Tutto da rifare per la nomina del nuovo consiglio camerale della Camera di Commercio Taranto-Brindisi. A metà gennaio il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, sulla base sia della forza espressa in termini di imprese, occupati e valore aggiunto da ciascuna categoria, sia degli apparentamenti concordati, aveva stabilito, con decreto, il riparto dei seggi: 33 in tutto. Aveva inoltre invitato le parti in causa (dal commercio all’industria, dall’artigianato ai sindacati etc.) ad esprimere i propri rappresentanti. La suddivisione era stata calcolata su dati del 2017 poiché la fusione dei due enti camerali risale al 2018 ma ha poi incrociato delle opposizioni sul versante Brindisi che l’hanno rallentata. L’individuazione dei nominativi sarebbe dovuta avvenire in 30 giorni dal decreto di Emiliano.
Cosa blocca le nomine
Invece è accaduto che da Confcommercio sia partita nei confronti della Regione una segnalazione con la quale si contestava la sottrazione di un seggio alla stessa Confcommercio e l’attribuzione ad un altro schieramento. Al commercio, il governatore Emiliano aveva assegnato un totale di 7 seggi così dividendoli: 4 assegnati congiuntamente a Confapi, Confesercenti Taranto, Confesercenti Brindisi, Confindustria Taranto, Confindustria Brindisi, Confartigianato Taranto, Upalab, Unsic Taranto, Cna Taranto e altri 3 seggi insieme a Confcommercio Taranto, Confcommercio Brindisi e Casartigiani Taranto.
A fronte della segnalazione e riscontrato l’errore formale, la Regione ha ritirato l’atto in autotutela. Ora si attende il nuovo decreto del presidente con la riattribuzione corretta dei seggi. Una volta emesso il provvedimento, scatterà l’iter che dovrà portare ciascuna categoria prima ad accordarsi a livello di sigle e poi a indicare un proprio rappresentante in ogni casella assegnata. In verità, una segnalazione per errori rilevati o un ricorso sull’attribuzione rientrava già nello scenario delle possibilità e così alla fine è stato.
Lo slittamento dei tempi
Questo fa sì che si allunghino i tempi per l’insediamento del nuovo consiglio della CdC, che da maggio 2021 è governata da un commissario: l’ex deputato e consigliere regionale della Puglia, Gianfranco Chiarelli, nominato dall’allora ministro allo Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti. Lo stop alla procedura rimette infatti in moto tutto l’iter, per cui ai 30 giorni concessi alle categorie per l’individuazione dei nomi, 30 giorni che non sono ancora scattati, bisogna poi sommare il tempo che si prenderà il presidente Emiliano.
Tocca al governatore ricevere i nominativi, vagliarli, verificarne i requisiti e quindi emettere un nuovo decreto.
La trattativa politica
Ma l’aspetto procedurale e burocratico è solo uno di quelli in gioco e forse nemmeno il più complesso. Ci sarà anche una trattativa “politica” all’interno delle organizzazioni e delle due città, Taranto e Brindisi. Perchè, facendo un esempio, se sette-otto realtà si sono apparentate ma devono esprimere nel consiglio camerale solo tre componenti, è chiaro che si dovrà trattare sul “a chi tocca” poiché ovviamente non vi sarà posto per tutti. Oltre ai 7 precedentemente assegnati al commercio, 5 erano andati all’agricoltura, altrettanti all’industria, 4 all’artigianato, uno alle cooperative, 2 al turismo, 3 ai servizi alle imprese e uno ciascuno a trasporti e spedizioni, credito e assicurazioni, altri settori, sindacati e consumatori. Trenta consiglieri camerali erano andati ai settori economici e produttivi e 3 fra sindacati, consumatori e liberi professionisti.