzo
Manuel Mateo Bortuzzo
di Alessia Marani e Mirko Polisano
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Martedì 5 Febbraio 2019, 01:59 - Ultimo aggiornamento: 13:26

«Quel motorino nero è spuntato dal nulla. Manuel e io eravamo di spalle. Pioveva. Avevamo i giacconi tirati su. All’improvviso lui si è girato verso di me e ha gridato “Mi hanno sparato, chiama Alessandro”, il suo amico, e si è accasciato a terra. Ho temuto che fosse morto». Martina, 16 anni, la fidanzata di Manuel Mateo Bortuzzo, la promessa del nuoto 19enne a cui sabato notte due giovani su uno scooter hanno sparato in piazza Eschilo, all’Axa, quartiere a pochi chilometri da Ostia, ieri pomeriggio è stata nuovamente ascoltata dagli agenti della Squadra Mobile. Il quarto interrogatorio dal fattaccio, uno dei quali anche con l’aiuto della psicologa. La ragazzina, anche lei nuotatrice, accompagnata dalla mamma, ripete: «Noi con la rissa al pub e gli spari non c’entriamo niente». Le sue parole sono state ancora una volta messe a verbale nel fascicolo che gli investigatori invieranno alla pm Elena Neri. «Non saprei riconoscerli», ha chiarito.

I MOVENTI
La Procura vuole essere certa che si sia trattato di uno scambio di persona, che Manuel abbia preso davvero la pallottola al posto di qualcun altro, probabilmente una persona che era stata coinvolta poco prima in una rissa al pub irlandese in cima alla piazza. Si indaga, infatti, anche per escludere che dietro agli spari possano esserci altri moventi. Per questo i poliziotti hanno insistito chiedendo quali fossero le frequentazioni di Manuel e anche di Martina.

«Con Manuel ci vediamo da pochissimo - ha raccontato la ragazzina - lui era arrivato a Roma in autunno, conosceva solo noi del nuoto e della foresteria della Guardia di Finanza dove alloggiava. No, non so neanche chi fosse la sua ragazza precedente». Gli investigatori hanno voluto sapere anche di lei. «Il mio ex ragazzo è fuori Roma, è andato al funerale del nonno a Napoli. È un tipo per bene che non ha mai avuto attriti con Manuel o altri», ha risposto. Gli inquirenti non vogliono lasciare nulla al caso almeno finché non avranno tutti gli elementi per inchiodare i responsabili. Ieri in Questura sono stati ascoltati diversi testimoni. Tra questi una persona ritenuta coinvolta nella rissa, ma che ha negato di averne preso parte, nonostante alcuni graffi sul volto. Le indagini puntano a una gang di pugili che si allenano nelle palestre di zona con aderenze ai clan dei Casalesi che spadroneggiano ad Acilia, la borgata limitrofa alla residenziale Axa. Gente che farebbe parte del giro dei pusher delle case popolari del “Villaggio” che una volta ospitava i profughi giuliano dalmati - in queste ore passato al setaccio dalla polizia di Ostia - e che già in passato è incappata in controlli per armi e cocaina.

Personaggi che non disegnano di andare in giro con il “pezzo” (la pistola) al seguito, stile Gomorra. Anche un ex pugile professionista frequentatore del pub è stato sentito dalla polizia, ma risulterebbe estraneo alla vicenda. Chi ha premuto il grilletto potrebbe avere le ore contate. Intanto Manuel resta ricoverato in prognosi riservata all’ospedale San Camillo. Ieri i medici hanno abbassato la dose di sedativo per capire come reagiva dopo l’intervento per l’asportazione del proiettile che si era conficcato all’altezza dell’undicesima vertebra. Il ragazzo si è così svegliato per qualche minuto e ha riconosciuto la madre, facendo qualche piccolo movimento con gli occhi e le dita. «Mi ha stretto la mano e l’ho abbracciato, mi ha riconosciuto», ha detto mamma Rossella al presidente della Federnuoto Paolo Barelli che anche ieri è andato in ospedale. 

LE CONSEGUENZE
A preoccupare ora sono le conseguenze sulla mobilità del giovane atleta. Il timore è che Manuel non riprenda a camminare. «Non ci sono segni di ripresa agli arti inferiori», ha detto ieri il direttore dipartimento di Neuroscienze, il professor Alberto Delitala, che lo ha operato. Il ragazzo sarà comunque sottoposto a una risonanza magnetica e ad altri accertamenti per avere un quadro esatto della situazione. Al San Camillo è tornata anche Martina ieri sera, attorno a lei Alessandro e le amiche per le quali «se dopo la festa dei 18 anni di Laura non ci fossimo tolti i vestiti eleganti per rimetterci tuta e scarpe da ginnastica, forse Manuel non sarebbe stato scambiato per un altro». E la mamma di Laura: «Gli hanno sparato mentre la polizia era al pub, un agente mi ha detto che forse lo scooter era passato anche davanti a loro. Vanno presi».

 

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