Tarantino ammazza la moglie e si uccide. I corpi trovati dalla figlioletta

Tarantino ammazza la moglie e si uccide. I corpi trovati dalla figlioletta
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Lunedì 30 Maggio 2016, 18:28 - Ultimo aggiornamento: 1 Giugno, 16:13

Una lite, la rabbia per un momento personale e lavorativo difficile, e la tranquilla vita di una famiglia si è trasformata in tragedia. Giulio Carafa, 45 anni, originario di San Giorgio Jonico, in provincia di Taranto, ha impugnato un coltello ed aggredito a morte sua moglie Maria Teresa Meo, 40 anni, anche lei di San Giorgio. Poi ha rivolto il coltello contro di sè e si è ucciso. A scoprire i loro corpi senza vita è stata la maggiore delle loro due figlie, di 14 anni, di ritorno da scuola. 
 

 


Volti sorridenti nelle foto su facebook dove sono fianco a fianco, il lavoro da tenere stretto e il tran tran quotidiano diviso tra le due bambine di 14 e 8 anni, da far crescere a Cassina de Pecchi, nel milanese, dopo aver lasciato la Puglia. Era questa la vita di Giulio e Maria fino a lunedì quando, per cause ancora da accertare, tra i due sarebbe divampata un'accesa lite. Forse la depressione dell'uomo, forse la paura di perdere il posto di lavoro alla Star di Agrate Brianza (da mesi in stato di crisi e con 30 nuovi esuberi previsti per il 2016), hanno innescato la furia del quarantacinquenne.

A quanto ricostruito sulle prime dal medico legale, Giulio avrebbe impugnato un coltello da cucina e avrebbe aggredito Maria che, come testimoniano le ferite sulle braccia, avrebbe provato a difendersi e scappare. Non c'è riuscita, altri fendenti l'hanno raggiunta al fianco, poco distante dalla porta di ingresso di casa. Poi l'uomo avrebbe puntato la lama verso di sé, colpendosi mortalmente al petto. La figlia maggiore, di ritorno da scuola, li ha trovati riversi a terra, in una pozza di sangue. Stordita dalla scena la ragazzina ha poi chiesto aiuto a una vicina di casa che, dopo aver aperto la porta dell'appartamento insieme a un'amica, ha telefonato immediatamente al 112. Sul posto sono intervenuti i carabinieri di Cassano D'Adda ( Milano), del Nucleo Investigativo di Monza e della Squadra Rilievi di Milano, unitamente al sostituto procuratore della Repubblica di Milano Antonio Cristillo.

La quattordicenne è stata accompagnata in stato di shock in ospedale mentre la sorellina è rimasta da una zia, dove era andata dopo la scuola. A quanto si apprende l'uomo soffriva di crisi depressive da tempo e non vi sarebbero stati precedenti episodi di violenza denunciati a suo carico. «Una scena terribile, atroce» ha commentato una vicina di casa. Ed ora gli inquirenti dovranno ricostruire, attraverso le testimonianze di familiari ed amici, le ultime settimane di vita della coppia. Le salme sono state trasportate all'istituto di medicina legale di Milano.​

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