Il marito minaccia di ucciderla
e lei si butta dal secondo piano

Il marito minaccia di ucciderla e lei si butta dal secondo piano
di Azzurra CONVERTINO
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Giovedì 19 Ottobre 2017, 05:50 - Ultimo aggiornamento: 08:32
Grida, minacce di morte, poi il tentativo estremo di difendersi: lanciarsi nel vuoto. È successo a Fragagnano martedì sera quando una giovane donna rumena, tormentata dalle violenze del marito, si è lanciata dal secondo piano dell’appartamento in cui lavorava in via Istria.
Sono stati dei fili stendibiancheria ad attutire la caduta e ad evitare la tragedia. Subito la vittima si è rialzata e ha ripreso a camminare rifugiandosi nel supermercato Conad vicino. Al suo fianco la figlia che piangeva cercando aiuto per la madre. L’aguzzino è stato arrestato.
È successo tutto intorno alle 18.30. Sembra che la donna fosse da tempo vittima di ripetute violenze da parte del marito, connazionale della donna, di giovane età e probabilmente avvezzo all’alcol. La ragazza per lavoro si prende cura degli anziani. Stava prestando servizio in un appartamento quando il marito si è appostato davanti all’edificio intimandole di scendere. Ha minacciato di ucciderla se non l’avesse raggiunto all’istante. Poi il gesto estremo della donna.
I carabinieri hanno aperto un’indagine per capire qual sia stata la ragione che l’ha spinta a lanciarsi giù. Forse la volontà di farla finita o forse un tentativo di fuga. È certo solo il finale di questa vicenda dai contorni poco chiari: la donna per fortuna non è in pericolo di vita. Dopo la rocambolesca caduta si è rialzata in piedi ed è corsa via barcollando. È entrata nel supermercato in via Nazario Sauro e ha raccontato tutto. L’ambulanza è arrivata immediatamente e ha trasportato la vittima all’ospedale di Manduria. Ora sta meglio, si sta riprendendo, può riabbracciare i suoi figli senza paura.
 
I carabinieri della locale stazione, intervenuti prontamente sul posto, dopo le prime indagini, hanno arrestato il marito. Molti i testimoni che hanno assistito alla drammatica vicenda. Raccontano che quando la donna è arrivata era confusa, dolorante. Tanta la paura della gente che non sapeva come intervenire in soccorso della ragazza, temendo che la caduta le avesse procurato delle ferite interne. La vittima era immobile a terra, quasi incosciente, terrorizzata. Una reazione dovuta probabilmente al terrore psicologico che l’uomo le procurava e forse dovuta agli schiaffi già subiti, alle violenze già provate. Quando si è fermata tra la gente la ragazza ha detto di avere paura per i suoi figli, forse di una qualche ritorsione nei confronti dei bambini da parte del marito.
La storia di violenza domestica fragagnanese è un copione già scritto, ripetitivo e drammatico. Di buono questa volta c’è stato un piccolo miracolo, una donna salva nonostante una caduta da due piani che avrebbe potuto ucciderla e un marito violento assicurato alla giustizia. Forse quello della donna era davvero un tentativo di fuga, perché non è mai troppo tardi per sfuggire a un amore malato.
La violenza domestica non si cancella con un colpo di spugna ma con coraggio e non da sole. Oltre cento donne in Italia, ogni anno, vengono uccise da uomini che, quasi sempre, sostengono di amarle. Sette milioni hanno subìto nella loro vita una forma di abuso. E i dati sulla violenza domestica non accennano a diminuire. È un’imponente emergenza sociale che risponde a schemi precisi: paura, sottomissione, assenza di autostima, timore per le ritorsioni nei confronti dei figli. Quella di Fragagnano può essere una delle storie a lieto fine.
 
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