Mazzarano allo Sviluppo economico
Al consigliere tarantino la delega che era della Capone

Mazzarano allo Sviluppo economico Al consigliere tarantino la delega che era della Capone
di Francesco G.GIOFFREDI
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Mercoledì 19 Luglio 2017, 05:40 - Ultimo aggiornamento: 18:50

Michele Mazzarano, neo assessore allo Sviluppo economico: la sfida è impegnativa, le tremano un po’ le gambe?
«Innanzitutto devo riconoscere il coraggio di Emiliano, che ha affidato a un consigliere regionale di Taranto una delega importantissima per un territorio sofferente, ma dalle grandi potenzialità di riscatto. A lui va il ringraziamento per la fiducia personale, e non nascondo che la prima sensazione è di paura, che però credo possa aiutare a far bene. L’idea di uno sviluppo per la nostra regione che possa far crescere la capacità competitiva del sistema di imprese è il nervo fondamentale per una regione dinamica come la Puglia. Anzi: proprio le politiche di questi anni hanno reso una regione atipica del Sud, con grande capacità di intrapresa, di diversificazione, di esportazione. Dobbiamo continuare a sostenere la proiezione all’innovazione e alla ricerca tecnologica, adesso. Non dimenticando che c’è una parte di questa industria che ha bisogno di confrontarsi di più con ambiente e salute».
Nei primi tempi dovrai giocoforza confrontarti con Loredana Capone, che era in quell’assessorato da 8 anni.
«Metteremo su una cabina di regìa per il passaggio di consegne duraturo: il livello di conoscenze che Loredana ha maturato di questo settore è fondamentale e utilizzerò molto le sue competenze».
Il cambio di guida però non è anche, in parte, una bocciatura di quanto fatto finora?
«No, credo che ci sia stata una valutazione di maggiore complementarietà tra le attitudini di Loredana e un settore altrettanto strategico come Cultura e Turismo, in cui sta facendo altrettanto bene».
 
Alla vigilia forse lei s’aspettava di essere indirizzato su Cultura e Turismo, perché era quella la delega destinata a Taranto, anche per dare un segnale. Con lo sviluppo economico, invece, il segnale cambia.
«In realtà non mi aspettavo di andare da nessuna parte. Quando abbiamo aperto questo confronto sulla revisione della giunta, immaginavo per me di continuare a fare il capogruppo e avevamo invece formulato una riflessione su una figura femminile esterna. Per me è doppiamente sorprendente che Emiliano si sia convinto della forza di un messaggio che passasse dalla mia indicazione».
Ma perché è stato così difficile trovare una donna tarantina?
«È un Consiglio regionale senza donne elette in maggioranza, non potevamo pescare da lì. Quando si va all’esterno, magari si individua la competenza e non le capacità politiche. La vicenda ci consegna un insegnamento importante: accelerare la riforma elettorale con la doppia preferenza di genere».
Mdp, a leggere le prime reazioni, forse s’aspettava qualcosa.
«Mdp è un prezioso partner di maggioranza e continuerà a esserlo. I suoi rappresentanti in Consiglio potranno essere presto valorizzati. Insomma, non si apriranno fratture, c’è grande collaborazione».
La segreteria regionale Pd chiede una scossa all’attività amministrativa e maggior radicamento: un campanello d’allarme?
«Il rafforzamento politico della giunta va verso le istanze della segreteria Pd. C’è scarsa aderenza ai territori quando ci sono situazioni politicamente deboli. Quando invece si tende, come ha fatto Emiliano, a rafforzare politicamente allora non c’è il minimo dubbio che ci sarà maggiore possibilità di rappresentare i territori».
Non Brindisi, unica provincia assente in giunta.
«È un tema che credo Emiliano si sia posto: troverà il modo per colmare quanto prima questo vuoto».
Sviluppo economico vuol dire confrontarsi con grandi differenze territoriali, e con forti disomogeneità.
«Taranto è un territorio in cui industria è sinonimo di Stato: lavoreremo su un’idea di sviluppo legata più alla capacità di scommettere, intraprendere e rischiare. Una realtà per tanto tempo da un istinto assistenziale ha bisogno di vivere con maggior consapevolezza il rischio di sfidare il mercato: c’è bisogno di una politica di aiuti alle imprese, di innovazione e ricerca per stimolare soprattutto i più giovani. La Puglia, poi, è una regione policentrica economicamente, con vocazioni specifiche, poi però c’è bisogno di integrare e fare sistema. Spetta alla politica, con lungimiranza e visione, seppur in un contesto economico difficile».
Primo dossier da affrontare?
«Prenderemo visione per prima cosa dello stato dell’arte in assessorato, confermando la fiducia a strutture e Dipartimento, e poi provare a capire quali sono le linee con maggiore necessità di intervento».
Il rimpasto in che termini darà nuovo slancio? E in quale direzione verrà corretto il tiro?
«I primi due anni sono stati di rodaggio, pagando anche un po’ di inesperienza iniziale. Questa revisione prende le mosse dalle criticità e prova a rilanciare. Siamo a un tornante fondamentale, dal quale la legislatura può decollare, ed essere un governo all’altezza di una grande regione del Sud».
 

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