Populous presenta il nuovo album, Azulejos: «La Cumbia? uno stato mentale»

Populous nello scatto di Carmen Mitrotta
Populous nello scatto di Carmen Mitrotta
di Valeria BLANCO
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Venerdì 7 Luglio 2017, 12:38 - Ultimo aggiornamento: 12:43
Se vi capita di andare in Giappone, sappiate che le musiche dello spot Ikea che gira in Tv sono firmate da Andrea Mangia, dj e producer salentino meglio noto con il nome di Populous. Questo per dare la misura di quanto sia apprezzato a livello internazionale questo musicista (ha collaborato anche con Vivienne Westwood) da poco uscito con l’album “Azulejos”. Contaminazione è la parola d’ordine nei ritmi di questo artista che, per l’occasione, ha unito la musica elettronica europea con i ritmi sudamericani della Cumbia. Risultato: un viaggio sonoro lungo dieci tracce tra atmosfere ballerecce e sognanti, velate da ritmi più intimisti e meditativi. La presentazione giovedì 20 luglio alle 19 alla Feltrinelli di Lecce.

Dopo Night Safari, l’album precedente, con Azulejos un tuffo in atmosfere più mediterranee.
«Ho scritto il disco mentre ero a Lisbona la scorsa primavera. Con un bellissimo clima, il sole, il mare, il fiume e la gente serena era quasi inevitabile infondere un mood mediterraneo e caliente. Volevo scrivere musica da ascoltare nei momenti felici, tipo quando sei in macchina che vai al mare o mentre fai l’amore».

Gli azulejos sono le mattonelle in ceramica coloratissime: una metafora del tuo stile musicale eclettico?
«Ho chiamato il disco così perché m’interessava dare all’ascoltatore un immediato riferimento visivo e cromatico. Tutti gli azulejos sono colorati, talvolta geometrici, talvolta illustrati, talvolta impolverati e ammaccati, altre volte integri e luccicanti. Un po’ come i portoghesi, felici e fieri ma con una costante vena di malinconia. Anche un po’ come me insomma». 

Come è nato questo disco?
«Ho affittato sei diversi appartamenti in sei diversi quartieri. Volevo conoscere e scoprire ogni angolo della città e, soprattutto, volevo fare quello che faceva ogni normale cittadino. Ho fatto poco il turista e ho provato invece a mimetizzarmi coi portoghesi. Facevo la spesa, cucinavo in casa, giravo per mercatini, compravo dischi e andavo a vedere concerti e spettacoli di artisti locali». 

Scelta originale quella di metterci dentro tanta cumbia.
«La cumbia non è tanto un genere musicale, ma è più uno stato mentale. Una volta che ti entra dentro non riesci più a farne a meno. Erano anni che non ascoltavo un genere musicale che mi facesse stare così bene».
 
Come hai scelto le collaborazioni?
«Siccome il disco è pieno di flauti, collaborare con il salentino Marco Tuma è stata una scelta obbligata. Poi ho collaborato con due cantanti “latine”: la colombiana Ela Minus e Nina Miranda. Un sogno diventato realtà, quest’ultimo, perché i suoi Smoke City sono stati una delle mie band preferite durante l’adolescenza».

Qual è il tuo background musicale?
«Sono laureato in musicologia e le cose che ascolto sono molte, troppe. Impossibile fare un elenco». 

Da amante delle contaminazioni, cosa pensi della fusione tra pizzica ed elettronica?
«Sono tutt’altro che contrario al mix fra tradizione e innovazione. Solo che ci sono generi che si prestano meglio a questo tipo di operazioni e la pizzica non è fra questi. Forse sarà anche per il repertorio molto ridotto, o per l’uso ingombrante del tamburello (che potrebbe funzionare anche da solo), fatto sta che preferisco la pizzica tradizionale». 

Notte della Taranta e Gualazzi.
«Mi sta simpatico Gualazzi. Mi sembra un bravissimo ragazzo, preparato e in grado di scrivere ottime canzoni pop. Detto questo, mi pare sia una personalità artistica troppo educata per un contesto del genere. Mi pare evidente che La Notte della Taranta si stia sempre più edulcorando per andare incontro a quanta più gente possibile. Io sarei per scelte molto più estreme e “maleducate”». 

Tra i tuoi “fan” c’è Max Casacci, chitarrista e “mente” dei Subsonica. Come è arrivata la collaborazione?
«Mi ha chiamato ad aprire un live dei Subsonica. Ero super spaventato di come mi avrebbero accolto i suoi fan. Ma è andata bene, ero felice e ho scoperto che tutti i Subsonica sono fan di Populous. Già lì c’eravamo promessi di fare qualcosa assieme. Collaborazione avvenuta subito dopo per il suo progetto Demonology Hi-fi (assieme a Ninja)».

Come sarà il live?
«Cumbia, Moombahton, kuduro, afro-house». 

Solo una tappa nel “tuo” Salento.
«La sovraesposizione fa bene sui social, ad esempio, ma meno alle serate. Se fai troppi live e dj-set la gente prima o poi si stanca di te».
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