De Vincenti: «Parte da qui la rigenerazione di Taranto
Ora confronto coi cittadini»

De Vincenti: «Parte da qui la rigenerazione di Taranto Ora confronto coi cittadini»
di Alessio PIGNATELLI
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Sabato 25 Marzo 2017, 05:35 - Ultimo aggiornamento: 12:03
«Per Taranto si deve aprire una prospettiva affinché tutte le possibilità siano valorizzate: dall’industria alla cultura, dal porto al turismo. Premiamo i vincitori del Concorso e sulla base delle idee verrà preparato un piano di sviluppo della Città Vecchia; poi si passerà ai bandi di progettazione. È una grande operazione di rigenerazione urbana che segue esempi come Marsiglia o Barcellona. È una bella giornata, di festa. Questo è l’inizio del percorso. Dopo la fioritura, però, devono arrivare i frutti» Il ministro per il Mezzogiorno, Claudio De Vincenti, si aggancia alla metafora del sindaco Stefàno per introdurre il suo discorso. È un segnale che bisogna guardare sempre avanti e non ci si può crogiolare nel tepore primaverile. Ieri, al Castello Aragonese, cerimonia ufficiale per premiare i vincitori del Concorso: al primo posto il progetto di “Mate Società Cooperativa”, al secondo “Stefano Boeri Architetti Srl” e al terzo “Studio Bargone Architetti Associati”. Inoltre sono state premiate le due proposte di “Mario Cucinella Architects Srl” e “Ove Arup & Partners International Limited”, oggetto di menzione speciale della Commissione valutatrice.
Il Concorso ha collezionato 100 manifestazioni di interesse, 46 candidature, 20 gruppi ammessi. Hanno lavorato sui progetti oltre 500 professionisti nazionali e internazionali, 160 studi professionali, 250 consulenti, 100 giovani professionisti che si affacciano alla ribalta dell’urbanistica.
De Vincenti, dopo i doverosi ringraziamenti a tutte le istituzioni coinvolte con un particolare riferimento al fido Giampiero Marchesi, “collante e uomo che tesse le fila per il proseguimento del Cis”, spiega: «Ogni tanto si prende fiato ed è giusto dare a questa città segnali di speranza, futuro e rinascita. Sono emozionato e contento. C’è stato un coinvolgimento di forze intellettuali e di progettualità su Taranto. Adesso metteremo a disposizione di tutti il parco di idee attraverso la mostra. È un insieme di proposte e tutti i tarantini potranno prenderne visione e dire la loro. È un esercizio di democrazia profonda. Non si è spettatori ma giocatori in campo. Chiediamo a tutti di trasmetterci critiche, scelte e osservazioni. Poi lavoreremo al piano di interventi, ai bandi di progettazione e alla fase esecutiva».
 
La domanda più banale ma probabilmente più concreta e gettonata riguarda i tempi. Ossia: quando sarà possibile vedere i primi cantieri nell’Isola? Fermo restando che ci sono ora sessanta giorni in cui cittadinanza e associazionismo saranno chiamati, si auspica copiosamente, a fornire le proprie valutazioni, il ministro si sbilancia: «Voglio mettere l’accento anch’io sulla concretezza. Gli interventi si realizzeranno, è l’impegno di tutte le istituzioni presenti. Probabilmente le opere potranno cominciare verso la fine del 2018, ci sono tempi tecnici che stiamo stringendo al massimo: si tenga conto che il Cis è stato firmato poco più di un anno fa e già la metà delle risorse è stata impegnata. La sfida di Taranto e dell’industria pienamente compatibile farà scuola in tutta Europa».
Il Concorso ha portato all’identificazione di un piano degli interventi da realizzare per il recupero della Città Vecchia: da quanto emerso nelle proposte, il Comune di Taranto e le altre amministrazioni impegnate nel processo di rinascita della Città Vecchia possono estrarre validi suggerimenti, modelli generali e progetti specifici. Sarà quindi possibile pescare dai diversi progetti finalisti le idee migliori e più fattibili.
Un percorso che dovrebbe modificare l’assetto urbanistico e sociale dell’intera città in quella che Claudio De Vincenti etichetta come una rivoluzione industriale per il capoluogo jonico: «Concorso di idee, università come centro di formazione e ricerca e arsenale che vogliamo valorizzare per la città. Sono tre punti chiave per la scommessa di Taranto. Si stanno affrontando tanti problemi. Non c’è solo l’Ilva che renderemo un siderurgico d’avanguardia e attento ad ambiente e salute. C’è il porto con la piastra logistica che diventa la porta di passaggio per uno sguardo verso il Mediterraneo. Un Mediterraneo come un luogo dove investire energia, voglia di interagire e non come fonte di paura. Taranto è la proiezione naturale di un’Europa che guarda al Sud e non solo al Nord del mondo. Ci sono tanti altri temi difficili ma anche le carte in regola per ripartire e diventare un centro di riferimento».
La cultura resta il fulcro di questa nuova strada: «Il Concorso di idee è il cuore di questa parte: la Città Vecchia è il perno di questo disegno. Ci dice che nel futuro di Taranto c’è certamente un’industria compatibile, una sfida che dobbiamo vincere e farà scuola a tutti. Ma Taranto va al di là del siderurgico e ha da giocarsi il futuro su tutti i campi. Questa sinergia tra esperienze e competenze diverse ha contribuito da un lato a diffondere l’idea di una Taranto che ha già in sé la voglia di cambiare e, viceversa, ha portato a Taranto punti di vista esterni, non “distorti” dall’amore per il proprio territorio. Il risultato è una dotazione immediatamente spendibile in un percorso di celere attuazione della futura strategia di riqualificazione».
 
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