Fumata nera, interrotta la trattativa
Il nodo resta quello dell'occupazione

Fumata nera, interrotta la trattativa Il nodo resta quello dell'occupazione
di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 23 Maggio 2018, 18:52 - Ultimo aggiornamento: 19:16
Niente da fare. Dopo un altro vertice ristretto tra ArcelorMittal e segretari nazionali di Fiom, Fim, Uilm e Usb la soluzione su Ilva non è stata trovata. Il nodo resta l’occupazione. E' appena terminata a Roma, in un hotel e non più nella sede sindacale dei metalmeccanici per motivi di riservatezza, la riunione iniziata a mezzogiorno. Un’altra interlocuzione dopo le 14 ore di summit di ieri ma, ancora una volta, non ci sono stati passi decisivi. Non è stata fissata un’altra data e domani i sindacati si stanno organizzando per fare il punto della situazione: l’Unione Sindacale di Base alle 12 in una conferenza stampa che si terrà nella sede di via dell’Aeroporto 129, a Roma, mentre la Fiom, sempre nella capitale, ha organizzato un coordinamento nazionale. Dopo l’estenuante giornata di ieri, anche oggi si è provato a chiudere. Senza però smuoversi dalle proprie posizioni. Quella di ArcelorMittal fa riferimento al contratto firmato lo scorso anno ed è poco modificabile: le assunzioni si fermerebbero a 10mila - oggi si è ipotizzato 500 unità in più - ma il problema resta soprattutto la soglia post 2023, ossia dopo il piano industriale. Nelle intenzioni dell’azienda, ricordiamo, si scenderebbe a 8.480. Francesca Re David (Fiom), Marco Bentivogli (Fim), Rocco Palombella (Uilm) e Sergio Bellavita (Usb) insistono invece sulla copertura per tutti i lavoratori salvo coloro che dovessero accettare gli incentivi all’esodo o si agganciassero alla pensione fra qualche anno. A questo punto, solo se cambieranno le carte in tavolo la capocordata di Am Investco contatterà nuovamente i sindacati ma tutto lascia presupporre che il dossier Ilva passi al nuovo esecutivo.
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