Asl, zanzare in trappola: caccia aperta alle larve
nelle campagne a rischio

Asl, zanzare in trappola: caccia aperta alle larve nelle campagne a rischio
di Mario DILIBERTO
3 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Ottobre 2017, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 16:38

Caccia alle larve delle zanzare. Per escludere il rischio che gli insetti capaci di trasmettere la “malaria” si siano riprodotti. Con gli esperti della Asl e dell’istituto zooprofilattico di Foggia impegnati nei prelievi e nella collocazione di trappole.
Ha preso il via ieri mattina in contrada “Pantano”, nell’agro di Ginosa Marina, l’indagine “entomologica” correlate all’allarme malaria scattato dopo i quattro casi registrati all’ospedale di Taranto. Proprio in quella contrada di campagna, indicata come una delle zone a rischio, quando in passato la patologia era presenta anche in Italia, vivevano i quattro braccianti stranieri che dal 25 settembre, uno dietro l’altro, sono finiti in isolamento. Prima per il sospetto e poi per la certezza di aver contratto la malaria da “plasmodium falciparum”, la forma più grave, e potenzialmente letale per l’uomo, di questa malattia.
Una patologia da tempo debellata nel nostro Paese ma che si è riaffacciata proprio in provincia di Taranto, con i quattro stranieri, tre marocchini e un sudanese, risultati positivi. La certezza è arrivata dalle analisi affidate all’istituto di igiene del Policlino di Bari. E da quel momento è partita la ricerca della spiegazione dei contagi in serie. L’ipotesi più attendibile è quella che ricalca i casi della cosiddetta malaria da “aeroporto”. La malattia, infatti, si contrae solo per via ematica e con il tramite della puntura delle zanzare “anopheles”. Insetti che in Italia non esistono. Ecco perchè si è portati a ritenere che l’insetto che ha provocato l’allarme in contrada Pantano sia giunto in Italia all’interno di bagagli. Forse in uno dei pacchi che gli stessi pazienti ricoverati al Moscati hanno raccontato di ricevere periodicamente dai loro Paesi.
 
Detto questo, da ieri gli specialisti in camice hanno pattugliato la contrada e le due abitazioni in cui vivevano i quattro braccianti.
Le trappole per catturare le zanzare sono state posizionate anche all’interno delle case. Le zanzare alle quali si dà la caccia, infatti, autonomamente hanno un raggio di azione tra i duecento e i cinquecento metri. Si ritiene, quindi, che l’insetto responsabile non si sia allontanato molto da dove ha già colpito in rapida successione. Ma non si esclude che la zanzara o le zanzare si siano riprodotte, anche in ragione dell’habitat, particolarmente favorevole, che hanno trovato nella zona, non a caso denominata “Pantano”. «è una possibilità che non si può trascurare. Anche se va ribadito in maniera assoluta che la situazione è sotto controllo» - ha spiegato Michele Conversano, direttore del dipartimento di prevenzione della Asl che sta coordinando le operazioni. Nelle vicinanze delle case degli stranieri, peraltro, scorre un ruscello. Le due sponde del piccolo corso d’acqua sono state scandagliate, con gli specialisti che hanno prelevato numerose larve che ora saranno esaminate.

I campioni serviranno a capire se gli insetti, in grado di veicolare la pericolosa forma malarica, si sono riprodotti.

© RIPRODUZIONE RISERVATA