Violenza sessuale e botte alla convivente: condannato

Il tribunale
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Sabato 23 Marzo 2019, 09:49
Dodici anni di reclusione sono stati inflitti dal tribunale di Taranto a carico di un uomo di 46 anni che rispondeva di maltrattamenti, lesioni, violenza sessuale e violenza privata ai danni della ex convivente, e maltrattamenti ai danni dei figli minori della donna.
La vittima, che si era costituita parte civile attraverso l'avvocato Cristiano Rizzi, dovrà essere risarcita attraverso un giudizio separato. La donna ha in ogni caso ottenuto una provvisionale, immediatamente esecutiva, che il collegio del tribunale (presieduto dal giudice Fulvia Misserini), ha fissato in trentamila euro.
Si è chiusa così l'ennesima tragedia fra mura domestiche, che nell'anno scorso si tradusse nell'arresto dell'umo, poi finito agli arresti domiciliari, e riarrestato successivamente per aver violato le prescrizioni.
Questi ultimi avvenimenti, accertati nel corso del dibattimento, hanno indotto i giudici del collegio a trasmettere gli atti alla procura affinchè si possa procedere con altro procedimento.
La vicenda di cui si è occupato il tribunale è di quelle che mai si vorrebbero raccontare ma che, purtroppo, costituiscono lo specchio di condotte sempre più ricorrenti da parte di soggetti che non possono non essere considerati disturbati.
Nel caso specifico i maltrattamenti subiti da una donna e dalle figlie minorenni risalgono a periodo recenti, tanto che, appunto, la magistratura dispose l'arresto dell'uomo nel giugno dello scorso anno.
Stando ai capi di imputazione redatti dalla magistratura, e alla base dell'arresto, l'uomo avrebbe continuamente vessato la convivente, finendo per colpirla violentemente con calci, pugni e ogni altro genere di violenza.
Queste condotte sarebbero andate avanti a partire dal 2012 e proseguite sino a quando la donna non aveva denunciato le angherie subite.
Anche in questo caso, il padrone sarebbe intervenuto con violenza pr costringere la vittima designata a ritirare la denuncia che aveva presentato ai carabinieri.
All'interno di queste condotte odiose, l'uomo avrebbe anche di peggio, finendo con il cacciare di casa la vittima e le figlie e costringendola ad avere rapporti sessuali non voluti, «altrimenti è la prova che mi tradisci».
Di questo e di altro è stato ricco l'ambito dibattimentale, alla fine del quale il tribunale, avendo raggiunto la prova delle accuse che gravavano a carico dell'uomo, ha emesso la sua sentenza.
Nei confronti dell'imputato, infine, il tribunale ha disposto una serie di pene accessorie per la durata della pena.
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