Ilva, mossa di Mittal: «Parchi minerali coperti in 3 anni»

Ilva, mossa di Mittal: «Parchi minerali coperti in 3 anni»
di Tiziana FABBIANO
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Giovedì 23 Novembre 2017, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 11:51
Corsa contro il tempo per coprire i parchi minerali. E per completare i lavori ArcelorMittal gioca d’anticipo e lancia sul tavolo un ulteriore taglio sui tempi previsti. Il primo e più importante intervento del nuovo acquirente dell’Ilva diventa il simbolo del piano di investimenti per l’ambientalizzazione della fabbrica. Non è un caso, dunque, che ieri proprio le polveri che ricoprono i quartieri di Taranto, in particolare il rione Tamburi, siano state al centro della discussione tra la nuova azienda e i senatori della Commissione Industria. Matthieu Jehl, vice presidente di ArcelorMittal e Amministratore delegato di Am InvestCo (la società con la quale la multinazionale si propone di acquistare il gruppo Ilva) è stato in audizione ieri mattina alla Commissione Industria del Senato. E subito ha sfoderato l’intervento più rilevante del piano ambientale, il cui costo da solo è pari ad un terzo dell’intero budget per il segmento ambientale. «Entro il 2020 contiamo di realizzare le coperture dei quattro parchi minerali. L’investimento prevede 365 milioni. C’è l’intesa con il ministero per avviare subito i lavori e noi siamo d’accordo» ha detto Jehl ai senatori presenti all’audizione. Un terzo, quindi, del miliardo e 100 milioni di euro che è l’investimento complessivo di Am InvestCo per l’ambiente.
«L’Ilva di Taranto - ha aggiunto il vice presidente di ArcelorMittal - sarà la prima acciaieria integrata in Europa e una delle poche al mondo con una copertura dell’area delle materie prime».
Parlando del Piano ambientale, l’amministratore delegato Jehl ha precisato che al termine dei lavori per il piano ambientale le emissioni di polveri passeranno dai 25 milligrammi al metro cubo attuali a 10 milligrammi al metro cubo con un miglioramento del 60% rispetto ad oggi e del 35% rispetto alle prescrizioni Bat del 2012. «Siamo consapevoli dell’impatto che le nostre attività hanno sulle comunità e siamo anche convinti che aziende devono generare benessere nella comunità dove operano» ha aggiunto il manager che per anni è stato Ceo in Belgio, occupandosi in particolare degli stabilimenti di Gand e Liegi, per ArcelorMittal.
La compagnia, che detiene per ora l’85% della società Am InvestCo Italy, è stata interpellata anche per quanto attiene la valutazione europea sulle concentrazioni delle quote di produzione dell’acciaio e sul possibile stop della Commissione. «Per una fusione di questa portata è normale un approfondimento dell’antitrust europeo. Vogliamo convincere la Commissione della validità del nostro progetto per l’Ilva», ha detto riferendo sulla decisione della Commissione Ue di avviare una seconda fase di analisi sull’acquisizione del gruppo Ilva da parte di ArcelorMittal.
«Stiamo lavorando a stretto giro con la Commissione - ha aggiunto Jehl - vogliamo convincere Bruxelles della validità della nostra soluzione per Ilva. Naturalmente tutte le informazioni sono confidenziali. Al momento abbiamo assunto tutti gli impegni richiesti e continueremo a lavorare con loro». L’amministratore delegato di Am InvestCo Italy, Matthieu Jehl, rispondendo infine una domanda del presidente della Commissione Industria Massimo Mucchetti sulle indiscrezioni uscite in questi giorni a proposito delle richieste fatte dall’Antitrust Europeo.
 Indiscrezioni che vedrebbero come una possibile “condizione” dell’Unione Europea l’uscita dal consorzio Am InvestCo Italy del gruppo Marcegaglia (la cui percentuale azionaria attuale è attorno al 15%) e una possibile entrata nella società - anche questa è un’indiscrezione - della Cassa Depositi e prestiti. Su eventuali modifiche della compagine societaria però Jehl non risponde. «Con l’Antitrust stiamo trattando riga su riga ma non posso fare ulteriori commenti. Non posso commentare nè su Marcegaglia, nè su Cassa Depositi Prestiti. Quando avremo la decisione dell’Antitrust, sapremo qualcosa». «Non posso fare commenti» ha ripetuto Jehl a chi gli chiedeva, a margine dell’audizione, se ArcelorMittal fosse disposta a tenere l’Ilva «a tutti i costi» per poter creare così la quarta divisione europea di ArcelorMittal Europe con base a Taranto. Il manager ha poi evidenziato nuovamente come ArcelorMittal voglia instaurare un rapporto costruttivo con il territorio. «Parleremo e daremo informazioni a tutti gli interessati per mostrare con trasparenza i progressi fatti nel rispettare gli impegni assunti».
Quello presentato ieri è comunque «un piano di quello che faremo da quando entreremo in Ilva, perché attualmente non siamo ancora entrati». La cessione si completerà nei prossimi mesi dopo il confronto dei sindacati e il via libera dell’Antitrust europeo.
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