Ortofrutta bruciato: quattro fermi, tra cui avvocato e finanziere

Ortofrutta bruciato: quattro fermi, tra cui avvocato e finanziere
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 18 Aprile 2018, 10:13 - Ultimo aggiornamento: 18:09

TARANTO - Un avvocato, un maresciallo della Guardia di Finanza e due pregiudicati sono stati sottoposti a fermo del pubblico ministero a Taranto nell'ambito di un'indagine della Polizia. Sono accusati, a vario titolo, di concorso in incendio, danneggiamento, atti persecutori e tentata estorsione in danno di un fruttivendolo di Taranto. I fatti contestati sono stati commessi a Taranto tra marzo 2017 e il 4 aprile scorso. Il militare, già sospeso dal servizio per motivi disciplinari, era in servizio alla sala operativa del Comando provinciale Gdf di Taranto.

Prima gli hanno incendiato il negozio, poi il furgone, ma le intimidazioni nei confronti del fruttivendolo tarantino che si rifiutava di pagare il pizzo rischiavano di avere conseguenze anche più gravi. «Le prevaricazioni nei confronti della vittima erano fortissime e si stava per passare all'utilizzo delle armi forse addirittura per commettere un omicidio» ha precisato il procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo spiegando i dettagli dell'indagine che ha portato al fermo di un maresciallo della Guardia di Finanza, Pietro Stabile, di 52 anni, già sospeso dal servizio, che era già finito in carcere nel giugno del 2015 per episodi analoghi, di un avvocato (Massimiliano Cagnetta, di 47 anni) e di due pregiudicati (il 48enne Cataldo La Neve e il 39enne Salvatore Stasolla) accusati, a vario titolo, di concorso in incendio, danneggiamento, atti persecutori e tentata estorsione.

 

Alla conferenza stampa hanno partecipato anche il sostituto procuratore Lucia Isceri, che ha firmato i provvedimenti cautelari, il questore Stanislao Schimera e il dirigente della Squadra Mobile Carlo Pagano. Dalle intercettazioni telefoniche e ambientali è emersa la volontà degli indagati di mettere in atto una doppia spedizione punitiva, da realizzare la notte scorsa e il 21 aprile prossimo, giorno del cinquantesimo compleanno del fruttivendolo. Già nel giugno di due anni fa Stabile, vicino di casa del commerciante, fu sottoposto a fermo dopo la denuncia della vittima che subì diverse intimidazioni: prima diversi colpi di arma da fuoco sull'auto e poi anche l'incendio della vettura. Il finanziere, che si offrì come intermediario con i malfattori che lo avevano puntato, inizialmente aveva chiesto una somma di 1000 euro e poi una seconda di 1500 euro che, da quanto il sottufficiale spiegava alla vittima, non sarebbero state sufficienti per calmare «il clan dei calabresi».
«Ancora una volta la Polizia di Stato ed in particolare la Squadra Mobile della Questura di Taranto, ha dato prova di efficienza investigativa assicurando alla giustizia, in brevissimo tempo, i presunti autori ed il mandante di numerosi atti intimidatori ai danni di un commerciante di Taranto che nel tempo ha subito numerosi attentati per ultimo l'incendio dell'esercizio commerciale e del furgone adibito al trasporto di merci». Lo afferma in una dichiarazione il presidente dell'associazione Antiracket Taras, Cosimo Sessa.
VIDEO">

© RIPRODUZIONE RISERVATA