Trovato morto in campagna il fratello di un boss: è giallo

Trovato morto in campagna il fratello di un boss: è giallo
di Nazareno DINOI
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Domenica 9 Luglio 2017, 21:31 - Ultimo aggiornamento: 10 Luglio, 12:13
È con ogni probabilità di Morando Cinieri, fratello dell’ex boss della sacra corona unita divenuto collaboratore di giustizia, il corpo in avanzato stato di decomposizione trovato ieri pomeriggio nelle campagne di Manduria.
Pur se irriconoscibile, ad accostare al suo nome quel corpo senza più forma, sono stati i documenti trovati nella tasca dei pantaloni e poi la vicinanza del punto del ritrovamento con il deposito di legna da ardere di sua proprietà che è situato sulla via per Lecce, nel territorio di Manduria.
Arduo anche per i familiari fare il riconoscimento della salma così come prevede la legge che nel dubbio potrebbe far decidere il ricorso all’esame del Dna.
A fare la macabra scoperta sono stati i vigili del fuoco del distaccamento di Manduria che erano intervenuti per spegnere l’incendio di sterpaglia e stoppie nei campi circostanti il deposito di legna.
Il vigile che per primo lo ha notato da lontano lo aveva scambiato per un tronco d’albero carbonizzato.
Quando si è avvicinato ed ha capito la natura di quella forma gli si è raggelato il sangue. Il corpo si trovava in posizione inginocchiata con le braccia e il volto in avanti poggiati sul terreno.
Immediatamente sono stati chiamati i carabinieri di Manduria che si sono recati sul posto. I militari hanno poi chiesto l’intervento del 118 per le procedure burocratiche che impongono l’accertamento di morte anche nei casi così evidenti.
Naturalmente, il medico che ha redatto il certificato, tra l’altro intestandolo a persona sconosciuta, non ha potuto sbilanciarsi sulle cause del decesso per cui ogni ipotesi al momento è possibile.
La posizione inginocchiata con la testa caduta in avanti evoca un improvviso mancamento tipico di un infarto fulminante, ma non è possibile escludere altre ipotesi di natura diversa.
È toccato poi agli investigatori dell’Arma, dopo i rilievi fotografici effettuati che hanno cristallizzato la scena, rovistare negli indumenti indossati da quel corpo privo di vita in cerca di documenti o di altro che potesse aiutarli a risalire all’identità.
Così è stata trovata la patente contenuta nel portafogli tenuto nella tasca posteriore dei pantaloni.
Da un primo esame del cadavere effettuato dai carabinieri della stazione di Manduria, non si noterebbero segni di violenza. Naturalmente solo l’autopsia potrà dare con certezza la causa del decesso.
Il corpo dopo le formalità di rito è stato affidato all’agenzia di pompe funebri Trombacca che lo ha composto e portato nella camera mortuaria dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria.
Oggi il magistrato di turno riceverà la prima relazione dei carabinieri sulla scorta della quale potrà decidere di dare incarico ad un medico legale a cui affidare il compito dell’autopsia.
Morando Cinieri aveva 56 anni e viveva da solo nell’azienda di legnami dove è stato trovato morto. Era il secondo dei tre fratelli Cinieri: Massimino detto “molletta”, ex capobastone della sacra corona unita, poi collaboratore di giustizia che attualmente vive in una località sconosciuta con una diversa identità grazie ad un programma di protezione, e il primogenito Osvaldo, imprenditore, che è morto suicida in carcere.
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