Il sindaco Minò: «Sempre contrari al depuratore»

Il sindaco Minò: «Sempre contrari al depuratore»
di Nazareno DINOI
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Domenica 30 Aprile 2017, 06:20 - Ultimo aggiornamento: 16:10
AVETRANA - «La nostra comunità, il nostro ente, tutti noi siamo stati sempre contrari al depuratore in zona Urmo Belsito e allo scarico nel mare a Specchiarica; il presidente Michele Emiliano non so dove abbia preso queste informazioni».
Il sindaco di Avetrana, Antonio Minò, non se la tiene l’affermazione del governatore secondo cui le «due amministrazioni di Manduria e Avetrana avevano dato il via libera al progetto preesistente del depuratore consortile Manduria-Sava per cui le carte dell’acquedotto sono perfettamente a posto». Che tra i due comuni ci fosse una mezza condivisione su un progetto che prevedesse la depurazione dei reflui da impiegare in agricoltura con l’impianto in quella zona, lo sostiene anche il sindaco di Manduria, Roberto Massafra, riferendosi a vecchi accordi con il precedente sindaco avetranese, Mario De Marco.
L’attuale primo cittadino, però, insiste. «Un solo dato è certo – dice -, non esiste un atto ufficiale, sia di giunta che di Consiglio comunale, che dica questo; ho fatto fare una ricerca ai nostri impiegati ed ho anche chiesto a chi mi ha preceduto che non sa niente». Detto questo, il sindaco Minò guarda al futuro e punta il dito contro il suo collega manduriano. «Su una cosa ha ragione Emiliano: l’amministrazione comunale di Manduria non ha ancora deciso niente e tocca a lei fare la mossa definitiva, non prima, spero, di sentire come la pensiamo noi».
Ma è questo il punto. Dieci giorni fa l’amministrazione di Avetrana ha organizzato un incontro con quella di Manduria che ignorò l’invito ad eccezione di alcuni consiglieri di minoranza. «All’amico Roberto Massafra dico: perché non ci incontriamo? Perché rifiuti il confronto? Approfittiamo dell’apertura della Regione Puglia che si dice disposta a trovare un nuovo sito al depuratore e confrontiamoci su questo». Ed ecco la proposta di Avetrana. «Mi farò promotore di un nuovo incontro, un tavolo istituzionale tra sindaci, assessori e capigruppo dei due consigli comunali con i rispettivi tecnici; sediamoci e discutiamo, se occorre anche per l’intera giornata sino a quando non troveremo una proposta seria da presentare alla Regione; ma sbrighiamoci, perché qui c’è il rischio che i lavori inizino su quel progetto», conclude il sindaco Minò preoccupato di quello che potrà accadere dopodomani, martedì, data in cui l’Acquedotto pugliese vuole aprire i cancelli del cantiere in zona Urmo.
 
Anche l’opposizione di Avetrana è d’accordo con l’idea di un tavolo istituzionale tra le due comunità.
Ma ad attivarlo, sostiene il consigliere Luigi Conte, deve essere la regione Puglia. «Sarebbe auspicabile – sostiene Conte - arrivare a quel tavolo con una forte e condivisa proposta unitaria. Solo così – aggiunge - si potrà vedere chi vuole risolvere per davvero il problema e chi invece sta giocando con ambiguità e inganno questa difficile partita. E se la Regione resterà sorda – conclude Conte - , allora bisogna andare a Bari in tanti per farle tornare l’udito perché la nostra forza è il popolo». La parola ora passa ai manduriani.
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