Oudin, il mancino d'oro del Lecce: "Ora ci alleniamo tanto sulle palle inattive"

Remi Oudin
Remi Oudin
di Francesco BUJA
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Giovedì 25 Aprile 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 22:36
Risorto il Lecce sotto la guida di mister Gotti, è rinato anche Remi Oudin. Schierato in più ruoli tra centrocampo e attacco, il francese ha sensibilmente contribuito alle buone prove dei giallorossi. E a Reggio Emilia, sulla fascia destra solitamente assegnata ad Almqvist, e quindi a piede invertito, se l’è cavata molto bene. «Ho giocato a destra anche molto tempo fa: ritrovandomi a farlo con questa squadra - ha spiegato ieri in conferenza stampa allo stadio "Via del Mare", il ventisettenne francese -, per me quello che è importante è la mia partecipazione al gioco e crescere».
Piede fino e stoccata che non perdona, le qualità di Oudin, che è nato a Chalons-en-Champagne ma il suo gioco non è accostabile alle bollicine del celebre vino prodotto in quella terra. Epperò il centrocampista giallorosso adesso riesce anche a valorizzare tutte le palle inattive. Al Mapei Stadium, ad esempio, cross del numero 10 dei salentini e incornata vincente di Gendrey. «Oggi è diverso, lavoriamo molto su punizioni e calci d’angolo e dire che la situazione è migliorata - sottolinea Oudin -. Queste situazioni di gioco sono diventate un’arma che usiamo con gli avversari e che ci ha dato delle possibilità anche nell’ultima partita, con il Sassuolo». Qualcosa è cambiato anche nell’animo della truppa salentina, passando questa dalla guida di D’Aversa a quella dell’attuale mister: «C’è una differenza di carattere: si vede che Gotti è più calmo e questo trasferisce alla squadra più coscienza e più tranquillità». E da quando in panca siede il tecnico adriese la squadra appare sempre più pimpante. «Contro il Sassuolo c’era la motivazione di tutta la squadra: volevamo portare a casa questa vittoria e per questo ognuno di noi ha dato tutto quello che aveva». Gruppo volitivo, il Lecce, che mister Gotti gestisce non disdegnando di inventare soluzioni a centrocampo e in attacco. Dorgu non è più un terzino e Piccoli, là davanti, convive con Krstovic. Il centrocampista transalpino si compiace del clima suscitato dal nuovo mister: «È bella la concorrenza quando è positiva. Quando lui è arrivato ognuno di noi si sentiva di dover dare di più, perché è quello che ci fa crescere personalmente e anche fa crescere la squadra». Anche il modulo di gioco galvanizza i giallorossi: «Ci ritroviamo bene con questo schema, il 4-4-2, ognuno fa la sua parte. Però quello che è importante, al di là dello schema con cui giochiamo, è arrivare allo scopo della squadra». L’obiettivo, cioè la salvezza in serie A, è ad un passo. Grazie alla svolta impressa da Gotti, che, giova ricordare, ha ottenuto dieci punti in cinque partite: una media da zona Champions League. E quattro incontri conclusi senza subire gol. Poi l’exploit in casa del Sassuolo, condito da tre gol segnati agli emiliani. Il Lecce ne aveva messi a segno altrettanti solo contro la Fiorentina, a febbraio. Ma dietro l’angolo è anche il rischio della distrazione, dopo due vittorie consecutive. Remi Oudin però vola basso: «Siamo tutti concentrati e c’è la motivazione per la terza vittoria, contro il Monza». La squadra brianzola evoca dolci ricordi ai tifosi leccesi: storica prima promozione nella massima serie e la sospirata salvezza ottenuta alla penultima giornata dello scorso campionato. Chissà che la sfida coi biancorossi non potrà evocare per Oudin la gioia del gol, ancora da lui non assaporato durante il corso gottiano. Ne ha già siglati tre, lui non nasconde il desiderio: «Al di là dell’obiettivo della squadra, è fare più gol e più assist. Visto che poi abbiamo anche qualche cosa da vedere avanti». Forse si dovrà pur rivedere qualcosa in attacco, intanto questo Lecce, che finalmente riesce a insidiare frequentemente la porta avversaria, sembra divertirsi. Remi Oudin, lo ha confermato: «Continuiamo a fare quello che dobbiamo fare con piacere. Farlo e sentire di farlo è quello che ci può aiutare a portare la squadra avanti».
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