Bancarotta da oltre 2 milioni: in quattro rischiano il processo

Bancarotta da oltre 2 milioni: in quattro rischiano il processo
di Lino CAMPICELLI
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Domenica 19 Novembre 2017, 05:30 - Ultimo aggiornamento: 24 Novembre, 21:08
Due ipotesi di bancarotta, sia fraudolenta che semplice, per il fallimento della società martinese “Inf. Conf. Srl in liquidazione” dichiarata fallita con sentenza emessa dal tribunale di Taranto il 16 luglio 2014.
Sono quelle contestate dal sostituto procuratore della Repubblica dottor Lanfranco Marazia, che ha chiesto il processo nei confronti di quattro persone, a vario titolo chiamate in causa nel procedimento, basato sulla relazione della curatela fallimentare, sulla consulenza tecnica disposta dalla procura e sulle articolate indagini effettuate dalla tenenza della Guardia di finanza di Martina Franca.
A rischio di processo, sulla scorta delle conclusioni accusatorie, figurano Martino Fedele di 42 anni, Marina Del Giudice di 34, Francesca Fedele di 83, e l’imprenditore Vincenzo Olivieri di 55, tutti originari di Martina Franca, che avrebbero operato in qualità di amministratori unici, amministratori di fatto e di liquidatori.
Gli imputati, che dovranno ora difendersi dalle rispettive accuse al cospetto del giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Taranto, sono accusati di aver contribuito attraverso le rispettive condotte alla distrazione, e comunque alla possibile sottrazione di beni ed attività aziendali per un importo complessivo di quasi due milioni e duecentomila euro.
 
Secondo la prospettazione dell’accusa, che gli imputati hanno già contestato in fase delle indagini preliminari, le operazioni complessive compite avrebbero riguardato la distrazione di crediti commerciali per circa 300mila euro, di rimanenze di magazzino per quasi un milione di euro, di attività materiali di vario genere (fra cui attrezzature, automezzi e macchinar) per circa 370mila euro, di attività patrimoniali per circa 251mila euro, di crediti per complessivi 378mila euro attraverso operazioni di stralcio contabile privo di giustificazione.
Fra le altre ipotesi di reato scaturite dall’attività investigativa diretta dal dottor Marazia, figura quella di aver eseguito pagamenti in denaro per favorire taluni creditori in danno di altri (ne rispondono Olivieri, Del Giudice e i due Fedele), e quella di aver concorso ad aggravare lo stato di dissesto della società di confezioni, «omettendo di convocare l’assemblea per deliberare la riduzione del capitale sociale nonchè proseguendo l’attività aziendale, pur dopo il manifestarsi dell’azzeramento del capitale sociale, provocando un danno patrimoniale pari ad oltre un milione e settecentomila euro» (ne rispondono Olivieri, Del Giudice e Martino Fedele).
Il caso passa ora all’esame del gup.
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