Salari, accordo a metà e da domani si comincia a parlare di esuberi

Salari, accordo a metà e da domani si comincia a parlare di esuberi
di Alessio PIGNATELLI
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Mercoledì 25 Aprile 2018, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 16:14
Nessun passo avanti sulla parte variabile della retribuzione legata ai premi di risultato. Tant’è che, per evitare di impantanarsi su questo terreno, domani alle ore 10 si torna al Mise per parlare del cuore della vertenza Ilva: occupazione, esuberi e organici.
Non è stato sufficiente il secondo incontro nell’arco di due giorni al ministero dello Sviluppo economico tra Am InvestCo, cordata guidata da ArcelorMittal e sindacati. A mediare, Teresa Bellanova, viceministro allo Sviluppo economico: «È stata raggiunta una convergenza per la parte che riguarda la parte di salario fisso, non solo quella riguardante il contratto collettivo ma anche quella relativa al contratto aziendale di secondo livello. Rimane invece ancora aperto un punto che riguarda il salario variabile. Il 26 speriamo di cominciare a discutere più nel merito per quanto riguardano gli organici». In una nota ufficiale, il ministero aggiunge che sono stati individuati “punti di convergenza che garantiranno ai lavoratori il riconoscimento dei trattamenti economici legati alla retribuzione fissa attualmente in essere mentre sul Pdr i sindacati hanno avanzato alcune osservazioni sulle quali l’azienda si è resa disponibile a discutere e approfondire a partire dal prossimo incontro”.
La distanza sulla contrattazione di secondo livello, in particolare sul Pdr (premio di risultato), resta immutata. La multinazionale dell’acciaio è stata ferma sulle sue posizioni: semplificando, chiede di legare questa parte del salario alla redditività e al raggiungimento dell’Ebit positivo (si tratta del risultato aziendale prima della deduzione degli oneri finanziari e delle imposte ndc). Attualmente, invece, il sistema di premio è legato ai volumi di produzione. Ci sarà una riflessione su quanto propongono i sindacati ma, per entrare nel vivo della negoziazione, domani l’argomento sarà accantonato per dare spazio al clou della vertenza. Si parlerà infatti, per la prima volta, di occupazione ed esuberi.
 
«Abbiamo fatto dei piccoli passi avanti salvaguardando le voci fisse della retribuzione relative all’accordo integrativo, rimane però il nodo sullo schema del premio di risultato proposto da Mittal - ha dichiarato il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella - Ci aspettiamo che su questo punto l’azienda riformuli la proposta recependo le richieste che abbiamo avanzato».
Schema che rispetto al secondo livello prevede la rimodulazione della contrattazione aziendale e del Pdr inserendo nuovi indici di parametrizzazione. Le cinque voci per il raggiungimento del premio di risultato sarebbero così modulate: sicurezza “indici di frequenza” 30%, spedizioni 25%, produttività 25%, qualità 10% e servizi al cliente 10%. Ma il premio sarebbe riconosciuto solo all’ottenimento di alcuni risultati combinati: cioè se si raggiungesse il 90% di quei parametri, verrebbe riconosciuto il 50% del Pdr. Solo il raggiungimento del 100% di quei parametri, infine, garantirebbe il pagamento per intero del Pdr.
«Abbiamo ribadito la nostra contrarietà rispetto alla proposta aziendale che paradossalmente contiene degli aspetti deresponsabilizzanti rispetto al raggiungimento degli obiettivi aziendali e sono penalizzanti per i lavoratori - ha commentato il segretario generale Fim, Marco Bentivogli - Abbiamo inoltre chiesto di avere dai commissari i riferimenti giuridici rispetto al bando che impongono ad Am InvestCo la discontinuità contrattuale».
Il segretario generale della Fiom, Francesca Re David, ha sottolineato la volontà da parte di tutti di raggiungere «un accordo finale su Ilva: la Fiom non aspetta né questo quadro politico, né il prossimo. La situazione attuale è talmente confusa politicamente che noi ci atteniamo ai fatti».
Intanto, dalla prossima settimana - a Genova, invece, si comincia già da domani - all’Ilva di Taranto saranno organizzate delle assemblee con i lavoratori per spiegare nel dettaglio la vertenza e fare un resoconto degli ultimi incontri. Per l’Unione sindacale di base, eventuali azioni di protesta dipenderanno dall’esito del summit sull’occupazione: «I nodi di fondo della vertenza devono ancora essere affrontati a partire dal tema della necessaria continuità di diritti e occupazione all’atto della cessione. Giovedì il confronto riprenderà proprio sul tema dell’occupazione. Solo allora, avendo il quadro completo delle richieste dell’azienda, si potrà decidere una risposta di mobilitazione».
 
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