Il presidente in sella per 25 anni, poi il tracollo Forza Italia lo scarica

di Michele MONTEMURRO
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Venerdì 15 Marzo 2019, 08:56
Ha guidato a lungo un'intera provincia, è rimasto in sella per 25 anni. Ha segnato un'epoca nelle istituzioni, le ha rappresentante dal 1985 al 2018, con una pausa dal '90 al '98. Ha dettato le regole nel suo partito, Forza Italia, finanche candidando lo scorso anno la moglie Maria Francavilla nel collegio del Senato, ma senza successo. Dal 1999 all'ottobre scorso, fine del suo mandato da capo dell'amministrazione provinciale, il potere politico in provincia di Taranto ha avuto un nome e un cognome: Martino Tamburrano.
Sessant'anni, massafrese, sposato, con figli, una laurea in Scienze della formazione e quattro master - si legge nel curriculum - in Organizzazione delle risorse umane, Enti locali, Devianza e dispersione scolastica e Organizzazione della sanità. Socialista nel dna, formatosi politicamente come portaborse di un ex vicepresidente massafrese della giunta regionale, dal 1980 Tamburrano diventa dipendente della Regione Puglia, ente che conosce pochissimo perché i suoi impegni politici lo sottraggono da subito alla sua professione. Dal 1985 al 1990 e dal 1998 ricopre il ruolo di consigliere al Comune di Massafra, con carica di vicesindaco, assessore con delega all'Urbanistica, Bilancio, Programmazione e presidente del Consiglio comunale. Nel 1998 diventa commissario straordinario dell'Ipab (opere Pie), mentre alla vigilia del Giubileo inizia la sua ascesa politica. Tamburrano dal 1999 al 2004 viene eletto consigliere provinciale con Forza Italia e l'allora presidente Domenico Rana lo nomina nella sua giunta con la carica di vicepresidente con delega al Personale, Contratti, Appalti e Affari Generali.
Dal 2004 al maggio 2013 la giunta provinciale cambia colore e Tamburrano passa tra i banchi della minoranza, ma ha da subito un'ottima sintonia con l'allora presidente Gianni Florido; nel frattempo ricopre il ruolo di presidente del Comitato provinciale Opere Pubbliche, vicepresidente regionale della Giunta Upi, membro della Commissione nazionale ambiente Upi, presidente del Comitato provinciale utilizzo fondi Cipe, membro del consiglio di amministrazione della società Smarin Spa, presidente del comitato Sanità della specialistica ambulatoriale della Provincia di Taranto, revisore dei conti dell'Irssai, presidente della Rappresentanza dei Sindaci della Provincia di Taranto in seno all'Asl Ta/1, presidente Ato Ta/1 (Autorità Territoriale Ottimale Taranto/1 gestione Rifiuti), presidente dell'Unione dei Comuni (Crispiano-Massafra-Statte), presidente del Piano sociale di Zona-Ambito Territoriale dei Comuni di Massafra, Mottola, Palagiano e Statte, componente del consiglio di amministrazione Asi e presidente dell'Aro 3/TA.
Dal 2006 al 2016 viene eletto per due volte sindaco di Massafra, la sua città, incarico grazie al quale nel settembre del 2014 corona il sogno di una vita grazie alle larghe intese: diventa presidente della Provincia nel tempo in cui l'ente si declassa come amministrazione di secondo livello.
Nel 2016 inizia la parabola discendente di Tamburrano. Non potendosi ricandidare per la terza volta di fila come primo cittadino, getta nella mischia il suo assessore ma perde sonoramente: primo ko. Nel 2017 l'ex sindaco di Massafra tenta il colpo grosso, rivolge il suo sguardo su Taranto e sostiene la candidata sindaco di liste civiche vicine al centrodestra: secondo ko.
Non c'è due senza tre: la terza vittima è la moglie, pescata dal cilindro e catapultata in un collegio del Senato, provocando una silenziosa rivolta all'interno di Forza Italia. Partito che, soprattutto col nuovo corso di D'Attis in Puglia e di Franzoso nel Tarantino, già prima di ieri aveva preso le distanze dal modus operandi di Tamburrano, ancor prima di un comunicato stampa tramite il quale ieri il coordinatore regionale ha di fatto scaricato l'ex presidente della Provincia («il partito di Forza Italia non ha svolto alcun ruolo e non è in alcun modo coinvolto nell'inchiesta») anziché mostrargli solidarietà come le ritualità del caso solitamente richiedono.
Tamburrano incassa la quarta batosta elettorale nell'ottobre scorso, quando il suo candidato alla presidenza della Provincia, il sindaco di Taranto Rinaldo Melucci, soccombe rispetto a Giovanni Gugliotti.
E probabilmente la quinta partita sarebbe stata quella in programma il prossimo anno: secondo i bene informati Tamburrano stava programmando il suo ritorno candidandosi alle elezioni regionali, accarezzando anche un'opportunità nel campo dell'editoria locale.
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