Prima ancora che cultura dell’odio, pur dilagante, nel complesso è una riedizione adulta e perciò grottesca degli sfottò da ultimo banco delle scuole medie. Messaggi fuori controllo, come se non ci fossero freni, ponderatezza, limiti, senso delle istituzioni, rispetto innanzitutto del proprio ruolo. O come se rancore e lessico senza misura debbano per forza rompere qualsiasi argine. In generale: una diffusa sensazione di inadeguatezza. Tutto avvilente, poco avvincente e per nulla divertente: è la “cumbia della noia”, ma senza l’entusiasmo di Angelina Mango.
Quantomeno Emiliano, in passato non esente da rumorosi capitomboli dialettici, non si accoda più all’andazzo, smorza, e manda avanti come indignati speciali i parlamentari, i consiglieri, e ora De Luca. Ci pensassero loro a fare baccano. È esperienza, forse buon senso, ma anche calcolo: la Puglia a giugno ospiterà il G7, vetrina irripetibile, e da un po’ il governatore sfoggia il profilo istituzionale, mite e dialogante. Anche il sindaco di Ostuni, dissociandosi da Dell’Atti, ricorda il G7 e l’arrivo di Meloni e dei big mondiali. Date a tutti un grande evento e vedrete: finisce la cumbia della noia. E delle offese.