La scuola si trasferisce a casa di Gabriella

La scuola si trasferisce a casa di Gabriella
di Francesca CIURA
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Venerdì 10 Marzo 2017, 06:05 - Ultimo aggiornamento: 16:12
Nella scuola inclusiva, dove nessuno resta indietro, c’è un aspetto che non sempre viene evidenziato: la disponibilità alla cooperazione anche laddove si richiede un impegno dei docenti, per esempio, in orari extrascolastici. È questo il caso di due insegnanti in servizio presso il XIII Circolo Didattico Pertini che, per rispondere adeguatamente ai bisogni formativi e di apprendimento di Gabriella, la bimba di Paolo VI colpita da leucemia (sul cui caso la trasmissione televisiva “Le Iene” ha dato il via ad una gara di solidarietà a favore di tutti i piccoli malati oncologici di Taranto) si sono resi disponibili ad assicurarle quotidianamente le lezioni a domicilio. «Non si tratta - afferma la dirigente scolastica, Daniela Giannico - di un’azione straordinaria, bensì di un programma di sostegno previsto dalle direttive ministeriali. Oltre quindi ad aver incrociato la disponibilità dei docenti, va detto anche che c’è alla base tutto un percorso da intraprendere per rendere funzionale questo servizio che la scuola rende all’alunno che è impossibilitato fisicamente a frequentare».
La realizzazione del servizio di istruzione domiciliare, infatti, presenta un iter piuttosto complesso tale da richiedere da parte di ogni istituzione scolastica un’attenta pianificazione organizzativa ed amministrativa. La finalità di tale servizio è garantire sempre il diritto allo studio, tant’è, come recita una circolare ministeriale del 2012, «il servizio di istruzione domiciliare può essere erogato nei confronti di alunni, iscritti a scuole di ogni ordine e grado, i quali, già ospedalizzati a causa di gravi patologie, siano sottoposti a terapie domiciliari che impediscono la frequenza della scuola per un periodo di tempo non inferiore a 30 giorni. Il servizio in questione può essere erogato anche nel caso in cui il periodo temporale, comunque non inferiore a 30 giorni, non sia continuativo, qualora siano previsti cicli di cura ospedaliera alternati a cicli di cura domiciliare oppure siano previsti ed autorizzati dalla struttura sanitaria eventuali rientri a scuola durante i periodi di cura domiciliare».
 
Ma al di là delle normative, a Paolo VI si va oltre. La solidarietà per Gabriella, come per tutti i bambini di Taranto colpiti da malattie “ambientali” accomuna non solo i residenti al “quartiere”, gli insegnanti tutto il mondo della scuola, bensì si estende oltre i confini provinciali e regionali attraverso l’iniziativa della vendita delle magliette rosa con la scritta “Ie jesche pacce pe te” di cui Nadia Toffa è testimonial. «Quando le Iene - ricorda la preside - sono andati a casa della nostra bambina l’hanno trovata insieme al docente che faceva lezione e questo, immaginiamo, abbia colpito anche se questo, per noi, non costituisce un elemento di straordinarietà». Va da sé però che tutta la scuola Pertini, dal personale docente a quello Ata continui a mobilitarsi per la vendita delle magliette, spesso indossandole anche a scuola, come se fosse una divisa. L’obiettivo, in attesa che la Sanità pubblica pugliese, intervenga con piglio deciso, è raccogliere minimo 80 mila euro, cifra utile per far assumere in una struttura sanitaria locale un pediatra oncologico, ed evitare così il calvario dei viaggi.
 
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