Omicidio di Sarah Scazzi, su Sabrina e Cosima oggi la decisione finale della Cassazione

Omicidio di Sarah Scazzi, su Sabrina e Cosima oggi la decisione finale della Cassazione
di Lino CAMPICELLI
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Lunedì 20 Febbraio 2017, 06:10 - Ultimo aggiornamento: 17:27

Ultimo round per il caso processuale del secolo, sotto il profilo dell’audience televisiva. La sentenza di secondo grado sull’omicidio di Sarah Scazzi, avvenuto in Avetrana il 26 agosto 2010, approderà in Cassazione sin da oggi.
Saranno i supremi giudici della sezione penale prima ad occuparsi del ricorso promosso soprattutto dagli avvocati di Sabrina Misseri e di Cosima Serrano, che hanno contestato le conclusioni del collegio di secondo grado.
Così, l’ergastolo confermato a carico delle due donne, accusate di aver a vario titolo spento per sempre la vita della piccola Sarah, passerà al vaglio degli “Ermellini”.
Al di là della composizione del collegio, che sarà presieduto dal dottor Arturo Cortese, i supremi giudici dovranno stabilire se la sentenza di secondo grado, che ha praticamente confermato la sostanza del primo, sia da confermare o se i rilievi mossi dal collegio di difesa degli imputati impongano una nuova valutazione.
 
Nel novembre dello scorso anno, come si ricorderà, i legali di Sabrina Misseri e della madre Cosima affrontarono gli aspetti salienti del processo, così come scaturito dal dibattimento del secondo grado.
Nella circostanza, i legali di Sabrina presentarono una clamorosa istanza ai supremi giudici, in considerazione «della eccezionalità del caso»: l’assegnazione del ricorso davanti alla Sezioni unite, così come previsto dall’articolo 610 del codice di rito, comma secondo, che prevede l’assegnazione davanti alla particolare conformazione del collegio, che è investito di funzioni fondamentali per il perseguimento del fine nomofilattico (l’esatta osservanza della legge cioè) che l’ordinamento attribuisce alla più alta autorità giurisdizionale. Secondo i legali di Sabrina Misseri, le questioni poste nell’atto di impugnazione non sarebbero mai state trattate dalla giurisprudenza di legittimità.
Al di là di questo aspetto, però, non preso in esame nella fissazione dell’udienza da parte dei giudici supremi, nel ricorso i legali posero pure una questione legata alla posizione di Michele Misseri, che in più di una circostanza si era addossato la responsabilità dell’omicidio di Sarah.
E lo fecero, ponendo una specifica questione giuridica, chiedendo «se la confessione dibattimentale resa da un soggetto accusato di un reato concorrente (e meno grave) del delitto di omicidio, acquisisca nell’ambito dell’attuale sistema processuale, che assegna valore preminente alla prova formata nel dibattimento, un’efficacia probatoria autonoma e autosufficiente rispetto alle dichiarazioni rese nelle precedenti fasi procedimentali».
In questi giorni, sono scesi in campo sia Valentina Misseri, rispettivamente sorella e figlia delle due imputate principali, che Michele Misseri, rispettivamente padre e marito delle due imputate, divenuto per un periodo un personaggio televisivo più conosciuto di un premio Nobel.
La prima ha ribadito di essere certa della innocenza delle due familiari, evidenziando come l’omicidio della povera Sarah sia stato “confezionato” dal padre.
Il secondo, come ormai fatto da tempo negli ultimi anni, ha “rotto” il silenzio per sostenere, ancora una volta, di essere stato l’autore dell’omicidio.
«Penso che Sarah mi abbia perdonato, quel giorno sono esploso e purtroppo è incappata quella poveretta, se fosse stata mia figlia penso che avrei fatto lo stesso.

Sabrina e Cosima sono in carcere da innocenti». Così ha infatti detto lo zio della ragazza uccisa in Avetrana nell’agosto del 2010, nel sua ultima intervista concessa “Quarto Grado”.

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