La crisi nera del commercio «Amministrazione assente»

Negozi chiusi
Negozi chiusi
di Nicola SAMMALI
3 Minuti di Lettura
Sabato 23 Marzo 2019, 09:45
I negozi del Borgo di Taranto chiudono. Da inizio anno sono oltre venti quelli che hanno abbassato le saracinesche solo nelle centralissime via di Palma, via Berardi, via Anfiteatro e piazza Immacolata, come racconta il reportage fotografico realizzato da Confcommercio Taranto.
«Non a caso vi abbiamo invitato qui in via di Palma - spiega in conferenza stampa Salvatore Cafiero, presidente della delegazione Confcommercio Borgo Taranto -, in particolare in questo isolato, l'isolato ex Coin, uno di quelli che era più di pregio. Guardate: in pochi metri ci sono già quattro negozi chiusi». Cresce il fenomeno dei locali sfitti in una zona dove anni fa, commentano gli stessi commercianti, non si faceva nemmeno in tempo ad appendere il cartello Affittasi sulle vetrine, tale era la richiesta.
Pur riconoscendo più cause che concorrono alla chiusura dei negozi, come il successo delle vendite online e la vicinanza dei centri commerciali della grande distribuzione, molti denunciano però un calo dell'attrattività del Borgo dovuto alla trascuratezza degli immobili pubblici, all'abusivismo, al degrado urbano. Avevano pensato a un concorso di idee per riqualificare quei locali che restano chiusi, coinvolgendo i writer in una sorta di galleria all'aperto. «Anche questa proposta è caduta nel nulla. L'interlocuzione con l'amministrazione comunale sembra andata a vuoto» ammette Cafiero. «A metà ottobre, su mia richiesta, abbiamo avuto un incontro con l'assessore e vicesindaco Tilgher per affrontare determinate problematiche. La prima è quella dei parcheggi. Da tempo chiediamo infrastrutture come parcheggi di scambio in zona Cimino e Croce, e parcheggi di prossimità come Arena Artiglieria, che ormai è nelle disponibilità del Comune di Taranto da oltre tre anni. Ci sorprende che sia nello stesso stato in cui l'ha lasciato la Marina, non possiamo aspettare tre o forse quattro anni per avere la miseria di 80 posti auto».
La soluzione proposta da Confcommercio Taranto, precisa il presidente della delegazione Borgo, riguarda anche il sistema di pagamento delle strisce blu. «Abbiamo chiesto di rivedere il sistema dei permessi, sia a pagamento che dei residenti, perché il Borgo pare abbia una dotazione di 5200 posti auto ma con 4900 permessi: noi lavoriamo su un ricircolo di 300 posti auto e non è più possibile. Pensiamo a un sistema metà strisce blu e metà strisce bianche ma chi parcheggia sulle strisce blu deve pagare la tariffa oraria, basta pass a 45 euro al mese». Più netta la posizione della signora Ada Borsci, commerciante del centro di Taranto. «La Marina ci deve dare spazio».
Tornando alle proposte avanzate all'amministrazione comunale, Cafiero ne elenca altre. «Abbiamo chiesto un autosilo, abbiamo chiesto la sopraelevata Baraccamenti Cattolica. Anche il parcheggio di via Oberdan con una sopraelevata leggera può raddoppiare il numero di posti auto: cosa dobbiamo aspettare? Perché non si impegnano risorse per dare ossigeno al Borgo?».
Non avendo ancora ricevuto risposte, dichiara Cafiero, «da questo momento in poi, per quanto riguarda la delegazione Borgo, l'unico interlocutore valido sarà il sindaco di Taranto». L'ultimo passaggio è sul Piano urbanistico di mobilità sostenibile. «Il Pums pone al centro le attività commerciali già esistenti, quindi deve agevolare la loro ripresa e non dargli il colpo di grazia. Ci sono colleghi di via Principe Amedeo, una via commercialmente morta da quando è attraversata dai pullman, e di via Mazzini. Chiedono di essere ascoltati: l'attraversamento dei bus porta davvero benefici o forse occorre pensare altro? Le linee veloci non possono attraversare le vie commerciali».
Sul rapporto con l'amministrazione comunale si sofferma anche Nicola de Florio, nel commercio da quarant'anni. «Ritengo che il sindaco debba ascoltare di più gli operatori e rendere partecipe le associazioni di categoria». Tema ripreso dal presidente di Federmoda Taranto, Mario Raffo. «Abbiamo bisogno di un interlocutore: l'amministrazione deve ascoltare i cittadini e i commercianti. Continuiamo a fare domande che non trovano risposte. Viviamo la desertificazione delle aree commerciali della città: è un allarme che parte dal Borgo ma riguarda tutti».
© RIPRODUZIONE RISERVATA