Gli esperti in salvezze Cavasin, Rossi e De Canio: "Bravo Gotti, ottimo lavoro. Ha vinto il progetto Lecce"

La festa salvezza con Delio Rossi
La festa salvezza con Delio Rossi
di Antonio IMPERIALE
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Giovedì 16 Maggio 2024, 05:00
Applausi che vengono da lontano. «Bravo, Lecce». Lo dicono in coro gli uomini che hanno già vissuto l’esaltante esperienza della salvezza dei giallorossi. Alberto Cavasin, Delio Rossi e Gigi De Canio si rivedono nel collega Luca Gotti, protagonista della nona salvezza dei salentini in serie A.
L’eco delle grandi feste, con la gente a impazzire di gioia. L’eco delle storie del Lecce che fu. Quello di Iurlano, quello dei Semeraro. L’eco dell’impresa del Lecce di Saverio Sticchi Damiani e della sua compagnia, l’eco dell’impresa di Gotti ha toccato il cuore agli uomini che si portano dentro per sempre il Salento che hanno vissuto. Una pagina, la numero nove, con tutto il significato speciale di un numero che è anche un auspicio per il domani che sta già per cominciare. La nona salvezza, quella di Gotti. Era l’alba del duemila quando Cavasin si concesse il bis, due salvezza consecutive, 1999-2000 e 2000-2001, la “Panchina d’oro con il suo Lecce che finì per retrocedere nel 2002. Fu Delio Rossi, successore di Cavasin, a riportare i giallorossi nella massima serie e portarla al decimo posto finale. Gigi De Canio arrivò alla fine del primo decennio del Duemila. Dalla retrocessione al ruolo di allenatore-manager, il ritorno in A da primo della classe e la salvezza con ben 41 punti.
Rieccoli i ricordi. Ecco il passato, il presente, il domani. Da Treviso, il grande Alberto Cavasin. «Mi porto nell’animo quel momento tecnico importante con due straordinarie salvezze, con ragazzi apprezzati perché davano il meglio di se stessi, incoraggiati da un pubblico strepitoso. Anni indimenticabili sul piano umano e professionale. La salvezza di quest’anno, giunta con largo anticipo, è ancora più importante dopo il “caso D’Aversa” che avrebbe potuto creare problemi gravi con gravi ripercussioni, col rischio che il gruppo si smarrisse. La svolta impressa dall’arrivo di Gotti ha creato un’opportunità che è la grande dimostrazione di una dirigenza assolutamente matura, competente. D’Aversa aveva fatto anche lui cose positive, con un gioco di qualità e risultati che però si stavano perdendo per strada. È stato comunque un Lecce sempre lontanissimo dalla zona retrocessione. Ed il prossimo anno potrà fare ancora meglio. L’Atalanta che arriva sabato è un grande esempio, e questo Lecce ha tutto per prenderla a modello, armonia sociale, idee chiare. Gotti ha fatto un buon calcio regalando ai ragazzi tranquillità, serenità. Uno stadio più adeguato, più aderente alle aspettative, sarà un altro segnale. Corvino è la grande garanzia a livello tecnico».
«Vengo a Lecce perché ci credo - disse Delio Rossi -. Riuscimmo a tornare in A e grazie anche ai successi con la Juve a Torino e con l’Inter al Via del Mare, ci classificammo al decimo posto con 41 punti. Era il Lecce di Chevanton, Franceschini, Cassetti. Sì ho applaudito i ragazzi di Gotti, una squadra logica, un bel mix di giovani e anziani, che rimasti sempre a debita distanza dalla zona rossa che mette paura. Gotti è stato bravo a prendere la situazione in mano, con una squadra messa bene a centrocampo, una difesa in cui ha avuto un ruolo chiave Baschirotto. La mia esperienza mi ha sempre detto che se hai lo zoccolo duro sei già ad un buon punto. Avere ragazzi in gamba nei ruoli fondamentali è determinante. È un Lecce che ha un futuro perché c’è Pantaleo, uno che anche se pensi che non ci sia c’è sempre, e poi ha una proprietà che ci mette la faccia con il presidente Saverio Sticchi Damiani e la sua gente intorno, una realtà che è un lusso in una situazione come quella del calcio italiano con le società quasi tutte in mano agli stranieri, che sembra si prendano le sorti stesse del nostro mondo calcistico. Il Lecce ha poi la forza di avere un legame eccezionale con il territorio, mi porto dentro il rapporto di quegli anni. La conferma di Gotti è un fatto positivo. Sa da dove ripartire, e con Corvino condivideranno le scelte per il domani».
Gigi De Canio riabbraccia il Lecce forte. «Conservo dei ricordi meravigliosi, con un misto di ragazzi capaci di esprimere il meglio di se stessi, un misto di giocatori presi in prestito, quando ci si stava avviando verso una sorta di ridimensionamento. Gente contrattualizzata che formava un bel gruppo umano, ragazzi che volevano salvarsi che si muovevano sulla linea dell’allenatore, in un campionato molto duro. Ci fu l’esplosione di Bertolacci, un grande Giacomazzi, i tanti gol importanti di Di Michele, una buona impostazione difensiva, ragazzi splendidi sul piano caratteriale e umano. Questo Lecce di D’Aversa prima e di Gotti poi è partito benissimo, ha accusato qualche momento di difficoltà, con qualcosa che non funzionava soprattutto in zona gol. Poi quel maledetto episodio che è costato il posto a D’Aversa. È arrivato Gotti che mi somiglia molto sotto il profilo umano ma anche su quello tecnico. Se resta, come pare, può essere il lancio definitivo per la sua carriera, grazie alla filosofia societaria di questo Lecce. Una società che mi pare possa muoversi sulla linea dell’Atalanta per grandi prospettive. Questo Lecce è ormai un modello sotto l’aspetto tecnico ed economico. La competenza di Corvino, la compattezza della società, l’onestà intellettuale di Saverio Sticchi Damiani sono una garanzia per il futuro».
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