Creare una “ruota verde” attorno a Mar Piccolo

Creare una “ruota verde” attorno a Mar Piccolo
di Alessio PIGNATELLI
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Domenica 26 Marzo 2017, 11:30 - Ultimo aggiornamento: 17:56

L’obiettivo principale è ricostruire legàmi ordinari per connettere nuovamente la Città Vecchia a Taranto. E viceversa. È il progetto presentato da Mate (con Spsk, Francesco Nigro, Jose Maria Ezquiaga, Paola Eugenia Falini, Maria Cristina Petralla, Daniele Frediani) che è risultato il primo classificato (da 60mila euro) nel Concorso internazionale di idee per la riqualificazione della Città Vecchia di Taranto, promosso dalla presidenza del Consiglio dei Ministri, Regione Puglia e Comune di Taranto e attuato da Invitalia, nell’ambito del Contratto Istituzionale di Sviluppo per l’area di Taranto.
Tra i committenti più importanti, Mate annovera Wb Banca mondiale di Washington, Erbd European Bank for Reconstrunction and Devolepment, la Farnesina e il ministero delle Infrastrutture. Al progetto #legàmi_ordinari per Taranto hanno partecipato più di venti persone tra professionisti del settore, consulenti e giovani architetti.
La visione di sviluppo proposta per la Città Vecchia di Taranto pone al centro la valorizzazione del patrimonio culturale e sociale, ambientale e storico e la ricostruzione di una cultura di cittadinanza capace di riportare la società a riconoscersi nelle proprie radici. La proposta intende riassegnare alla città la sua funzione sociale ed ecologica “per conseguire progressivamente l’accesso universale a condizioni ambientali certe, la piena realizzazione del diritto a una città come spazio abitabile, la disponibilità per tutti di beni e servizi pubblici essenziali”. L’obiettivo di ricostruire #legàmi_ordinari tra i sistemi presenti sul territorio e quello che resta della Città Vecchia, “è necessario per scongiurarne la conservazione passiva, la musealizzazione e la gentrificazione senza regole e per promuovere modelli di sviluppo economico e di turismo sostenibile, alternativi e vitali, utili alla costruzione di un modello da contrapporre all’inevitabile percorso di deindustrializzazione che rischia di desertificare un territorio ricco e vitale”.

 
La vita nuova nella Città Vecchia dovrà essere “partecipativa, per promuovere l’impegno civico, generare un senso di appartenenza in tutti gli abitanti e favorire la coesione e l’inclusione, per contrastare i fenomeni di segregazione sociale e spaziale”.
Vediamo nello specifico cosa prevede la proposta suddivisa in tre macrosettori che rappresentano le linee guida del progetto.
Far tornare la Città Vecchia a un’ordinarietà urbana attraverso la rigenerazione dei tessuti urbani più degradati, la riqualificazione energetico-architettonica dei tessuti urbani novecenteschi (edilizia pubblica), il recupero dei tessuti urbani antichi, il restauro e la rifunzionalizzazione per attività ricettive e culturali e la caratterizzazione funzionale diversificata per pittaggi (rioni).
Per quanto concerne la valorizzazione del paesaggio urbano storico sono previsti interventi di restauro mirati, in riferimento a percorsi e reti degli spazi e luoghi identitari e della cultura; la riqualificazione degli spazi pubblici dell’asse Via Duomo; una nuova icona urbana - struttura polifunzionale sul lungomare Mar Piccolo; la riconfigurazione del lungomare Mar Piccolo con ridefinizione di Piazza Fontana e di Piazza del castello.
La salubrità urbana sarà declinata con il miglioramento delle condizioni ambientali mediante la riqualificazione ambientale dei bordi urbani, la rinaturalizzazione della costa del Mar Piccolo, la conservazione e la rinaturalizzazione degli spazi verdi urbani, la vegetalizzazione di spazi aperti e passeggiate a mare nei nuovi lungomare.
Gli interventi di valorizzazione delle aree naturali protette e l’individuazione di una “ruota verde” che circonda il Mar Piccolo, potranno portare benefici sull’ambiente mentre un nuovo sistema di connessioni interne ed esterne agli insediamenti e un programma di riqualificazione integrata di edifici e spazi pubblici garantirà una migliore qualità della vita. La creazione di un sistema di protezione verde delle aree produttive, la bonifica dei siti agricoli inquinati, gli interventi di bonifica su Mar Piccolo e Mar Grande, la riorganizzazione della mobilità urbana “rappresentano solo alcuni suggerimenti che potranno portare a ricadute positive sulla salute”. Il costo stimato per gli interventi prioritari è di circa 550 milioni di euro secondo un cronoprogramma articolato in quattro fasi dal 2017 al 2040.
Al termine del processo, “l’isola di Taranto avrà un volto nuovo e viverci sarà un vantaggio e un piacere. È il nuovo modello virtuoso della rigenerazione urbana sostenibile che ha saputo tenere insieme valorizzazione del patrimonio storico culturale e riqualificazione del più grande polo siderurgico d’Europa.
Non solo è una città dove non si muore più per la gestione scellerata del suo sistema produttivo ma al contrario è piacevole visitarla, è conveniente viverci e per alcuni anche tornarci a vivere”.

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