Camera di commercio Taranto-Brindisi: eletta la nuova giunta a sette

La giunta della Camera di commercio Taranto-Brindisi
La giunta della Camera di commercio Taranto-Brindisi
di Domenico PALMIOTTI
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Domenica 17 Marzo 2024, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 18 Marzo, 11:55

«Le Camere di Commercio devono servire alle imprese, sono utili se servono alle imprese, non dobbiamo pensare ai territori, altrimenti se così non fosse, meglio chiuderle e farle diventare uffici decentrati del ministero». Andrea Prete, presidente nazionale di Unioncamere, “battezza” la nuova Camera di Commercio Brindisi-Taranto che dopo aver eletto a fine febbraio il presidente Vincenzo Cesareo - già presidente di Confindustria Taranto - ieri ha eletto la nuova giunta a sette.

Gli eletti

Ne fanno parte Domenico D’Amico per l’artigianato (9 voti), Salvatore Toma per trasporti e spedizioni (9), Alfonso Cavallo per l’agricoltura (8), Franco Gentile per l’artigianato (8), Leonardo Giangrande per il commercio (8), Matilde Contento per il commercio (7) e Gabriele Menotti Lippolis per l’industria (7). Tutti espressione di Taranto, all’infuori di Gentile e Menotti Lippolis che rappresentano Brindisi. Prossimi passi, ora, l’elezione da parte della giunta del vice presidente vicario a Brindisi e del vice presidente a Taranto. Tra gli ospiti presenti ieri, Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, e Luciana Di Bisceglie e Mario Vadrucci, rispettivamente presidenti Unioncamere Puglia e Camera di Commercio di Lecce.

La fusione e il presidente di Unioncamere Prete

È stata prevista già dal 2018 dall’allora ministero dello Sviluppo economico la fusione tra Brindisi e Taranto, tuttavia si è realizzata concretamente solo nelle ultime settimane dopo aver superato ostacoli, contrasti e ricorsi (dal lato Brindisi al Tar di Bari prima e al Consiglio di Stato poi). Prete, però, ne incoraggia il cammino e mette in luce i risultati che le aggregazioni stanno producendo. «La legge è del 2014, eravamo 105 Camere, l’obiettivo è 60 - dice a Quotidiano il presidente di Unioncamere -. Siamo al termine del percorso, la Camera Brindisi-Taranto è una delle ultime ad accorparsi, molte altre lo hanno già fatto. Più di 60 Camere hanno già proceduto ad aggregarsi tra loro. I territori spesso hanno provato a rimanere così com’erano e a non accorparsi. Ma dobbiamo considerare che il diritto annuale è stato dimezzato e quindi gli introiti non sono più quelli che hanno consentito a molte Camere di operare tranquillamente. E poi l’accorpamento ha consentito di fare massa critica tra le Camere, che hanno così avuto un numero di imprese sufficiente a consentire le risorse che servono alle attività di promozione dei territori».

«Sta funzionando molto bene» dice Prete a proposito di chi l’accorpamento lo ha effettuato. «Molte di queste Camere hanno già fatto cinque anni e sono state rinnovate con grande soddisfazione dei territori - evidenzia Prete -. Sono stato recentemente al rinnovo di Arezzo-Siena, di Livorno-Grosseto, della riviera ligure con Imperia-Savona-La Spezia, che non sono neanche confinanti. C’è stata un’ottimizzazione dei costi sia di personale che di funzionamento». «La Camera di Commercio è un ente pubblico guidato dagli imprenditori che deve lavorare per le imprese dei territori - osserva Prete -. Le imprese non hanno il confine della provincia. Si dividono per settori, dimensioni, ma non cambia la loro vita la collocazione territoriale della Camera. Adesso l’idea è di area vasta. Il percorso che porta ad avere 60 Camere partiva dal voler eliminare le Province. Ma per le Province non è stato compiuto, invece le imprese, che sono la popolazione delle Camere, toccano con mano gli effetti di questo processo. È indipendente da dove provenga il presidente, non è questo quello che conta».

L'insediamento

«Abbiamo eletto la giunta e adesso dobbiamo insediarla - annuncia il presidente Cesareo -. Avverrà nei prossimi giorni e da qui parte la nostra operatività. Ci sarà l’incontro con le istituzioni, ci daremo un assetto e saranno assegnate le deleghe. Il programma è pronto, lo stiamo completando con gli ultimi contributi, e come ho detto nel giorno della mia elezione prevede una contaminazione tra territori, settori e professioni con un’inclusione a 360 gradi. Crediamo che insieme possiamo diventare una grande Camera di Commercio e un grande territorio». «Abbiamo un quadro di difficoltà, ma i territori possono stare insieme se pensiamo tutto insieme e animiamo progetti comuni» dice Leonardo Giangrande, presidente Confcommercio Taranto.

«Voltiamo pagina», incoraggia Salvatore Toma, a capo di Confindustria Taranto. E il suo collega presidente di Brindisi, Gabriele Menotti Lippolis, aggiunge che «ci dobbiamo far guidare dal programma e una Camera unita può dare una mano a istituzioni e politica, che non ha ancora mostrato piena maturità». «Stiamo scrivendo una pagina nuova, non ci sono territori che devono prevaricare su altri», raccomanda Alfonso Cavallo, numero 1 di Coldiretti Taranto. «L’economia del Sud purtroppo mantiene un gap rispetto al Nord, alcune volte c’è ripresa, altre no - commenta il presidente di Unioncamere -. Abbiamo un tessuto imprenditoriale più fragile rispetto a quello del Nord. Quando analizziamo le medie imprese italiane, vediamo che ce ne sono tante di eccellenza anche nel Sud e in Puglia, ma sono poche. E come se noi, al contrario di altri territori italiani, non siamo riusciti a contaminare il tessuto imprenditoriale e non è scattato il principio dell’emulazione. Nel dopoguerra il Veneto era un’area depressa come il Sud. Hanno cominciato ad attivarsi le imprese e sono diventate un modello a cui aspirare. Da una, ne sono nate due, il capofabbrica si è messo in proprio, mentre da noi questo è mancato. L’emulazione non c’è stata. Oggi però le Camere possono avere un ruolo, accompagnando le imprese, soprattutto le piccole, nella transizione digitale ed ecologica, nell’internazionalizzazione, nelle competenze, che oggi non si trovano, e nella parità di genere».